Skip to content

videogiochi licenziare pokémon go

Game Over, la crisi dei videogiochi fa altre vittime eccellenti (anche la casa di Pokémon Go)

Dalla software house che ha realizzato l'ultimo videogioco sul Signore degli Anelli a Pokémon Go: sono davvero numerose le etichette in crisi, costrette a licenziare

Non sembra vedersi la fine di questa crisi tutta interna al mercato videoludico che sta portando piccole e grandi software house ad abbondare coi licenziamenti, in alcuni casi coi sospetti che le figure professionali possano essere sostituite da algoritmi di intelligenza artificiale. Tra le etichette che hanno annunciato ingenti tagli al personale anche quella che ha sviluppato Pokémon Go.

IL SUCCESSO DI POKéMON GO IN NUMERI

Uscito nell’aprile del 2016, Pokémon Go era stato in grado in un anno di superare il miliardo di dollari nei vari store virtuali in cui è apparso, con incassi stellari capaci di totalizzare i 18 milioni di dollari al giorno nella fase più acuta e, dopo dodici mesi, attestarsi ancora sul 1,5/2,5 milioni di dollari ogni 24 ore.

Risultati senza pari ma che non hanno messo al riparo la sua software house dalla crisi attuale, anche perché gli sviluppatori non si sono intascati il totale degli incassi, essendo il titolo su licenza Nintendo.

Niantic Inc.,società di sviluppo software statunitense con sede a San Francisco, in California, fondata nel 2010 da John Hanke come Niantic Labs, startup interna a Google, prima che venisse separata come un’entità indipendente nel 2015, ha infatti annunciato la chiusura dei suoi studi situati a Los Angeles. Ciò comporterà il contestuale licenziamento di 230 dipendenti. Inoltre, verranno chiusi i server di NBA All-World e sarà cancellato un altro titolo su licenza: Marvel: World of Heroes.

IL DESTINO APPESO A POKéMON GO

In una email interna riportata dalla testata di settore Kotaku, Hanke ha spiegato che la decisione è stata presa in quanto le “spese sono cresciute più velocemente delle entrate”, individuando quindi nella sede losangelina una voce da spesa da tagliare per dare fiato al bilancio aziendale. Hanke ha assicurato che Pokémon Go rimarrà il gioco su cui la software house statunitense continuerà a puntare tutto, con l’obiettivo a lungo termine di mantenerlo “in salute e in crescita per sempre”.

Secondo il fondatore, la sbornia dei ricavi durante la pandemia di Covid-19 avrebbe portato l’azienda a perdere i contatti con la reale situazione economica, mentre nel frattempo il mercato dei giochi AR è diventato molto più affollato dal lancio di Pokémon Go nel 2016. Oltre a questo, il fondatore di Niantic cita anche uno scarso coinvolgimento dei giocatori sul lungo periodo per molteplici giochi attivi dello studio, che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

IL PASSO FALSO DI DAEDALIC CON GOLLUM

Nel cuore della vecchia Europa, Daedalic Entertainment GmbH, azienda sviluppatrice di videogiochi tedesca, con sede ad Amburgo, ha invece messo alla porta venticinque dei novanta dipendenti azzerando di fatto lo studio che ha sviluppato il recente The Lord of the Rings: Gollum, noto soprattutto per i voti estremamente bassi che il titolo su licenza ha raccolto in sede di recensione da parte delle principali testate del settore. Una gragnuolata di votacci che aveva costretto la compagnia a fare pubblica ammenda.

L’esborso per la licenza in un periodo in cui è tornata di gran moda (benché rinviato più e più volte, sarebbe dovuto uscire in contemporanea con la prima stagione de Gli Anelli del Potere di Amazon Prime e questo, lo possiamo immaginare, avrà alzato le quotazioni), unito ai costi dello sviluppo e alle scarsissime vendite totalizzate hanno convinto l’etichetta tedesca a chiudere lo studio di sviluppo interno. Rimangono in piedi tutte le altre attività, vale a dire quelle legate al publishing dei videogiochi sviluppati esternamente, sulla quale da questo momento, comunicano dall’azienda, si concentreranno tutti gli sforzi dei dipendenti rimasti.

Daedalic Ent. aveva in sviluppo un secondo progetto che aveva sempre a che fare con le opere tolkeniane ma a questi punti, benché non ci siano aggiornamenti ufficiali, appare ovvio che non verrà più realizzato. Ferale la nota della compagnia: “Apprezziamo ogni singolo membro del nostro team e ci stiamo preoccupando affinché la transizione avvenga nel migliore dei modi. Per questo motivo, supporteremo i nostri ex dipendenti nella ricerca di nuove opportunità all’interno della nostra rete”.

TINYBUILD, BIG CRASH?

Sempre nelle ultime ore si è diffusa la notizia che l’editore con sede a Bellevue, Washington, tinyBuild ha dovuto rivedere in peius le proprie stime per quest’anno, con la stima della posizione cash scesa a 10-20 milioni di dollari contro i 26,5 milioni di dollari della  precedente e il CFO Tony Assenza costretto ad abbandonare la compagnia prendendosi la responsabilità della situazione.

Notizia che ha naturalmente provocato il fuggi-fuggi in Borsa: le azioni sono scese del 78,8%, fino a arrivare al valore di 7,3 sterline per cedola: il prezzo più basso dalla quotazione avvenuta nel 2021. In totale le azioni della compagnia hanno perso il 92,86% di valore dall’ingresso nel mercato azionario.

Il consiglio di amministrazione di tinyBuild ha chiamato Giasone Salati quale nuovo Chief Financial Officer. L’etichetta americana fa sapere che la strada scelta per fermare l’emorragia finanziaria la porterà ad abbandonare del tutto le attività legate alla pubblicazione e alla distribuzione di videogiochi di terze parti.

“In qualità di Ceo e principale azionista, sono deluso dalle nostre ultime prestazioni finanziarie”, ha dovuto ammettere il fondatore Alex Nichiporchik nella nota che preannuncia la revisione degli investimenti del team nello sviluppo di videogiochi (già annunciati e non), oltre alla riorganizzazione di alcuni degli studi interni.

Torna su