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centrodestra

Quale sarà il futuro di Forza Italia secondo Tajani

Che cosa ha detto Antonio Tajani in conferenza stampa sul futuro di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. La nota di Paola Sacchi

Antonio Tajani dà l’annuncio in conferenza stampa, con accanto i capigruppo azzurri di Camera, Senato e dell’europarlamento: Paolo Barelli, Licia Ronzulli, Fulvio Martusciello. Forza Italia va avanti. Il coordinatore azzurro, vicepremier e ministro degli Esteri rende pubblico, come lei stessa lo ha autorizzato a fare, il messaggio di “stima, amicizia, sostegno, affetto di tutta la sua famiglia per Forza Italia ricevuto da Marina Berlusconi, per quella che ha definito una delle realizzazioni più importanti del padre”.
È una cornice che suona già come un’ulteriore, decisiva conferma di investitura  di Tajani nel dopo Berlusconi, con il ruolo di presidente pro-tempore del partito che ormai sembra chiaro gli conferirà il consiglio nazionale che sarà convocato giovedì prossimo dal comitato di presidenza. Non ci saranno tempi tecnici per convocare il congresso prima delle Europee. “Il suo pensiero e i suoi sogni resteranno in tutti noi perché diventino realtà. Il leader di Forza Italia sarà sempre Silvio Berlusconi, il cui nome resterà nel simbolo. Avanti uniti”.
Il 29 settembre, in occasione di quello che sarebbe stato il compleanno del fondatore e ex quattro volte premier, grande convention azzurra e già a giugno partirà la campagna di tesseramento. Il colpo è stato grande, Tajani commosso sottolinea che per lui è “un sacrificio” fare questa conferenza stampa. Ma, al di là di retroscena, analisi frettolose, un po’ infarcite di luoghi comuni, che hanno fatto i funerali mediatici di Forza Italia praticamente in contemporanea con quelli reali di Berlusconi, il segnale che arriva da Tajani e dallo stato maggiore azzurro è netto.
Chiaro che FI ha varie anime, spesso anche in conflitto tra loro, ma ora è il momento dell’unità. Tajani, rispondendo a una domanda, smentisce indirettamente tutti i retroscena giornalistici, affermando che “Marta Fascina è la compagna di vita di Berlusconi, un deputato, non c’è bisogno di ritagliare incarichi formali”. Ora, al netto dei retroscena, il punto è tutto politico. Riguarda il ruolo di Forza Italia. Attesa alla prima vera prova delle elezioni Europee tra meno di un anno. Berlusconi nell’ultima intervista a Augusto Minzolini, direttore del “Giornale”, ha parlato della necessità di favorire una nuova maggioranza a Bruxelles tra Popolari, di cui FI è il rappresentante italiano, e Conservatori, di cui è presidente la stessa premier Giorgia Meloni, che guida anche FdI. L’obiettivo di Berlusconi era quello di riportare FI a due cifre. E la stessa Meloni ha tutta la convenienza in questo cruciale momento alla tenuta azzurra per realizzare l’alleanza europea.
Anche se è fisiologico che andando alle Europee con il proporzionale “sarà competizione”, annuncia determinato Tajani. Il quale ribadisce il “leale” sostegno al governo di cui FI è azionista. Questo anche a smentire le voci su possibili transfughi di FI verso Iv di Matteo Renzi che metterebbero in fibrillazione il governo. E anche verso FdI e Lega, che peraltro non gradirebbero eventuali transumanze. “Liberali, europeisti, atlantisti  cristiani, riformisti, garantisti.  Il centro del centrodestra”,
Tajani ripete e rilancia la cifra distintiva azzurra, nel segno del Cav. Che ci sia un futuro lo dice subito dopo i funerali di Milano  il big azzurro, Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: “A De Gaulle sopravvisse il gollismo, a Berlusconi sopravviverà il berlusconismo. I berlusconiani ci saranno sempre”.
La tesi è anche al centro dell’editoriale di ieri  sul “Giornale” di Augusto Minzolini. E sempre sullo stesso quotidiano, il deputato azzurro Andrea Orsini, qualcosa di più di un semplice parlamentare, assistente nell’ombra, spesso ghost writer di Berlusconi, spiega perché il berlusconismo, l’anima liberale introdotta dal Cav anche nel linguaggio  che non è quella conservatrice,  anche se ne è alleata, ha tracciato un solco profondo nel Paese: “È stato Berlusconi a sdoganare il termine comunisti, per attaccare la sinistra, cosa che prima non veniva fatta, per dar voce a un’Italia laboriosa e profonda”, scrive Orsini.
Infine, il fattore Tajani. Cofondatore di FI insieme con personaggi come Antonio Martino, un lungo e prestigioso curriculum in Europa. Moderato nei toni, nei contenuti e nei modi, ma anche netto e coraggioso nelle scelte. Un epidodio che molti forse non ricordano. In visita ufficiale in Tunisia da presidente del Parlamento Europeo vari anni fa il futuro presidente azzurro non esitò ad andare sulla tomba di Bettino Craxi. Accompagnato da Stefania Craxi – senatrice di FI, attuale presidente della commissione Esteri e Difesa, già sottosegretario agli Esteri dell’ultimo governo Berlusconi – Tajani al cimitero cristiano di Hammamet parlò di “esilio immeritato” per lo statista socialista. Era presidente dell’Europarlamento, finora la più alta carica istituzionale a fare quel gesto e a pronunciare quelle nette parole in tempi in cui era più difficile.
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