La mela morsicata azzanna il mondo delle banche. Non è ovviamente passato inosservato agli attori del mercato che Cupertino ha presentato il suo conto di risparmio (Apple Savings) con un rendimento annuale del 4,15%. Non richiede un deposito minimo, non c’è alcun vincolo e gli utenti possono aprirlo direttamente dal Wallet del loro iPhone. Il conto è lanciato in collaborazione con Goldman Sachs ed è al momento riservato ai clienti Usa con Apple Card. «Apple è finalmente diventata una Banca e un nemico temibile per le banche al dettaglio?», è la domanda che da qualche ora campeggia sul profilo LinkedIn di Roberto Nicastro, per 18 anni direttore generale di Unicredit, oggi fondatore e presidente di Banca AideXa: «La mia opinione è: sì, Apple sta diventando sempre più il concorrente da incubo per le banche e gli altri operatori finanziari, non perché diventerà una Banca (potrebbe non diventarlo mai), ma perché ora sta ridefinendo in modo radicale e innegabile il retail banking come lo conosciamo, e forse sta evolvendo la propria interfaccia bancaria per i clienti nel gateway principale per i servizi di retail banking».
L’ACCESSO A UN MILIARDO DI UTENTI
L’ex Dg di Unicredit registra come questo fatto rappresenti «un’importante rottura dell’attività bancaria al dettaglio, che era stata prevista da molto tempo. Ora sta diventando realtà e si basa sul facile accesso di Apple a oltre 1 miliardo di clienti, su un’esperienza utente (UX) superiore e fluida, trasparente e sicura, sulla fiducia dei clienti guadagnata da tempo da Apple, sulla massiccia disponibilità di risorse e sulla scelta ben mirata di partner intelligenti per varie iniziative».
NICASTRO: SU APPLE I GOVERNI INTERVENGANO
Per Nicastro «I regolatori e i Governi devono prendere nota, monitorare ed eventualmente reagire, poiché i rischi per la concorrenza nei servizi bancari al dettaglio e l’eccessiva concentrazione di potere derivante dalla “quota di dati totali” del cliente sono evidenti. La reazione delle banche storiche richiederà cambiamenti sostanziali nei modelli di business e nell’architettura tecnologica. Anche le Fintech devono adattarsi al nuovo ambiente, eventualmente riposizionandosi o collaborando con altri attori in questo nuovo ecosistema».
IL TEMA DEI DATI
Quanto al prossimo futuro, «Cos’altro – si chiede sempre Nicastro – potrebbe bollire nella pentola di Apple? In seguito all’acquisizione di Kudo, potrebbe perfezionare i piani per offrire prodotti di prestito al consumo o servizi contigui nei mercati bancari del Regno Unito e dell’Europa. Apple potrebbe facilmente accedere a un bacino di dati impareggiabile, aggiungendo informazioni finanziarie al suo già enorme set di informazioni sul cliente, e in questo modo sviluppare il credit scoring più sofisticato che si possa pensare. Il portafoglio di prestiti generato da Apple potrebbe poi essere cartolarizzato e venduto a investitori istituzionali. La prossima grande sfida potrebbe essere l’offerta di conti correnti, dove Apple ha già fatto un primo passo con Apple Wallet».
LA CONCORRENZA A VISA, MASTERCARD E PAYPAL
Per Nicastro «con Apple Savings, i consumatori troveranno più facile ottenere un tasso competitivo sui depositi in contanti, riducendo così uno dei flussi di profitto più significativi per le banche (i ribassi dei depositi). Inoltre, utilizzando Apple Pay e Apple Tap to Pay per chiudere il circuito dei pagamenti in molte transazioni, Apple potrebbe minacciare in modo significativo i vasti ricavi di Visa, Mastercard e PayPal (attualmente i maggiori operatori a livello mondiale per capitalizzazione di mercato nel retail banking). Vale la pena notare che Mastercard è un partner importante per Apple Pay Later. Inoltre, nel settore dei prestiti al consumo e dei mutui, potrebbe battere le banche non solo per quanto riguarda l’accesso ai clienti, ma anche per la ricchezza del credit scoring».