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centrodestra

Vi racconto l’ennesima sconfitta degli anti Berlusconi

Reazioni ed effetti politici della sentenza di assoluzione per Berlusconi. La Nota di Paola Sacchi.

Un leader e il partito da lui fondato dati per finiti cento volte, più o meno il numero dei processi cui è stato sottoposto Silvio Berlusconi. Game over, incautamente decretato dagli avversari per il Cav, lo è per l’uso politico trentennale della giustizia.

Sono i capigruppo azzurri Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, con il deputato capo ufficio stampa Paolo Emilio Russo, a dare la notizia nelle aule parlamentari dell’assoluzione perché il fatto non sussiste sul Ruby ter, snocciolando le impressionanti cifre dell’accanimento giudiziario cui è stato sottoposto il presidente di Forza Italia, fondatore del centrodestra, ex quattro volte premier: “Assolto 135 volte in 136 processi. Più di 600 udienze, migliaia di euro spesi dai contribuenti italiani. Ora commissione d’inchiesta sull’uso politico della giustizia, ora riforma della giustizia profonda e strutturale contro la gogna politica, mediatica, giudiziaria, contro la barbarie”. “E per tutti quei cittadini che non hanno i mezzi per potersi difendere”, sottolinea Ronzulli.

La top manager, presidente di Mondadori e Fininvest, Marina Berlusconi, e con lei la sorella Barbara Berlusconi, figlie dell’ex premier, contemporaneamente alla soddisfazione puntano l’indice contro “il prezzo troppo alto pagato, anche da milioni di elettori”. Pure in termini “di salute”, attacca Barbara. Per Marta Fascina, deputata azzurra, compagna del Cav, “si chiude un periodo dolorosissimo”. “Sotto il fango niente”, titola oggi a tutta pagina Il Giornale di Augusto Minzolini.

Dopo quello elettorale di Lombardia e Lazio, con l’affermazione netta del centrodestra, arriva un altro schiaffo sonoro a un’opposizione di sinistra e ai suoi media che cavalcano il trentennale uso politico della giustizia e ora si trovano a raccogliere i cocci di una disfatta elettorale, in cui ha inciso anche il “manettarismo” per gli avversari politici non più in sintonia con il Paese reale.

Ci si aggrappa agli “Epperò”, nella nuova schiera mediatica degli “epperoppisti”, alla ricerca ogni volta su tutto, a dispetto dei fatti reali, di un cavillo, o un crine di cavallo, parafrasando una vecchia canzone, che incrini la maggioranza di centrodestra rafforzata dal dato elettorale alla guida del Paese.

Certe cronache vanno alla ricerca del pelo nell’uovo persino sul fatto che siano stati i parlamentari di FI a applaudire in aula. Forse non è venuto in mente a certo anti-berlusconismo permanente, a prescindere, dal 1994, che magari gli alleati di FdI e Lega volevano lasciare per rispetto quel momento a “un leader e a una intera comunità colpita con i suoi elettori”, come ha detto il coordinatore azzurro, vicepremier, ministro degli Esteri Antonio Tajani. Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, quasi in contemporane con l’uscita della sentenza esulta per l’assoluzione di “Silvio”, dopo anni di “sofferenze, insulti, inutili polemiche”.

A stretto giro di posta interviene, con una nota ufficiale da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso”.

Una dichiarazione di pieno, assoluto sostegno che non è intaccata dalle sensibilità magari diverse nel partito del premier sull’ istituzione subito di una commissione d’inchiesta. Ma chiare anche le parole del capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti: “Un abbraccio sincero a Berlusconi. Si vergogni la sinistra che per anni ha giocato di sponda con questa persecuzione”. L’ex presidente del Senato, Marcello Pera, a Il Giornale: “Un danno di immagine anche per l’Italia”.

Lo stato maggiore azzurro esulta per l’assoluzione del Cav, con i vicepresidenti di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Giorgio Mulè, la ex presidente del Senato, ministro per le Riforme, Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dell’Università Annamaria Bernini, il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi. Ma tutti parlano dell’amarezza e del danno politico fatto.

Nei Tg scorrono le immagini di repertorio di Berlusconi che abbraccia la senatrice di FI, presidente della commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama, Stefania Craxi, figlia dell’amico di una vita, lo statista “Bettino”, per il quale meno di un mese fa, in ricorrenza dell’anniversario della morte, Berlusconi puntò l’indice, con un messaggio alle iniziative della Fondazione Craxi a Hammamet, dicendo chiaramente che “il suo esilio deve essere di monito all’uso politico della giustizia”.

La senatrice Craxi, felicitandosi con Berlusconi, afferma che “l’accanimento giudiziario resta una pagina nera nella storia della Repubblica”. Infine lui, Berlusconi, dopo alcune ore, sui profili social: “Finalmente assolto dopo oltre 11 anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Elly Schlein, tra i candidati alla guida del Pd: “Ancora si parla di Berlusconi”. Sì, ancora lui.

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