Arnaud de Puyfontaine sostiene che lo scorporo della rete Tim ha senso se migliora la neutralità e spinga la digitalizzazione
L’ipotesi di separazione della rete Tim, tanto cara al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, non sembra dispiacere a Tim. O almeno, al suo presidente, Arnaud de Puyfontaine, che in un’intervista a Repubblica, ha affermato che lo scorporo ” Ha un senso se ci si pone l’obiettivo di migliorare ancora la neutralità e di arrivare prima alla digitalizzazione del Paese”.
“Condivido la posizione del governo italiano sulle problematiche legate alla sicurezza nazionale. Accettiamo il golden power e ci confronteremo sulle cose che ci vengono richieste, avendo cura che gli interventi da fare non danneggino l’attività operativa dell’azienda”, ha detto De Puyfontaine, chiarendo che Tim e Vivendi (che possiede il 23,9% di Telecom e controlla de facto l’azienda) intendono “avviare un dialogo per arrivare ad una soluzione condivisa” con l’Esecutivo. “Capiamo l’interesse nazionale, studieremo il dossier assieme al governo: l’importante è fare l’ interesse di tutti gli stakeholder”.

Ricordiamo che il Governo Gentiloni, nelle scorse settimane ha deciso di esercitare il Golden Power. Esercitando i poteri speciali, quale azienda strategica per il Paese, un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri costringe Tim e le società da questa controllate ad un controllo e monitoraggio costante da parte di Palazzo Chigi:un componente gradito all’esecutivo dovrebbe sedere nel board delle tre società e Tim avrebbe l’obbligo di costituzione di un Comitato di Sicurezza guidato da un funzionario del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, che dovrà dettagliare azioni e stato delle cose ad un Comitato di Monitoraggio costituito da Palazzo Chigi. Poi, in caso Vivendi decidesse di uscire dall’azienda di Tlc, dovrebbe vendere la partecipazione solo a qualcuno gradito al Governo.






