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Leonardo SCIOPERO

Leonardo, ecco come i sindacati si dividono sullo sciopero a Grottaglie

Lunedì 25 ottobre sciopero e presidio dei lavoratori nello stabilimento di Leonardo di Grottaglie, dove si producono le fusoliere del Boeing 787. La Fim si dissocia da Fiom e Uilm

 

Si torna a lavoro ma è già serrata nel sito di Leonardo a Grottaglie.

Ieri i dipendenti dello stabilimento aeronautico tarantino dell’ex Finmeccanica hanno scioperato “su tutti i turni al termine delle assemblee alla fine del turno di lavoro”.

Nello stabilimento Leonardo di Grottaglie (con 1300 dipendenti diretti) il lavoro era ripreso infatti il 20 ottobre.

Era sospeso da prima di agosto a seguito del piano di chiusura collettiva che ha interessato il sito, che appartiene alla divisione Aerostrutture di Leonardo e costruisce due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio per il Boeing 787.

Ma nel corso degli incontri con i sindacati, l’azienda guidata dall’ad Alessandro Profumo ha confermato che intende gestire il vuoto lavoro del prossimo anno facendo ricorso alla Cigo.

A decidere lo sciopero immediato i sindacati Uilm e Fiom Cgil al termine delle prime assemblee. Si dissocia però la Fim: “c’è dialogo con azienda” riporta il Corriere.

Tutti i dettagli sulla vertenza di Leonardo Grottaglie.

PERCHÉ SI SCIOPERA ANCORA

Si sciopera, spiegano Uilm e Fiom, perché lo stabilimento “è interessato da un vuoto lavoro, una parte del quale di carattere strutturale, decretato da scenari di mercato antecedenti la grave crisi del trasporto aereo che ha solo successivamente aggravato notevolmente la riduzione della produzione (già annunciata da Boeing verso la fine del 2019) a causa degli effetti delle normative anti Covid”.

Leonardo ha confermato infatti l’intenzione di coprire i vuoti di lavoro nel 2022 con l’utilizzo della Cigo quale ammortizzatore sociale congiunturale.

Nello specifico l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrebbe non essere necessario per gli stabilimenti di Pomigliano e Nola nel 2023, un uso parziale potrebbe essere utilizzato nel primo semestre dello stesso anno sullo stabilimento di Foggia. La situazione è più delicata per lo stabilimento di Grottaglie: qui si prevede un utilizzo di ammortizzatori sociali per gli anni 2023 e 2024.

LA SITUAZIONE SITO DI LEONARDO GROTTAGLIE

Ricordiamo infatti che dei quattro stabilimenti della divisione Aerostrutture di Leonardo, quello di Grottaglie, in provincia di Taranto, è maggiormente colpito perché, essendo monocommessa, sconta la notevole frenata avutasi, sia per effetto del Covid sia per problemi che il committente Boeing ha avuto con un fornitore della catena produttiva, nella costruzione delle due sezioni di fusoliera del 787.

Per Uilm e Fiom, “la pandemia globale ha solo acuito gli effetti preesistenti e reso fortemente precaria la visione futura della divisione Aerostrutture e in particolare modo dello stabilimento di Grottaglie, vincolato alla mono commessa produttiva del Boeing 787”.

LA RICHIESTA DEI SINDACATI UILM E FIOM

Confermato quindi che Leonardo ha dichiarato ai sindacati che per il 2022 vuole ricorrere alla cassa integrazione per gestire lo scarico di lavoro. Dal momento che lo stabilimento del Tarantino, dei quattro della divisione, sarà quello maggiormente impattato, Uilm e Fiom sostengono che “non vi è volontà alcuna da parte dei lavoratori interessati di aderire a programmi di ammortizzatori sociali in ragione del fatto che non esistono percorsi chiari, definiti, programmatici e specifici di reindustrializzazione, che mirino alla reale tenuta dell’intera filiera produttiva”.

Pertanto “la richiesta all’azienda è di intervenire in maniera incisiva a sostegno della divisione Aerostrutture, ridistribuendo equamente i carichi di lavoro tra gli stabilimenti presenti sul territorio nazionale”, rimarca Repubblica.

SI DISSOCIA LA FIM

Tuttavia, risultano divise le sigle sindacali, come emerge dal Corriere della Sera.

E la Fim si dissocia dalla serrata indetta da Uilm e Fiom lunedì 25 ottobre in merito all’annunciato ricorso alla cassa integrazione per le giornate di fermo produttivo previste dall’azienda per il sito di Grottaglie.

“Trattare l’argomento nelle sedi opportune, perché la vertenza Leonardo Aerostrutture non è una discussione periferica che può essere risolta con uno sciopero di sito” hanno dichiarato il segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi, Michele Tamburrano, e il delegato Rsu Fim Cisl del sito Leonardo di Grottaglie, Michele Sellaro, a proposito dello sciopero proclamato ieri.

“Nel rispetto degli elementi basilari delle relazioni sindacali – osserva Tamburrano – non è corretto proclamare uno sciopero in presenza di un dialogo con l’azienda. Il management di Leonardo, ad oggi, non si è mai sottratto al dialogo ed i continui incontri ne sono la dimostrazione. Pertanto, solo alla fine del percorso di confronto, se non saremo soddisfatti, metteremo in campo le dovute iniziative”.

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