Avianca Brasil si schianta, definitivamente. La compagnia aerea, società indipendente della colombiana Avianca Holdings S.A, chiude i battenti: a causa dei debiti e all’impossibilità di ripagarli, il tribunale brasiliano ha dichiarato il fallimento.
Tutti i dettagli.
AVIANCA BRASIL FALLISCE
Il giudice Tiago Henriques Papaterra Limongi, del 1/o Tribunale fallimentare e di riorganizzazione giudiziaria della città di San Paolo, ha dichiarato il fallimento della compagnia aerea Avianca Brasil, ovvero di Oceanair Linhas Aereas, come veniva chiamata attualmente la società.
Avianca Brasil era controllata dal brasiliano-boliviano Germán Efremovich, che nel 2004 ha acquisito il controllo del gruppo Avianca e delle sue filiali come TACA e VIP.
BENI ALL’ASTA PER RIPAGARE DEBITI
In concomitanza con la dichiarazione di fallimento, il giudice ha stabilito un periodo di 60 giorni entro i quali la società brasiliana dovrà presentare un elenco dei suoi beni e delle sua attività, che verranno messe all’asta per pagare parte dei debiti milionari della società, secondo una dichiarazione della Corte di giustizia di San Paolo.
ISTANZA DI FALLIMENTO NEL 2018
La notizia non sorprende. L’azienda aveva già presentato istanza di fallimento nell’agosto 2018, quando fu affiancata dallo studio legale Álvarez & Marsal, nel tentativo di ristrutturare le finanze societarie e continuare a operare. La settimana scorsa, però, Avianca ha issato bandiera bianca.
I DEBITI
Nonostante l’impegno e le azioni messe in campo, la compagnia aerea è impossibilitata al pagamento dei debiti. Nel dicembre 2018, quando ha presentato istanza di fallimento, i debiti erano di circa 500 milioni di reais, oggi la cifra è di 2,7 miliardi di reais, secondo quanto riporta El Tiempo.
LO STOP DEI VOLI
La compagnia aerea paga lo scotto della decisione dell’Agenzia nazionale per l’aviazione civile (Anac), che a maggio 2019 gli ha impedito di operare (ovvero di volare) a causa della sua critica situazione finanziaria: la compagnia ha vissuto gli ultimi mesi senza registrare entrate ed è stata costretta a restituire i 48 aeromobili della sua flotta, la maggior parte dei quali era stata noleggiata.
IL TENTATIVO DISPERATO: LA VENDITA DEI PERMESSI DI DECOLLO E ATTERRAGGIO
Nel tentativo di risanare le finanze, la compagnia ha anche messo in vendita i permessi di decollo e atterraggio negli aeroporti, a cui aveva diritto nei terminal più trafficati del paese, come quelli di San Paolo e Rio de Janeiro. L’operazione avrebbe permesse di portare in cassa 147 milioni di dollari (ad acquisire i diritti erano state le concorrenti Latam Brasil e Gol), ma l’Anac non ha mai dato l’approvazione finale all’asta e le risorse non sono mai pervenute in azienda.