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Google sulla graticola con la riforma Ue del copyright?

A Google non piace la proposta Ue di riforma del diritto sul copyright e ha inviato una mail agli editori in cui li invita a fare attività di lobbying con i membri del Parlamento europeo. Tutti i dettagli nell’articolo di Chiara Rossi Chiamata alle lobby per Google in nome della libertà di espressione e informazione.…

Chiamata alle lobby per Google in nome della libertà di espressione e informazione. Secondo il gigante della ricerca online Google, la proposta di modifica della legge sul copyright dell’Unione europea impedirebbe il libero flusso di informazioni sul web. In virtù di questo timore il colosso di Mountain View ha inviato una mail agli editori che partecipano alla sua Digital News Initiative invitandoli a fare pressione contro le proposte contattando i membri del Parlamento europeo per esprimere le proprie opinioni.

Lo scorso 20 giugno, la Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo ha dato parere favorevole alla proposta di modifica dell’attuale legge sul diritto d’autore. L’assemblea del Parlamento può ancora ribaltare la situazione e non approvare la proposta di direttiva. Senza tralasciare che l’argomento è assai dibattuto in questi giorni, con i più volte citati articoli 11 e 13 del testo.

TUTELA DEI PICCOLI EDITORI

Bruxelles è convinta che le nuove regole siano necessarie dal momento che le leggi vigenti sul copyright sono in vigore dal 2001, pertanto sono ormai obsolete. Oltre a ciò, le attuali normative non sono applicate in modo coerente, quindi le nuove regole sono state formulate per garantire agli artisti e agli editori un’equa e giusta retribuzione dalle attività online. “Gli editori e gli autori di notizie, specialmente quelli più piccoli, non vengono pagati a causa delle pratiche di potenti piattaforme di condivisione dei contenuti online e aggregatori di notizie”, ha dichiarato Axel Voss, il MEP responsabile della legislazione, “Tutto questo è sbagliato e puntiamo a correggerlo”.

L’INIZIATIVA DI MOUNTAIN VIEW PER IL GIORNALISMO

Dall’altro lato della barricata, troviamo l’OTT dell’industria tecnologica globale Google che negli ultimi anni si è schierato dalla parte degli editori incentivando a creare e testare nuovi modelli di business per aiutarli a far fronte al cambiamento tecnologico.

Dal 2015 il motore di ricerca ha sviluppato stretti legami con gli editori attraverso il suo programma Digital News Initiative (DNI), che fornisce supporto per il giornalismo digitale e sovvenzioni per l’innovazione in Europa da un fondo di € 150 milioni. In attesa del nuovo round di finanziamenti, emerge dall’ultimo report che finora sono stati stanziati 94 milioni di euro a favore di 469 progetti in 29 Paesi.

LA PRESSIONE DI BIG G

Secondo l’indiscrezione del Financial Times, il colosso di Mountain View ha inviato un’e-mail ai membri del gruppo di lavoro DNI, sottoscritta da Madhav Chinnappa, direttore delle relazioni strategiche di Google. “Il tempismo è urgente” si legge nella mail nella quale vien fornito anche un link a un elenco di eurodeputati. “Si prega di prendere in considerazione di contattare i deputati” continuerebbe la mail.

“È scandaloso che Google utilizzi ancora una volta un forum che è stato convocato pubblicamente per aiutare l’industria editoriale come veicolo di lobby per conto degli interessi di Google e per confondere il mercato”, ha commentato al Ft Jason Kint, amministratore delegato di Digital Content Next, un’associazione commerciale che rappresenta società digitali.

GIUSTIFICAZIONI

Non si è fatta attendere la risposta di Google che ha fatto sapere al Financial Times che l’e-mail è stata inviata agli editori in risposta a una richiesta da parte loro di informazioni sulla direttiva Ue sul copyright. “Abbiamo già detto che innovazione e partnership sono il modo migliore per sostenere l’ecosistema globale di notizie sia per gli editori sia per i consumatori, la soluzione non è questa proposta legislativa”, ha sostenuto Chinnappa in una nota. “Lo scopo della DNI è quello di scambiare opinioni e migliorare la collaborazione tra l’industria delle notizie e Google. Il gruppo ci ha chiesto di inviare loro le nostre opinioni sulla riforma del copyright in Europa e siamo stati felici di condividere la nostra posizione e un riassunto delle opinioni degli altri”.

NIENTE DA TEMERE

Molto rumore per nulla quello di Google. Secondo l’eurodeputata Julia Reda, leader della fazione avversaria al nuovo regolamento, la società guidata da Sundai Pichai ha poco da temere dalla nuova direttiva in quanto sarebbe perfettamente in grado di ottenere una licenza per continuare a mostrare frammenti di materiale senza violare le regole sul copyright (in base al famoso art.13).

A CHE PUNTO SIAMO?

Nel frattempo, le proposte di modifica della legge sul copyright dovranno essere approvate da tutti i deputati europei la prossima settimana con alcuni legislatori che già promettono di respingere le riforme. Senza dimenticare che prima che questa riforma diventi legge, deve ottenere anche l’approvazione della maggioranza dei 28 governi dell’Unione europea.

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