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Diritto all’Oblio. La controffensiva di Google

"Non siamo d'accordo con la sentenza" ma "ovviamente rispettiamo l'autorità della Corte Ue", "un vivo dibattito è benvenuto e necessario": così dalla pagine del Guardian, il vice presidente di Google e responsabile dell'ufficio legale, David Drummond, torna sul tema del diritto all'oblio.

 

E annuncia un sito su cui si trovano i nomi e le bio dei membri del comitato istituito ad hoc sul tema e anche un modulo con cui gli internauti possono esprimere opinioni sul diritto all’oblio.

Vi fanno parte, tra gli altri, Jimmy Wales di Wikipedia, l’italiano Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’università di Oxford, e Sylvie Kauffmann, direttore editoriale del quotidiano francese Le Monde.  

A partire dall’autunno il comitato terrà consultazioni in Europa che Google ha intenzione di trasmettere in streaming in diretta. Inviterà anche i governi, le aziende, i media, il mondo accademico, il settore tecnologico, le organizzazioni che si occupano di tutela dei dati “al fine di far emergere e approfondire le relazioni complesse che intercorrono tra il diritto di sapere e il diritto alla privacy”.

“Stiamo facendo del nostro meglio per attenerci alla sentenza rapidamente e responsabilmente – aggiunge Drummond -. E’ un compito enorme, dal momento che da maggio abbiamo ricevuto più di 70.000 richieste che riguardano 250.000 pagine web”.

“Gli esempi che abbiamo visto finora evidenziano i difficili giudizi di valore che i motori di ricerca e la società Europea devono ora affrontare – spiega Drummond -: ex politici che vogliono far rimuovere messaggi che criticano le loro politiche quando erano in carica; criminali violenti che chiedono di cancellare articoli sui loro crimini; recensioni negative su professionisti come architetti e insegnanti. Naturalmente, in soli due mesi – osserva -, il nostro processo è ancora molto in fase di sviluppo. E’ per questo che la scorsa settimana abbiamo erroneamente rimosso i link ad alcuni articoli (da allora i link sono stati ripristinati)”.

“La buona notizia – conclude Drummond – è che il dibattito in corso fornirà elementi per lo sviluppo dei nostri principi, norme e pratiche – in particolare su come bilanciare il diritto alla privacy di una persona con il diritto all’informazione di un’altra”. E’ una questione complessa, senza facili risposte. Per questo un vivo dibattito è sia benvenuto sia necessario; in quanto, almeno su questo tema, nessun motore di ricerca ha una risposta immediata o perfetta”

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