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Banda larga. L’Europa è in ritardo, l’Italia di più. I dati in uno studio Usa.

L’Europa, com’è noto, è in ritardo nella corsa al consolidamento delle rete per la banda larga. I ricavi nelle telecomunicazioni hanno perso il 12% dal 2008, con conseguente carenza d’investimenti sulla banda larga, mai tanto necessari come ora. Servizi sempre più innovativi e clienti sempre più esigenti, infatti, richiedono una rete sempre più performante.

 

Potrà sembrare strano ma l’Europa non è l’unica ritardataria. Neppure la qualità della banda negli USA è eccellente. A criticarla, infatti, è stata di recente la SoftBank, sostenendo che la scarsa velocità del wireless collochi gli Stati Uniti appena sopra le Filippine.

 

Tuttavia se l’82% delle famiglie americane hanno accesso a internet, in Europa tale dato si attesa solamente al 54%. Questo risultato sia in buona parte dovuto a un approccio normativo decisamente più “internet friendly”, come rivela uno studio pubblicato dalla Università Law School della Pennsylvania.

 

Ovviamente un ruolo importante lo hanno avuto anche gli investimenti, dove si osserva una contraddizione in termini tra i due continenti: per ogni nucleo familiare negli USA – dove la modernizzazione delle infrastrutture è stata affidata a società private – sono stati investiti circa 562 dollari mentre in Europa, dove la banda larga viene considerata servizio pubblico, appena 244.

 

Ciò nonostante la Commissione Federale USA per le Comunicazioni continua a sostenere il modello europeo, favorevole alla net-neutrality, che, invece, non convince i fornitori di banda larga come Comcast, Verizon e AT&T che si dichiarano contrari, asserendo che tale percorso da un lato provocherebbe una diminuzione degli investimenti e dall’altro lato farebbe lievitare i costi. Infatti il prezzo per l’accesso alla banda larga è decisamente più basso negli USA. Ad essere più caro è il costo legato al servizio di alta velocità anche se le famiglie americane consumano il 50% in più rispetto alle famiglie europee.

 

L’Università Law School ha pubblicato lo studio completo, dal quale si possono desumere alcuni dati salienti, particolarmente significativi per l’Europa per l’Italia in particolare:

 

Nel 2012 gli USA hanno coperto con la rete internet a 25 Mbps l’82% della superficie nazionale, l’Europa solo il 54%. In Italia? Poco sotto la media Europea, 53%.

Nelle zone rurali la copertura negli USA è pari al 48%, in Europa è pari al 12%, mentre la copertura FTTP (collegamento in fibra ottica) negli USA è del 23% contro il 12% in Europa.

La copertura LTE (banda larga in mobilità)negli USA arriva all’86% contro il 27% in Europa. Ed è forse questo il dato più inquietante, visto l’enorme aumento che il traffico dati in mobilità sta conoscendo.

Le aziende italiane chiedono da tempo che si intervenga, la banda larga è una infrastruttura cruciale per rilanciare la crescita economica.

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