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Deserto Tunisino

Portare il mare nel deserto tunisino: ecco come si crea lavoro

Il progetto (tutto italiano) di un mare nel deserto tunisino creerà lavoro e rivoluzionerà la vita dei cittadini del posto Portare il mare nel deserto tunisino. Sembra utopia e invece è una possibile realtà di cui si è fatto fautore un ingegnere italiano, Antonio de Martini, figlio del pluridecorato generale, Francesco. L’idea è quella di…

Portare il mare nel deserto tunisino. Sembra utopia e invece è una possibile realtà di cui si è fatto fautore un ingegnere italiano, Antonio de Martini, figlio del pluridecorato generale, Francesco. L’idea è quella di scavare un canale che porterebbe l’acqua del Mediterraneo tra le calde sabbie, rivoluzionando la vita dei cittadini del posto.

Antonio de Martini conosce bene la zona: n Tunisia fu responsabile amministrativo per la realizzazione di un villaggio turistico a Gadés a fine anni Sessanta. Ultimamente

I risvolti economici del mare nel deserto tunisino

I benefici del progetto sarebbero numerosi. Primo fra tutti l’occupazione (l’idea nasce anche per questo). Antonio de Martini vorrebbe far scavare in Tunisia il letto di un lago prosciugato (lo Chott el Jerid, noto agli antichi col nome di lago Tritone) con ‘pale e picconi, così lavorano in molti’. In questo modo il maggior numero possibile di giovani troverà un’occupazione, rinunciando a migrare verso le coste italiane. Tecnologia sì, ma solo quella necessaria.

Il progetto avrebbe anche altri risvolti economici e ambientali, ravvivando una zona al momento ‘morta’.

deserto tunisino

La realizzazione del canale

Il canale che collegherebbe il deserto con il mare Mediterraneo dovrebbe esser lungo 25 chilometri e profondo dieci metri. La distesa di acqua del bacino lacustre dovrebbe essere pari ad oltre 6mila e 700 chilometri quadrati.

E la terra rimossa? ‘Servirà a formare due isole utili per la sosta degli uccelli migratori che sono molto numerosi nella zona’, come ha dichiarato de Martini in una intervista al Corriere della Sera.

La realizzazione del canale sembra piacere al governo tunisino, che si è detto molto interessato alla realizzazione del progetto. Per il via si attende solo il finanziamento, che dovrebbe partire da alcune banche svizzere.

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