skip to Main Content

Risalita Pil

Il Pil, i dati sull’altalena e le euforie da evitare. Il report Intesa Sanpaolo

Il commento di Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, sul dato Pil nel 4° trimestre Il Pil italiano è cresciuto di 0,3% t/t nel 4° trimestre. Il rallentamento non è sorprendente a nostro avviso, visto il minor vigore dell’attività industriale negli ultimi tre mesi dell’anno. Nel trimestre comunque un contributo…

Il Pil italiano è cresciuto di 0,3% t/t nel 4° trimestre. Il rallentamento non è sorprendente a nostro avviso, visto il minor vigore dell’attività industriale negli ultimi tre mesi dell’anno.

Nel trimestre comunque un contributo positivo è venuto sia dall’industria che dai servizi, e sia dalla domanda interna che dal commercio estero. Il 2017 chiude con una crescita corretta per i giorni lavorativi di 1,5%, in linea con le attese.

Stimiamo che il Pil possa riguadagnare velocità in termini congiunturali già dal trimestre in corso, a 0,4% t/t. Non è da escludere poi che nel corso dell’anno un effetto negativo derivante dal cambio forte o dall’eventuale incertezza politica possa manifestarsi, ma confermiamo per l’intero 2018 la nostra stima di una crescita del Pil dell’1,3% (ovvero solo marginalmente inferiore a quella registrata nel 2017).

Il Pil italiano è cresciuto di 0,3% t/t nel 4° trimestre 2017, un decimo in meno rispetto allo 0,4% t/t dei tre mesi precedenti. Il dato è risultato inferiore alle aspettative di consenso, che vedevano una crescita invariata allo 0,4%. La nostra stima era per un rallentamento (a 0,2%, su cui peraltro segnalavamo rischi verso l’alto dopo il dato di venerdì scorso sulla produzione industriale di dicembre).

La variazione annua del Pil è anch’essa rallentata marginalmente, a 1,6% da 1,7% precedente, che peraltro rappresentava un record da sei anni e mezzo (anche se il livello del PIL reale resta del 5,7% inferiore rispetto ai picchi pre-crisi).

Il 2017 ha chiuso con una espansione pari a 1,5% (dato corretto per gli effetti di calendario) ovvero in linea con le attese. Si tratta di un massimo da sette anni. Il dato non corretto per i giorni lavorativi è 1,4%.

Il dettaglio per componenti di domanda non è ancora noto (verrà diffuso in occasione della seconda lettura il prossimo 2 di marzo). Tuttavia, secondo quanto comunicato dall’Istat:

a) come il trimestre precedente, l’espansione è il risultato di una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi (a fronte di un calo nell’agricoltura); stimiamo vi sia stato un rallentamento del valore aggiunto nell’industria (dopo due trimestri molto forti), a fronte di una accelerazione nei servizi;

b) anche in questo caso come nei tre mesi precedenti, la crescita è venuta sia dalla domanda domestica che dal commercio con l’estero. Dal lato della domanda interna, stimiamo comunque nel trimestre una possibile decelerazione “fisiologica” per gli investimenti in macchinari e attrezzature dopo il balzo record su base congiunturale visto in estate (+6% t/t). Gli scambi con l’estero hanno dato un apporto positivo in un quadro di accelerazione per entrambi i flussi (ma più marcata per l’export che per l’import). Il contributo delle scorte potrebbe essere ancora una volta speculare a quello del commercio estero e perciò risultare ancora negativo, anche se in minor misura rispetto al -0,5% t/t visto in estate.

Tenuto conto dell’ottima chiusura d’anno per la produzione industriale, nonché dei livelli ancora più che espansivi degli indici di fiducia, pensiamo che il Pil possa riguadagnare velocità in termini congiunturali già dal trimestre in corso, a 0,4% t/t.

Non è da escludere poi che nel corso dell’anno un effetto negativo derivante dal cambio forte o dall’eventuale incertezza politica possa manifestarsi, ma per il momento non si vedono segnali in tal senso. Per l’intero 2018 confermiamo la nostra stima di una crescita del Pil dell’1,3% ovvero solo marginalmente inferiore a quella registrata nel 2017.

Back To Top