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Persidera, in 4 si contendono la società di multiplex

Rai Way vorrebbe Persidera, ma è alla ricerca di un alleato, per attenersi alle indicazioni della Commissione Ue, contraria al fatto che un singolo operatore possa detenere più di cinque multiplex Manca poco più di un mese alla presentazione delle offerte vincolanti su Persidera, ma i contendenti ci sono già. Al momento sono 4 i soggetti…

Rai Way vorrebbe Persidera, ma è alla ricerca di un alleato, per attenersi alle indicazioni della Commissione Ue, contraria al fatto che un singolo operatore possa detenere più di cinque multiplex

Manca poco più di un mese alla presentazione delle offerte vincolanti su Persidera, ma i contendenti ci sono già. Al momento sono 4 i soggetti che vorrebbero accaparrarsi la  joint venture tra Telecom Italia Media Broadcasting (gruppo Telecom, 70% intestato alla capogruppo TI spa) e Rete A (gruppo L’Espresso, 30%).

La società è un operatore di rete con cinque multiplex digitali (precedentemente in mano a La7), con sede a Roma, finita sul mercato n seguito all’impegno preso da Vivendi con Bruxelles. La Commissione Europea, ha subordinato il via libera al controllo de facto di Vivendi su Telecom, arrivato il 30 maggio scorso, alla cessione di Persidera, per problemi di concorrenza. La Commissione ha analizzato la questione, evidenziando che dopo l’acquisizione del controllo de facto di Vivendi su Telecom, la società d’Oltralpe avrebbe condizioni favorevoli per alzare i prezzi a carico dei canali televisivi nel mercato dell’accesso all’ingrosso alle reti del digitale terrestre, in cui Persidera e Mediaset possiedono entrambe una quota significativa. Ci spieghiamo meglio: sommando i mux di Persidera con quelli di Mediaset (di cui Vivendi detiene il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto), Vivendi supera la quota di mercato del 50% nel canali tv digitali terrestri. I numeri le darebbero una posizione di forza che potrebbe giustificare eventuali rialzi di prezzi, costringendo i canali tv a sostenere costi maggiori per raggiungere il loro pubblico in Italia. Vivendi trarrebbe i benefici di una strategia simile attraverso Persidera, oppure indirettamente, attraverso la quota di minoranza in Mediaset.

A voler approfittare di questa subordinazione, come dicevamo, sono ben 4 soggetti: Rai Way, società delle torri controllata dalla Rai, i due fondi F2i, Clessidra e un altro investitore finanziario italiano di cui finora non è trapelato il nome. Rai Way è l’unico soggetto industriale, ma per attenersi alle indicazioni della Commissione Ue, contraria al fatto che un singolo operatore possa detenere più di cinque multiplex, la società potrebbe cercare un alleato, puntando a gestire l’attività di operatore di rete senza avere il controllo dell’asset.

Telecom timTim vorrebbe vendere la società di cui possiede il 70% a 350 milioni di euro, secondo le indiscrezioni di Bloomberg. Difficile dire se le offerte soddisferanno Telecom, ma quel che è certo è che Persidera è una società in buona salute. Nel 2016 ha realizzato ricavi per 80,8 milioni, con un margine operativo lordo di 42 milioni. Le infrastrutture ospitano i canali in chiaro di Sky, Discovery e Viacom.

Ma quanto vale Persidera? É questo uno dei nodi principali della questione. Telecom possiede il 70% della società ed è per questo che avrebbe affidato a Credit Suisse una valutazione che è funzionale a regolare i suoi rapporti con l’azionista di minoranza. A Gedi, ricordiamo, in base a vecchi accordi, spetta un diritto di co-vendita, dunque la possibilità di cedere la sua quota in caso di cessione del pacchetto di maggioranza, mentre Telecom piò avvalersi del diritto di trascinamento, ovvero della possibilità di estendere ai soci di minoranza l’offerta ricevuta per il proprio pacchetto di maggioranza.

La questione della Rete

L’altro importante Dossier sulla scrivania di Amos Genish, nuovo amministratore delegato della società di telecomunicazioni, è quello della rete. E proprio su questo, Genish si è espresso nelle scorse ore, intervenendo durante gli “Stati generali delle telecomunicazioni, l’Italia alla svolta dell’Ultrabroadband”.

“Sulla banda larga, l’Italia inizia a essere in linea con il resto d’Europa, c’è stato un miglioramento deciso che continuerà nei prossimi anni. Il settore in cui c’è più da lavorare in questo momento è la penetrazione dell’ultrabroadband, ma credo che l’Italia possa centrare gli obiettivi fissati dall’Ue per il 2020”, avrebbe affermato Genish, precisando che Tim non starebbe valutando l’ipotesi di scorporo della rete. La parità di accesso alla rete “funziona, Tim sta facendo meglio di British Telecom con Open Reach. Bisogna togliersi dalla testa che la separazione della rete sia la soluzione ai problemi di connettività. In Italia qualunque player può accedere completamente alla nostra rete”.

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