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Nuovo welfare, formazione continua e modelli AI-based per non perdere il lavoro

Che cosa è emerso nel corso dell'evento R Talk — L’Evoluzione del Lavoro tra Innovazione e Sostenibilità, organizzato da Rcs Academy in collaborazione con Corriere della Sera.

Contrastare il mismatch nel mercato del lavoro, valorizzare il capitale umano, potenziare reskilling e upskilling continui, riformare il welfare generativo, ridefinire la cultura aziendale e i modelli di leadership e adattare i modelli organizzativi all’era dell’AI. Sono i pilastri della strategia per aiutare le aziende a sfruttare il pieno potenziale dell’innovazione tecnologica, al fine di diventare più competitive e recuperare il gap salariale con i Big dell’Ue. Sono solo alcuni degli spunti emersi nel corso dell’evento R Talk — L’Evoluzione del Lavoro tra Innovazione e Sostenibilità, organizzato da Rcs Academy in collaborazione con Corriere della Sera.

FAVA (INPS): “IMPORTANTE GOVERNARE, NON SUBIRE L’IA”

Il segreto per non soccombere all’Innovazione tecnologica è governarlo, invece di subirlo, ha sottolineato Gabriele Fava, presidente dell’INPS.

“Vogliamo governare non subire l’IA. Il 46% della popolazione adulta possiede conoscenze digitali di base, solo il 22% ha competenze avanzate. Bisogna fornire alle imprese le competenze che cercano. Il mondo scolastico e il tessuto produttivo devono dialogare e lavorare insieme per formare le figure professionali che servono oggi nel lavoro. Oggi abbiamo 27 milioni di assicurati, 1 milione in mezzo in più del 2019, così facendo la base contributiva si allarga. È importante però parlare nel linguaggio dei giovani per dialogare meglio con loro e offrirgli una guida”, ha detto Gabriele Fava, presidente dell’INPS, nel corso dell’evento R Talk — L’Evoluzione del Lavoro tra Innovazione e Sostenibilità, organizzato da Rcs Academy in collaborazione con Corriere della Sera.

Arrivano buone notizie sul fronte dell’occupazione. “Possiamo attenderci un outlook relativamente positivo: l’occupazione continuerà a crescere nei prossimi mesi. È cresciuta nel pubblico e nelle costruzioni, ma anche in informazione e comunicazione, nonché nei servizi professionali. Ci si attende un graduale aumento della qualità dell’occupazione. C’è moderato ottimismo nonostante le incertezze. In Italia storicamente esiste un tema di lavoro povero di ampi settori a valore aggiunto”, ha sottolineato Andrea Garnero, Economista del lavoro Direzione per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali dell’OCSE.

IL PARADOSSO DELL’OCCUPAZIONE

L’occupazione vive un paradosso: il lavoro c’è, le competenze no. Il mismatch tra domanda e offerta di competenze digitali, secondo gli esperti interventi nel corso dell’evento, può essere superato rafforzando il dialogo tra imprese e mondo della formazione, aggiornando i curricula scolastici/accademici, favorendo apprendistati e tirocini innovativi e valorizzando la transizione lavorativa attraverso supporti concreti. Per realizzare questo obiettivo, però, servirà coordinamento istituzionale e incentivi.

UN NUOVO WELFARE GENERATIVO

Il welfare deve cambiare volto, passando da un modello passivo a uno generativo, secondo gli esperti intervenuti nel corso dell’evento di Rcs Academy. Per realizzare questa transizione, però, serve la volontà politica. In quest’ottica, si dovranno ripensare gli strumenti di welfare per andare incontro ai bisogni reali dei lavoratori: salute mentale, flessibilità, ascolto. Inoltre, sarà importante integrare forme di welfare che si attivino nei momenti di transizione.

IL RUOLO DELLE AZIENDE

Le aziende avranno un ruolo centrale nella transizione del mondo del lavoro. In primo luogo, dovranno ridefinire la cultura aziendale, introdurre modelli di leadership partecipativa. Inoltre, dovranno tendere verso una maggiore flessibilità organizzativa, valorizzando le persone come asset strategico. In altre parole, le aziende dovranno adattare i modelli organizzativi all’era dell’AI, rendere le strutture aziendali più agili, sperimentare task force cross-funzionali, introdurre sperimentazioni con tecnologie AI in contesti pilota.  Si tratta di un vero cambio culturale , quindi richiede tempo, formazione manageriale e percorsi di accompagnamento, altrimenti si rischiano disallineamenti e resistenze interne.

RESKILLING   E UPSKILLING NON STOP

Reskilling e upskilling dovranno diventare attività sempre più diffuse e integrate nel lavoro. Per non perdere il treno dell’AI le aziende dovranno organizzare programmi formativi modulari, percorsi personalizzati, partnership con università e centri formativi, formazione sul campo legata all’AI. Per realizzare questi obiettivi, però, occorre allineare la velocità del cambiamento tecnologico alla capacità di attuazione delle imprese. Al tempo stesso, sarà sempre più importante garantire un accesso equo alle nuove tecnologie.

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