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Nexi

Tutti i progetti bancari di Nexi per lo sbarco in Borsa

Che cosa sta studiando il gruppo capeggiato da Paolo Bertoluzzo. Fatti, nomi, numeri e indiscrezioni   Nexi si spacchetta in vista dell’approdo in Borsa per il 2019-2020. Riorganizzazione delle attività e riassetto societario per il gruppo leader nei pagamenti elettronici. Obiettivo: aumentare il valore delle società. LE INDISCREZIONI Il gruppo guidato da Paolo Bertoluzzo, secondo…

Che cosa sta studiando il gruppo capeggiato da Paolo Bertoluzzo. Fatti, nomi, numeri e indiscrezioni

 

Nexi si spacchetta in vista dell’approdo in Borsa per il 2019-2020. Riorganizzazione delle attività e riassetto societario per il gruppo leader nei pagamenti elettronici. Obiettivo: aumentare il valore delle società.

LE INDISCREZIONI

Il gruppo guidato da Paolo Bertoluzzo, secondo le indiscrezioni di stampa, avrebbe infatti depositato una richiesta in Banca d’Italia per scorporare le attività dell’Istituto delle Banche Popolari dall’ex CartaSì, ora chiamata appunto Nexi.

IL PROGETTO

Scindendo il business dei pagamenti da quello bancario, rappresentato perlopiù dalle attività di banca depositaria, Nexi punta a valorizzare il suo core business, cioè i pagamenti, in vista della quotazione a Piazza Affari. “La separazione – ha scritto Mf/Milano Finanza – permetterebbe infatti agli azionisti di strappare multipli migliori in un settore che per i prossimi anni prospetta già ampi margini di crescita”.

I VANTAGGI

In aggiunta, tra i vnexiantaggi finanziari della scissione parziale (che trasferirà in un veicolo apposito le attività legate al mondo dei pagamenti) potrebbe esserci la possibilità di liberare capitale. La monetica richiede infatti requisiti patrimoniali inferiori all’attività bancaria tout court, circostanza che doterà Nexi di ulteriori munizioni per la crescita.

GLI OBIETTIVI

La separazione permetterebbe agli azionisti Advent, Bain Capital e Clessidra  – secondo gli analisti – di strappare multipli migliori in un settore che per i prossimi anni intravvede margini di crescita. Lo stesso discorso vale anche per le attività bancarie, che, una volta completata la quotazione e l’exit dei private equity, potrebbero essere valorizzate a condizioni di favore, aggiunge Mf.

I NUMERI

Il nuovo istituto, con un patrimonio di quasi 600 milioni e privo di indebitamento finanziario, punta ad essere il leader italiano nel mercato dei fund services e dei transaction services, con 120 banche clienti e 460 milioni di transazioni gestite ogni anno.

I MANAGER

Per realizzare il progetto, Bertoluzzo – ha scritto oggi Repubblica – avrebbe scelto un nome di peso a cui affidare l’attività che oggi è guidata da Paolo Tadini. Vale a dire Fabrizio Viola ex numero uno di Mps, Bpm e poi di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Bertoluzzo al suo fianco ha voluto Bernardo Mingrone, ex direttore finanziario di Pioneer-Unicredit e poi di Mps proprio ai tempi in cui Viola è stato amministratore delegato a Siena.

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