skip to Main Content

Lactalis lancia Opa Parmalat. E annuncia delisting da Piazza Affari

Lactalis tenta l’assalto finale a Parmalat: lancia un’Opa totalitaria sul 12,6% del capitale non ancora posseduto Sofil, controllata del gruppo francese Lactalis, di  proprietà della famiglia Besnier, ha annunciato, prima dell’apertura dei mercati, il lancio di un’Opa (Offerta pubblica di acquisto) totalitaria sul 12,6% del capitale non ancora posseduto di Parmalat, a 2,8 euro per…

Lactalis tenta l’assalto finale a Parmalat: lancia un’Opa totalitaria sul 12,6% del capitale non ancora posseduto

Sofil, controllata del gruppo francese Lactalis, di  proprietà della famiglia Besnier, ha annunciato, prima dell’apertura dei mercati, il lancio di un’Opa (Offerta pubblica di acquisto) totalitaria sul 12,6% del capitale non ancora posseduto di Parmalat, a 2,8 euro per azione, con un premio dell’8,5% sul prezzo di Borsa di venerdì 23 dicembre. Non solo.

La società d’Oltralpe ha anche annunciato il delisting del titolo italiano da Piazza Affari, con l’obiettivo di “continuare a sostenere la crescita dell’emittente”, ovvero di Parmalat.

L’Opa Parmalat

Lactalis, come detto in precedenza, già detiene l’87,74% del capitale del gruppo italiano, attraverso la sua controllata Sofil. L’Opa lanciata dalla società francese, dunque, riguarda 287,3 milioni di azioni, pari al 12,26% del capitale sociale di Parmalat. In caso di adesione totalitaria, l’esborso sarà di 804,4 milioni di euro e sarà finanziato con linee di credito.

parmalatL’offerta, di cui non è noto ancora il periodo di validità, sarà valida se Sofil raggiungerà il 90,5% del capitale. Il Gruppo Lactalis, si legge nella nota diffusa dalla società francese, è convinto che nel lungo periodo, è possibile perseguire l’obiettivo di crescita di Parmalat “più agevolmente ed efficacemente” grazie “ad una ristretta base azionaria, piuttosto che con un azionariato diffuso, ed in una situazione, qual è quella derivante dalla perdita dello status di società quotata, caratterizzata da minori oneri e maggiore flessibilità gestionale e organizzativa”.

La decisione dovrebbe rappresentare, per gli azionisti dell’azienda italiana, “un’opportunità di disinvestimento da un titolo il cui andamento è stato caratterizzato da un esiguo volume medio giornaliero di scambi, a fronte del limitato flottante risultante a seguito della precedente offerta pubblica di acquisto volontaria nel 2011”, che aveva portato gli stessi Besnier a controllare oltre l’87% di Collecchio.

La storia dell’azienda di Parma

La storia di Parmalat ha inizio nel 1961, quando a Colecchio  viene fondata l’azienda Dietalat, dal ventiduenne Calisto Tanzi, successivamente ribattezzata Parmalat S.p.A., multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo.

Negli anni Novanta arriva la quotazione in Borsa dell’azienda di Parma: la decisione, però, già nascondeva le prime difficoltà industriali e finanziarie. Tutto poi crolla nel 2013: a causa di un crac da 14 miliardi di euro, Parmalat e numerose altre società del vecchio Gruppo vengono ammesse alle procedure di Amministrazione Straordinaria. Durante questo periodo vengono predisposti il Piano di Ristrutturazione del Gruppo Parmalat ed il Concordato con i creditori, parte integrante del Piano.

Il Concordato prevede la costituzione di una distinta persona giuridica, la “nuova” Parmalat S.p.A., nella quale a partire dal 1° ottobre 2005 confluiscono 16 società del vecchio Gruppo Parmalat. Il 6 ottobre 2005 la società viene quotata alla Borsa di Milano e poi, dal 15 luglio 2011 Parmalat S.p.A. è controllata dal Gruppo francese Lactalis. La società d’Oltralpe in pochi anni ha conseguito il controllo del cda e ha continuato a comprare titoli sul mercato a ritmo costante.

Giunto all’87,74% del capitale, in questi giorni, Lactalis, attraverso la controllata Sofil, ha ritenuto fossero maturi i tempi per lanciare l’Opa. Questo dovrebbe rappresentare l’assalto finale al gruppo italiano.

Back To Top