Italia 2040, il governo Renzi si appresta a firmare un protocollo d’intesa con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che guiderà il progetto legato alla cittadella dell’innovazione. Pronti ingenti investimenti per trasformare l’area, che ha ospitato in questi sei mesi l’EXPO, in un polo mondiale per il miglioramento della vita.
Italia 2040
Un milione e centomila metri quadrati, tanto è vasta l’area che ha ospitato EXPO 2015. In questi giorni si è parlato molto del destino di questo immenso spazio e del suo possibile riutilizzo. La risposta di Matteo Renzi non si è fatta attendere. Oggi, presso il Teatro Piccolo di Milano, ha presentato il progetto che intende coinvolgere il maggior numero di soggetti possibile, continuando il percorso virtuoso intrapreso fino ad oggi tra il cardo e il decumano. Salute, nutrizione e sostenibilità, questo il paradigma comune delle attività che si svolgeranno all’interno del polo. L’idea è quella di mettere insieme le migliori eccellenze del nostro paese, cercare di far rientrare a casa parte delle migliaia di “cervelli in fuga” e creare sinergie tra pubblico e privato. Un posto dove poter curare la nascita delle startup e sviluppare tutti quei comparti in cui la ricerca italiana va forte ed è riconosciuta nel mondo, in modo da farne un centro di attrazione internazionale, magari prendendo le mosse da altre esperienze europee come quella del Poblenou a Barcellona.
L’eccellenza mondiale nel nostro paese
L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova è un centro statale di ricerca scientifica, governato da una fondazione privata, nato con lo scopo di diventare un punto di riferimento internazionale per la ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico. È attivo principalmente nei campi della robotica, delle neuroscienze, della nanochimica, delle nanostrutture e della nanofisica. Probabilmente tutti lo ricordiamo grazie ad Icub, l’androide balzato agli onori della cronaca dopo la presentazione in prima serata negli studi di Ballarò, sviluppato presso i laboratori di Genova. Sarà proprio l’IIT a gestire la costruzione di questo polo d’eccellenza con la collaborazione dell’Institute for international interchange di Torino e l’Edmund Mach Foundation di Trento, nonché delle università di Milano. Nessuno verrà escluso, Renzi non ha alcuna intenzione di cedere su questo punto: “Non lasceremo il progetto in mano ai campanili”, ha ricordato dal palco del Piccolo. I numeri parlano di un impegno da parte del governo per 150 milioni di euro all’anno per il prossimo decennio e di 1600 scienziati che verranno impiegati nel progetto che renderà grande l’area di Rho. Si parte con sei laboratori: Oncogenomica, Neurogenomica, Cibo e Nutrizione, Sviluppo dei Modelli di Analisi dei Big Data, Software e Bioinformatica, Impatto Socioeconomico. L’intenzione è quella di iniziare immediatamente il dibattito, già con il prossimo Consiglio dei Ministri di venerdì.