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Vitalizi

Abolizione vitalizi: cosa prevede la nuova legge. Focus

Alla Camera si vota la proposta di legge Richetti, che propone il ricalcolo dei vitalizi anche agli ex parlamentari   Scontro al Governo sul tema vitalizi. In queste ore l’Aula della Camera dei deputati è chiamata a votare sulla proposta di legge di Matteo Richetti (Pd), che propone il taglio dei vitalizi vecchio stile agli…

Alla Camera si vota la proposta di legge Richetti, che propone il ricalcolo dei vitalizi anche agli ex parlamentari

 

Scontro al Governo sul tema vitalizi. In queste ore l’Aula della Camera dei deputati è chiamata a votare sulla proposta di legge di Matteo Richetti (Pd), che propone il taglio dei vitalizi vecchio stile agli ex parlamentari, con l’introduzione di un sistema contributivo.

Il provvedimento, che per passare esecutivo avrà anche bisogno del non scontato via libera del Senato, ha trovato l’approvazione di una maggioranza trasversale: Pd, M5S, Lega, Fdi e Sinistra Italiana. E mentre Mdp si asterrà, Forza Italia voterà contro. Ma andiamo per gradi.

Cosa è un vitalizio?

vitaliziPer vitalizio dei parlamentari si intende un assegno mensile che viene da questi percepito, generalmente, a partire dal compimento del 65° anno di età.

La riforma Fornero

Dal 2012, sarebbe più corretto parlare di ‘pensioni dei parlamentari’e non di ‘vitalizi’, aboliti con la riforma Fornero del Decreto Legge Salva Italia. Dal l 1° gennaio di quell’anno, infatti, è stato introdotto il nuovo trattamento previdenziale dei parlamentari. In pratica, il valore dell’assegno di basa sul sistema di calcolo contributivo e non più su quello retributivo.

Non solo. In base alle nuove norme, per ottenere l’assegno pensionistico occorre aver svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni e aver compiuto 65 anni di età. E per ogni anno di mandato oltre il quinto il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni.

A conseguenza della riforma, l’assegno viene ridotto notevolmente. In base ai conti effettuati dalla Camera dei deputati, un deputato eletto nel 2013, a 27 anni, che cessa il suo mandato nel 2018 senza essere riconfermato per il secondo, percepisce a partire dai suoi 65 anni di età una pensione compresa tra i 900 e i 970 euro al mese . Un deputato eletto sempre nel 2013 a 39 anni e riconfermato fino al 2023, con due legislature alle spalle, potrà andare in pensione nel 2034 (a 60 anni) con un assegno di circa 1.500 euro al mese. In antrambe i casi, il calcolo della pensione parlamentare è fatto ipotizzano che i contributi accantonati nell’arco della carriera parlamentare dai due ipotetici deputati siano gli unici versamenti effettuati nell’intera vita lavorativa.

Le riforme precedenti

Quello dei vitalizi è stato un tema sempre molto discusso dall’opinione pubblica. E prima della riforma del 2012 una via verso una riduzione degli assegni era stata già tracciata. Nel lontano 1997, infatti, una riforma ha imposto il limite di età di 65 anni per incassare il vitalizio (prima non era previsto alcun limite).

Nel 2007, poi, una nuova riforma ha ridotto l’entità di queste prestazioni e “raddoppiato il periodo minimo di mandato richiesto per maturare il diritto all’assegno, portandolo da 2 anni e 6 mesi a 5 anni”.

Cosa prevede la Legge Richetti

Matteo Richetti
Matteo Richetti (Pd)

Passiamo alla proposta Richetti, ora in discussione e poi al voto alla Camera. Le norme puntano all’abolizione per tutti degli attuali vitalizi e all’estensione ai parlamentari (e ai consiglieri regionali) del trattamento previdenziale oggi previsto per i lavoratori dipendenti, basato sul metodo contributivo. In base a quanto previsto dalla legge il ricalcolo dovrebbe anche coinvolgere “i trattamenti previdenziali in essere, compresi i vitalizi attualmente percepiti che vengono definitivamente aboliti”. In pratica, anche gli ex parlamentari che ad oggi beneficiano della rendita vitalizia, si vedranno ricalcolati gli importi con il sistema contributivo. La Riforma Fornero, infatti, rimodulava le pensioni parlamentari solo per i nuovi eletti.

La legge, come è facile immaginare, non è ben accolta da tutti e oltre all’ira degli ex parlamentari, vede la contrarietà dei centristi e di Forza Italia.

Con legge Richetti si risparmia 760 milioni di euro nei prossimi 10 anni

Le nuove norme comportano un ricalcolo dei vitalizi parlamentari, su base contributiva, e un taglio medio del 40% degli assegni pensionistici degli ex deputati e senatori. A fornire il dato è stato, un anno fa, il presidente dell’Inps Tito Boeri, alla commissione Affari costituzionali. Ben il 96% degli ex parlamentari rischia di subire un taglio dell’assegno.

Attualmente sono circa 2.600 i vitalizi in pagamento, per cariche elettive alla Camera o al Senato, per una spesa complessiva di 190 milioni di euro (cifra, sottostimata perchè sono stati esclusi eventuali anni di servizio presso il Parlamento europeo o presso Consigli Regionali”. Con la nuova riforma sugli assegni degli ex parlamentari, invece,  la spesa scenderebbe a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro all’anno. E di 760 milioni nei prossimi 10 anni.

Riforma Vitalizi: non è precedente per ricalcolo pensioni cittadini

Diversi gli ememdamenti proposti in fase di discussione alla legge sui vitalizi. Uno di questi, in particolare, evidenzia che la formula di ricalcolo su base contributiva non potrà “in nessun caso essere applicata alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti ed autonomi”. In pratica, rispondendo ai timori di chi si è detto contrario a questa riforma, il Governo assicura che il ricalcolo dei vitalizi non costituisce un precedente per un eventuale ricalcolo anche delle pensioni dei cittadini comuni.

È stato anche approvato un emendamento che cancella l’articolo 5 del testo uscito dalla commissione, in base a cui veniva istituita, presso l’’Inps, un’apposita gestione separata delle risorse destinate al trattamento previdenziale dei parlamentari. L’erogazione degli assegni resta così in capo al Parlamento.

La sospensione del pagamento della pensione parlamentare

Amministrative 2016La sospensione del pagamento del vitalizio viene attuata nel caso in cui l’ex deputato o senatore sia rieletto al Parlamento nazionale, al Parlamento europeo o a un Consiglio regionale, oppure sia nominato componente del Governo nazionale, assessore regionale o “titolare di incarico istituzionale per il quale la Costituzione o altra legge costituzionale prevede l’incompatibilità con il mandato parlamentare”.

E non solo. La pensione parlamentare viene sospesa anche se l’ex onorevole ottiene un incarico “per il quale la legge ordinaria prevede l’incompatibilità con il mandato parlamentare, ove l’importo della relativa indennità sia superiore al 50 per cento dell’indennità parlamentare”.

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