Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, onorevole Fratoianni.
Desidero preliminarmente ricordare, come lei stesso ha riferito, che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX. Colgo poi l’opportunità per precisare che anche la Difesa non ha approvato alcun accordo al riguardo.
Per quanto di interesse del Dicastero – la seconda parte della sua domanda – evidenzio che le nostre Forze armate sono chiamate spesso a operare a tutela degli interessi nazionali oggi più che mai anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture.
Nell’anno appena concluso, a titolo di esempio, siamo stati presenti nel quadrante indo-pacifico nell’Africa, in Medio Oriente, nel Nord ed Est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione.
In ambito nazionale, a livello militare, detti servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria Sicral che sono affidabili, ma offrono una copertura geografica e banda limitate. Ne consegue che la Difesa è interessata – anzi obbligata, forse – a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità, copertura e minor tempo di latenza. In merito l’Autorità delegata per lo spazio ha dato mandato all’ASI di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo.
A livello europeo rammento che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come IRIS 2, prevederà a regime circa 290 satelliti con i tempi di realizzazione ancora da quantificare e comunque che oggi si collocano oltre il 2030. Le citate iniziative di grande interesse per la Difesa quando disponibili potranno certamente contribuire ad assicurare quanto necessario alle nostre Forze armate.
Per quanto precede sussiste, quindi, l’esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari e/o di collaborazione.
Relativamente a SpaceX, che conta oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000, è oggi un operatore che riunisce requisiti e possiede capacità necessarie per servire il servizio in parola, ma questo non esclude che un Paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire l’instradamento e la cifratura dei suoi dati sensibili utilizzando apparati e tecnologie proprietarie, a ulteriore tutela degli interessi nazionali.
Soggiungo, infine, che laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali a vantaggio anche di altri Dicasteri e istituzioni, qualora il Governo dovesse orientarsi e optare per questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare.