Momenti di tensione in commissione difesa alla Camera prima del via libera al prosieguo di un programma che prevede l’acquisto di strumenti tecnologici da Elta Systems Ltd, sussidiaria del gruppo Israel Aerospace Industries, di proprietà del governo.
Lo scorso 16 aprile l’esecutivo ha trasmesso a Camera e Senato lo schema di decreto riguardo il Programma pluriennale di A/R n. SMD 19/2024, relativo alla prosecuzione dei già avviati ed approvati programmi di A/R n. SMD 03/2020 e SMD 37/2021, finalizzati alla progressiva implementazione di suite operative “Multi-Missione MultiSensore” (MMMS) su piattaforma condivisa Gulfstream G550 “Green” base JAMMS.
Quest’ultima è la piattaforma commerciale Gulfstream G550, successivamente modificata in parte dalla ditta costruttrice stessa (Type A modification) Gulfstream Aerospace della statunitense General Dynamics, ed in parte da Elta Systems Ltd ad Ashdod, Israele, con l’allestimento ed il montaggio dei sistemi di missione (Type B modification), sussidiaria di Israel Aerospace Industries (IAI). Attualmente IAI è una delle tre grandi aziende di difesa israeliane, insieme a Rafael Advanced Defense Systems ed Elbit Systems. Elbit è l’unica azienda quotata in borsa; le altre due sono di proprietà statale.
Le opposizioni hanno spiegato che in ballo c’era “l’acquisto di radar e altri apparati elettronici dell’azienda di Stato Israel Aerospace Industries per i nostri aerei spia”.
Il provvedimento – che autorizza dunque l’acquisto di tecnologie militari dall’azienda israeliana Elta Systems Ltd – ha ricevuto l’approvazione.
La commissione Difesa del Senato dovrà esprimere il proprio parere entro il 26 maggio.
Tutti i dettagli sulla società Elta Systems, sussidiaria del gruppo Israel Aerospace Industries, di proprietà del governo israeliano.
IL PROVVEDIMENTO APPROVATO DAL PARLAMENTO
L’Italia acquisterà un ulteriore aereo radar G550 da destinarsi esclusivamente alla ricerca, sviluppo e testing di nuove funzionalità sviluppate dall’industria nazionale.
Un test bed nazionale, parrebbe di capire, per la valutazione di sistemi realizzati dall’industria nazionale, Leonardo piuttosto che ELT Group, osservava Rid.
Nel 2020 l’allora governo Conte ha deciso di potenziare la flotta, prevedendo l’acquisto di altri 8 velivoli.
Come ricordava di recente Repubblica, “il Gulfstream Caew è uno dei sistemi più avanzati del pianeta e costa mezzo miliardo di euro. Sorveglia tutto in un raggio di 370 chilometri: cielo, terra, mare, localizzando e seguendo una barchetta o un furgone”.
Pertanto, a regime, la Difesa italiana disporrà di una flotta di 10 G550 “speciali” in configurazione CAEW, SIGINT e EA, precisa ancora Rid.
COS’È ELTA SYSTEMS (GRUPPO IAI)
Fondata nel 1967, Elta Systems Ltd, controllata da Israel Aerospace Industries (IAI), è una delle principali aziende israeliane nel settore della difesa e leader globale nei settori dell’intelligence, della sorveglianza, dei velivoli da missione, dell’acquisizione e ricognizione di obiettivi (ISTAR), dell’allerta precoce e del controllo, della sicurezza nazionale (HLS), dell’autoprotezione e dell’autodifesa, delle applicazioni di controllo del fuoco e delle applicazioni di difesa informatica e intelligence.
COSA FA
Con sede nella città portuale di Ashdod, in Israele, Elta offre soluzioni complete, basate principalmente su sensori elettromagnetici avanzati sviluppati internamente, tra cui radar, sistemi di guerra elettronica e sistemi di comunicazione, si legge sul suo sito web.Grazie alle sue tecnologie di difesa avanzate, Elta è attiva anche nei mercati paramilitari e delle forze dell’ordine, spiega la società. Inoltre, dispone di una varietà di centri di eccellenza tecnologica unici, strutture all’avanguardia e infrastrutture nazionali, aggiunge l’azienda.
LA PROPRIETÀ
Israel Aerospace Industries (IAI) è interamente di proprietà dello Stato di Israele. È la principale azienda aerospaziale e della difesa del paese, con sede a Lod, e impiega circa 15.000 persone. IAI è considerata una “government-related entity” (GRE), ovvero un’entità collegata al governo, con un ruolo strategico per l’economia e la sicurezza nazionale israeliana.
Nel novembre 2020, una commissione ministeriale per la privatizzazione aveva approvato un piano per vendere fino al 49% delle azioni di IAI tramite un’offerta pubblica iniziale (Ipo) sulla Borsa di Tel Aviv. Tuttavia, l’operazione è stata posticipata a causa di discussioni sindacali e condizioni di mercato sfavorevoli. Al momento, l’azienda rimane completamente pubblica.
IAI produce prodotti per la difesa e per uso civile, tra cui velivoli, sistemi di difesa aerea e missilistica, sistemi aerei senza pilota (UAS), robotica terrestre, armi a guida di precisione, munizioni, satelliti e sistemi per attività spaziali.
In particolare, l’azienda produce il sistema di difesa aerea Arrow, il livello più alto del sistema di difesa aerea multistrato di Israele, che insieme hanno contribuito a difendere il Paese da razzi, droni e missili lanciati contro Israele da Hamas a Gaza, dagli Houthi in Yemen, da Hezbollah in Libano e, in due casi, direttamente dall’Iran.
Per quanto riguarda la controllata Elta, “Il legame tra Elta e l’esercito israeliano è strettissimo, tanto che il personale proviene da unità di élite delle Forze di difesa israeliane (Idf) o ancora vi presta servizio” ricorda Altreconomia.
I NUMERI
Nonostante la guerra in corso a Gaza e su più fronti scatenata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, l’IAI israeliana registra un record di ordini.
I dirigenti di Israel Aerospace Industries hanno recentemente dichiarato che la loro azienda ha registrato un utile lordo record nel 2024 e ha un portafoglio ordini più alto che mai, principalmente dall’estero.
“Ogni leader al mondo oggigiorno sa di dover proteggere la propria popolazione da guerre future”, ha affermato lo scorso marzo a il presidente e ceo di Israel Aerospace Industries, Boaz Levy, come riporta Breaking Defense.
Nei primi nove mesi del 2024, IAI ha registrato un utile record di 416 milioni di dollari, in crescita del 74% rispetto all’anno precedente. Le vendite sono aumentate del 13%, raggiungendo i 4,4 miliardi di dollari, in un contesto di intensificazione dei conflitti militari su più fronti nel Paese, mentre il portafoglio ordini di IAI è cresciuto di oltre 7 miliardi di dollari nell’ultimo anno, raggiungendo i 25 miliardi di dollari a fine settembre.
Levy ha affermato che circa l’80% del fatturato proviene dalle esportazioni all’estero.
L’IMPORTANZA DELL’EXPORT PER IAI
Sempre Breaking Defense segnala che il ceo di Israel Aerospace Industries ha affermato che, nonostante le condizioni senza precedenti della guerra, l’azienda non ha istituito cause di forza maggiore né ha rescisso i contratti con i clienti all’estero. Ha invece cercato di adempiere ai propri obblighi, come la vendita di Arrow alla Germania, finalizzata nel novembre 2023. Come sottolinea Defense News, Berlino sarà il primo Paese, oltre a Israele, a schierare il sistema. L’accordo, che ha un costo di circa 4 miliardi di dollari, include lanciatori, intercettori e il radar Green Pine, prodotto dalla controllata IAI Elta Systems. Anche la divisione tedesca di Mbda è coinvolta, producendo alcuni componenti in Germania.
Per adempiere alla commessa, “Abbiamo potenziato le nostre linee di produzione, il supporto e la manutenzione”, ha precisato Levy.
PROSSIMO STEP L’IPO
Il prossimo passo per IAI, secondo Levy, è quello di quotare l’azienda in borsa con un’offerta pubblica iniziale (IPO), un obiettivo che aveva già caldeggiato in precedenza.
“È essenziale per Israele e per l’azienda”, ha dichiarato il ceo di IAI. “Credo che accadrà”.
INTANTO IN ITALIA APPROVATO IL PROGRAMMA
Nel frattempo, tornando nel nostro paese, la commissione Difesa della Camera ha approvato lo schema di decreto ministeriale che autorizza l’esecutivo italiano ad acquistare tecnologie militari da Israele, in particolare la flotta di velivoli Gulfstream G550. Come già detto, il provvedimento è stato contestato in maniera veemente dalle opposizioni.
Dalla maggioranza è intervenuto il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè per smentire alcune affermazioni che gli erano state attribuite e per precisare: “La tecnologia di cui l’Italia si doterà nell’ambito di un programma che prevede solo in parte la partecipazione di un’azienda israeliana, non ha alcun uso offensivo ma servirà unicamente a garantire al nostro Paese di poter intercettare una minaccia salvaguardando dunque la sicurezza dei cittadini italiani”
LE PRECISAZIONI DEL MINISTRO DELLA DIFESA
Sempre ieri, rispondendo nell’Aula della Camera, per il question time, in riferimento all’import da Israele, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è soffermato sul piano di implementazione relativo al velivolo Gulfstream G550. “Di recente – ha detto – si è concluso l’iter di approvazione parlamentare per l’implementazione della suite operativa ‘Multi-missione Multi-sensore’ che ne amplia ulteriormente l’output operativo. Il programma in questione, inserito nel Documento programmatico pluriennale del 2024, prevede in particolare la realizzazione di tre versioni della citata suite, di cui solo una, che e’ denominata Caew, particolarmente necessaria alla difesa, prevede componentistica di emissione israeliana.
Allo stato attuale, mentre procedono le attività relative alle altre versioni e alle altre suite, in attesa di ulteriori valutazioni risultano sospese le integrazioni dei mission system di cui sopra, quelle relative alla variante Caew, proprio in ragione dell’origine israeliana della componentistica”.