Uno dei maggiori appaltatori della difesa di Israele, Elbit Systems, guarda anche al mercato italiano.
Negli ultimi mesi, la società ha accelerato la produzione di munizioni utilizzate dall’esercito israeliano sia a Gaza che al confine con il Libano contro Hezbollah, tra cui una varietà di droni d’attacco.
La settimana scorsa Elbit Systems ha comunicato di essersi aggiudicata un contratto da circa 200 milioni di dollari dal Ministero della Difesa israeliano per la fornitura di sistemi laser ad alta potenza (HEL) del sistema laser antiaereo “Iron Beam”.
Nel frattempo, l’azienda israeliana sta provando a vendere un missile intercettatore anche all’Italia.
“È un prodotto unico che ti difende da qualsiasi missile anticarro. Ti consente di identificare da dove viene la minaccia e lanciare subito il razzo intercettatore che la neutralizza. Il missile intercettatore viaggia a oltre 2000 metri al secondo. Lo abbiamo venduto all’Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Danimarca” ha spiegato un addetto stampa di Elbit in occasione della fiera del settore della difesa Mspo in Polonia lo scorso settembre, ai microfoni di Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci, andata in onda il 3 novembre. “E state provando a venderlo all’Italia?” chiede il giornalista di Report. “Si, ci stiamo provando e abbiamo ottime chance” ha replicato l’azienda.
Dovrebbe trattarsi del sistema Aps Iron Fist, in grado di ingaggiare e distruggere le minacce lanciando una carica esplosiva verso le vicinanze della minaccia in arrivo e facendola esplodere per creare un’onda d’urto che si infrange o devia la minaccia ad una distanza di sicurezza dalla piattaforma protetta.
Elbit Systems afferma che Iron Fist garantisce un’elevata protezione contro le minacce anticarro, aumentando la sopravvivenza dei veicoli militari e offrendo una protezione a 360 gradi.
Tutti i dettagli.
COSA FA ELBIT SYSTEMS
Considerata una delle principali aziende della difesa israeliana insieme a Rafael Advanced Defense Systems e Israel Aerospace Industries (IAI), Elbit Systems ha circa 40 filiali in tutto il mondo, tra cui negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Germania. Dallo scoppio della guerra a Gaza il 7 ottobre 2027, la società ha lanciato una serie di nuove tecnologie per l’esercito israeliano.
“Il portafoglio è stato migliorato drasticamente e questa guerra è stata un acceleratore per molti sviluppi. Le IDF (Israel Defense Forces) stanno utilizzando queste tecnologie ora e in futuro le porteremo anche al resto del mercato”, ha dichiarato la scorsa estate a Reuters il ceo Bezhalel Machlis. Tra queste rientrano UAV, sistemi di comunicazione e capacità di intelligenza artificiale.
“Vediamo molte più opportunità per noi nel mercato globale, non solo in Israele”, ha precisato Machlis, aggiungendo che data la sua pipeline “è abbastanza ovvio che la società continuerà a crescere molto rapidamente nei prossimi anni”. “Purtroppo, in questo momento ci sono molti conflitti a livello globale, e questi conflitti determinano grandi investimenti nella difesa… Il nostro portafoglio è molto ampio e possiamo trarne vantaggio”.
GLI ULTIMI NUMERI
Questa accelerazione si è già tradotta in numeri. Elbit ha registrato una crescita del fatturato dell’8% nel 2023. Con ricavi che hanno raggiunto i 5,97 miliardi di dollari, l’azienda ha registrato una crescita in tutti i settori, tra cui aerospaziale, C4I, cyber, ISTAR, EW e sistemi terrestri. I ricavi nella prima metà del 2024 hanno raggiunto i 3,2 miliardi di dollari. Il portafoglio ordini di Elbit Systems è aumentato a 17,8 miliardi di dollari, riflettendo una domanda sostenuta per le sue tecnologie di difesa.
In attesa dei risultati del terzo trimestre che saranno comunicati il prossimo 19 novembre, ricapitoliamo quelli del secondo trimestre 2024: i ricavi sono saliti a 1,63 miliardi di dollari da 1,45 miliardi. Circa il 27% delle vendite trimestrali di Elbit proviene da Israele, rispetto al 17% dell’anno scorso. Con il 29%, l’Europa è stata il cliente più grande, con il Nord America stabile al 23% ma l’Asia-Pacifico in calo al 15%.
IL SISTEMA IRON FIRST
Sviluppato nei primi anni 2000, Iron Fist è il sistema di protezione attiva di seconda generazione delle Forze di difesa israeliane. È caratterizzato da elevate prestazioni e bassi requisiti in termini di volume, peso e potenza. Il sistema offre una protezione a 360 gradi contro un’ampia varietà di minacce anti-corazza, tra cui razzi anticarro, missili anticarro guidati, veicoli aerei senza pilota tattici e munizioni vaganti.
L’APS Iron Fist è caratterizzato da bassi requisiti di volume, peso e potenza. Il sistema protegge piattaforme corazzate con copertura a 360 gradi da un’ampia varietà di minacce anti-carro, come granate con propulsione a razzo (RPG) e proiettili di carri armati fino a KE (energia cinetica) sia in terreni aperti che in ambienti urbani, spiegava Ares Difesa. Il sensore APS combina la doppia tecnologia del radar di ricerca e tracciamento e delle telecamere a infrarossi con algoritmi di fusione dei dati, consentendo il rilevamento, l’identificazione e il tracciamento delle minacce rapido, affidabile e accurato.
VENDUTO A OLANDA, REPUBBLICA CECA, SLOVACCHIA E DANIMARCA
Il sistema è stato selezionato dall’esercito olandese sul suo CV9035NL e viene offerto dalla svedese Bae Systems Hagglunds per gli eserciti della Slovacchia e della Repubblica Ceca.
L’8 agosto 2024, Elbit Systems ha annunciato un contratto del valore di circa 130 milioni di dollari per la fornitura di sistemi Iron Fist a Bae Systems Hägglunds per l’installazione sui veicoli da combattimento della fanteria CV90 in vari paesi europei.
“Abbiamo iniziato firmando un contratto per fornire il nostro APS ai veicoli ordinati dai Paesi Bassi e, in seguito, da altri paesi”, aveva dichiarato Rami Sokolower, direttore senior per il marketing e lo sviluppo aziendale presso Elbit Systems, a Defense News alla fiera dell’industria della difesa Mspo in Polonia. “Nel prossimo futuro, speriamo che vengano firmati altri accordi Iron Fist per i veicoli gestiti da Danimarca, Svezia e Finlandia”.
L’INTERESSE ITALIANO
Dunque, secondo il rappresentante di Elbit Systems, tra gli interessati al sistema ci sarebbe anche il nostro paese.
Proprio la scorsa settimana è arrivato all’esame delle commissioni Difesa di Camera e Senato il programma dei nuovi carri armati Panther per l’Esercito Italiano che sostituisce quello per i Leopard 2, approvato a inizio anno ma poi abbandonato, e che avrà come aziende di riferimento per la realizzazione Leonardo e la tedesca Rheinmetall.
La realizzazione dei nuovi carri, che useranno come piattaforma i Panther di Rheinmetall, sarà affidata alla joint venture paritetica tra Leonardo e il gruppo tedesco presentata all’inizio di ottobre.
Il programma dei nuovi carri, si legge nel documento predisposto dai Servizi studi di Camera e Senato, è di 14 anni (2025-2038) e ha un onere complessivo stimato in 8,246 miliardi di euro, di cui 5,4 miliardi già finanziati. Il completamento del programma, per altri 2,7 miliardi, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti finanziari. Il Panther KF51 sviluppato da Rheinmetall costituirà la base per il nuovo carro armato che sostituirà l’Ariete nell’esercito italiano.
Come riportava lo scorso luglio Israel Defense, “Questo accordo offre anche l’opportunità di introdurre sistemi realizzati da aziende israeliane nell’esercito italiano. Di recente, Rheinmetall ha presentato il carro armato KF-51 equipaggiato con il sistema di difesa attiva “Iron Fist”, prodotto da Elbit Systems, alla fiera Eurosatory di Parigi”.