Intelligenza artificiale, robotica e difesa al centro del campo di battaglia del futuro.
È la ricetta di Scout AI, una giovanissima startup della Silicon Valley co-fondata da Colby Adcock e Collin Otis, che ha svelato i suoi piani per gli eserciti robotici.
Il 16 aprile Scout AI è uscita dalla fase stealth (quella in cui l’azienda opera in modo discreto, limitando la diffusione delle sue attività) con 15 milioni di dollari di finanziamenti e l’annuncio di diversi contratti con il Dipartimento della Difesa (DoD). La startup ha anche presentato un veicolo terrestre (G01) e un drone aereo (A01) alimentati da Fury, il suo prodotto di punta, un modello di base basato su visione, linguaggio e azione.
“C’è un ampio spazio bianco per qualcuno che possa essere il cervello dell’intelligenza artificiale (AGI) per i robot di difesa”, ha dichiarato Adcock, in una recente intervista ad Axios.
Tutti i dettagli.
COS’È SCOUT AI
Non ha nemmeno un anno di vita Scout AI, la startup fondato nell’agosto 2024. Ad oggi conta sette dipendenti e ha sede a Sunnyvale, in California, dove spera di attrarre i migliori talenti tecnologici. Scout AI prevede di almeno raddoppiare la propria forza lavoro entro la fine dell’anno.
I VERTICI
Il ceo Colby Adcock è un ex dirigente di private equity nel settore tecnologico e attuale membro del consiglio di amministrazione di Figure AI, che si occupa di robot umanoidi. Il Cto Collin Otis è un imprenditore che in precedenza è stato ingegnere fondatore e Direttore di Autonomia e IA presso Kodiak Robotics, nonché Responsabile della Data Science e Capo dello Staff presso Uber ATG. Ha sviluppato sistemi di autonomia da zero per piattaforme commerciali e militari e in precedenza ha venduto una startup finanziata da venture capital a Target.
SUPPORTATA DA ALIGN VENTURES, BOOZ ALLEN E DRAPER ASSOCIATES
Dunque, Scout ha appena chiuso il suo round di finanziamento iniziale da 15 milioni di dollari, guidato da Align Ventures e Booz Allen Ventures, con la partecipazione di Draper Associates, Decisive Point Ventures, Perot Jain, Sigmas Group, Evolution VC, BVVC, Habitat Partners, Piedmont Capital Investments, FJ Labs, Revelry Venture Partners, Monte Carlo Capital, Expansion VC e Gaingels.
IL MODELLO FURY PER LA DIFESA
Al centro della svolta di Scout c’è Fury, un modello di base Vision-Language-Action (VLA) specifico per la difesa, progettato per trasformare ogni robot di difesa in un agente intelligente e autonomo. A differenza dei tradizionali software robotici, Fury è un sistema di IA incarnato, in grado di percepire il mondo fisico, interpretare il linguaggio naturale ed emettere comandi motori in tempo reale per agire in modo deciso anche in ambienti privi di comunicazione e GPS, indica una nota della società.
Inoltre, “Per raggiungere una versatilità di livello militare nei sistemi robotici è necessario ancorare l’IA alla realtà fisica”, ha affermato Otis. “Addestrando il nostro sistema su comportamenti di livello umano, rendiamo la nostra IA incarnata. Fury sviluppa il tipo di intelligenza che i soldati possiedono naturalmente: situazionale, fisica e adattiva.”
Secondo la società, ciò che distingue Fury dai modelli linguistici convenzionali è la sua capacità di percepire, ragionare e agire in molteplici modalità. Non si limita a produrre testo, ma comanda le macchine. Addestrato su dati reali su larga scala, Fury porta ragionamento multimodale e controllo di precisione a un ampio spettro di sistemi senza equipaggio: terra, aria, mare e spazio. Può essere comandato tramite linguaggio naturale o ottimizzato per specifici profili di missione, offrendo un’autonomia simile a quella umana su scala di macchina.
LA STRATEGIA
“Il nostro obiettivo sarebbe quello di integrare la nostra tecnologia, Fury, in ogni risorsa robotica in possesso dell’esercito statunitense e trasformarla in un agente intelligente e autonomo”, ha affermato Adcock. Questo vale per aria, terra, mare e spazio. La partnership con altre aziende è “una parte importante” della strategia.
“Questa nuova era dell’intelligenza artificiale apre una nuova era di capacità”, ha dichiarato Otis in un’intervista ad Axios. “È la visione a cui noi, nella comunità dei robot, ci siamo sempre dedicati”.