Se Trump definisce il nuovo segretario alla Difesa Ua come una persona “tosta, intelligente e un sostenitore convinto del movimento America First”, la rivista di sinistra New Republic lo definisce, non senza una dose massiccia di perfidia, solo il co-conduttore del programma Fox & Friends Weekend di Fox News.
Fin troppo prevedibile che una delle pubblicazioni storiche della sinistra Usa definisca Hegseth “una delle peggiori nomine finora” ma non ha il coraggio di ammettere quale sia il vero problema del nuovo segretario: non esser mai stato sul libro paga delle poche mega-corporations che si spartiscono l’immensa torta della spesa militare.
Nonostante venga definito “molto meno esperto di una scelta tradizionale”, in realtà Hegseth è un veterano dei conflitti in Iraq e Afghanistan e, proprio per questo, sembra avere le idee molto chiare su come rimettere in sesto un apparato militare che, dal 2008 in avanti, sembra aver completamente perso la bussola.
Hegseth non sta lì col bilancino, pensando a come le sue parole potrebbero danneggiare le sue prospettive di carriera future: dice più o meno cosa pensa, il che a Washington è un peccato capitale. Le donne in prima linea? Una pessima idea che “non ci ha reso più efficaci o più letali, complicando solo le cose. Spingere le donne in ruoli che, storicamente, sono fatti in maniera più efficace da uomini è inutile”.
I NEMICI DELL’AMERICA SECONDO HEGSETH: CINA E JIHADISTI
Altrettanto facile prendersela col suo libro pubblicato nel 2020, “American Crusade”, nel quale si scaglia senza mezzi termini contro il jihadismo e chi vuole imporre la religione islamica come sistema di governo in tutto il mondo. Hegseth accusa direttamente i rappresentanti delle associazioni islamiche di sfruttare la “tolleranza” americana per far passare comportamenti inaccettabili per ogni altro cittadino americano. Chiunque parli in termini chiari di “invasione” e di come il tasso di nascite metta a rischio il tessuto sociale statunitense non starà mai simpatico all’intellighenzia.
A sentire lui, i nemici dell’America sono due: le ambizioni egemoniche del Partito Comunista Cinese e il movimento jihadista. Con entrambi non si può scendere a patti: vanno “esposti, marginalizzati e schiacciati”. Nonostante si sia laureato nella prestigiosa università di Princeton, ha in passato sparato ad alzo zero nei confronti di chi esce fuori da queste istituzioni: durante il programma The Five, ebbe a dire: “più prestigiosa l’università dalla quale esci, più stupido sei. Se sei andato in una università della Ivy League, vuol dire che non hai buonsenso”.
LICENZIARE I GENERALI WOKE
L’esperienza nell’Esercito ha cambiato profondamente Hegseth che, dopo aver ricevuto due medaglie al valore, si è visto ostracizzato per le sue opinioni politiche e religiose. Come riportato in un articolo di Forbes, ha le idee chiare su come ripulire le forze armate: licenziare i generali woke e cancellare le iniziative DEI da subito. A suo dire, la frase più stupida che abbia mai sentito in ambito militare è che la “diversità ci rende forti”.
Gli anni passati davanti ad una telecamera a Fox News non gli hanno impedito di dirigere l’organizzazione Concerned Veterans for America, un gruppo di pressione di chiaro stampo conservatore. Se nel 2022 il suo attacco nei confronti dei media che, secondo lui, hanno fatto di tutto per “diffondere la propaganda russa e tenere in piedi un dittatore come Vladimir Putin” aveva fatto scalpore, alcuni senatori repubblicani moderati come la rappresentante dell’Alaska Lisa Murkowski si sono detti sorpresi dalla sua nomina, il che potrebbe causare problemi quando dovrà essere confermato dal Senato.
Non c’è voluto molto prima che ex generali di sinistra come l’ex General Maggiore Paul Eaton lo definissero wholly unqualified mentre altri puntano sul fatto che ben pochi altri segretari in passato siano stati così apertamente politicizzati. Quello che non capiscono è che proprio il fatto che Hegseth, nel suo ultimo libro “The War on Warriors”, si sia scagliato contro il “tradimento dei generali di sinistra” – dicendosi convinto che le forze armate debbano tornare ad operare secondo principi di meritocrazia, responsabilità fiscale e promuovere la ricerca dell’eccellenza – è stata la ragione principale per la quale Trump l’ha scelto.
Il suo mandato è fin troppo chiaro: fare pulizia delle nomine politiche, cancellare la deriva woke che ha causato la gravissima crisi nel reclutamento e, soprattutto, colpire al cuore l’abbraccio incestuoso tra burocrati non eletti e il complesso militar-industriale.
In un mondo sempre più pericoloso, gli immensi sprechi degli ultimi decenni non sono più accettabili: per proiettare ovunque Peace through Strength (Pace attraverso la forza), le forze armate devono tornare a pensare a come vincere le guerre, invece di perdere tempo ad inseguire le mitiche diversità, uguaglianza ed inclusività.
Estratto di un articolo pubblicato su nicolaporro.it