Il cielo è stellato sopra Piazza Monte Grappa.
Secondo indiscrezioni di stampa, ieri il cda di Leonardo avrebbe approvato lo schema del progetto di fusione tra Airbus Space e Thales Alenia Space (67% di Thales e 33% di Leonardo) dalla riunione straordinaria del consiglio di amministrazione di Leonardo, dedicata proprio all’esame dei dettagli dell’intesa quadro con i due partner francesi, riporta Radiocor.
Ormai da un anno Airbus, Leonardo e Thales stanno cercando di unire le loro attività spaziali per creare una “Mbda spaziale”, un player di portata globale in grado di competere con i gruppi americani e cinesi. Il progetto di collaborazione, denominato “Bromo” avrebbe un valore complessivo di circa 10 miliardi di euro.
Secondo alcune dichiarazioni del mese scorso, la sigla della “triplice alleanza satellitare” tra le tre aziende europee era attesa già entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di rendere esecutiva l’alleanza nell’arco di un biennio.
In attesa dell’ufficializzazione, si scatenano gli acquisti sulle azioni di Leonardo a Piazza Affari con un rialzo del 3%, a 52,36 euro alle ore 14.20, in vista dell’annuncio dell’accordo con Thales (+2,1% a Parigi) e Airbus (+0,3%) sulla fusione delle loro attività spaziali. Ieri è arrivato anche l’assist del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che si è espresso positivamente su questa eventuale alleanza. Non tutti sono così entusiasti però.
Sempre ieri, il sindacato francese Cgt ha denunciato che il progetto Bromo rischia di creare un monopolio, con tagli di posti di lavoro e perdita di competenze, a vantaggio dei profitti aziendali a scapito dell’occupazione e della governance pubblica.
Tutti i dettagli.
LA RIUNIONE STRAORDINARIA DEL CDA DI LEONARDO
Il 21 ottobre il colosso della difesa e aerospazio italiano ha tenuto una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione proprio per discutere i dettagli dell’accordo quadro in fase di negoziazione con i suoi due rivali per formare un’alleanza satellitare europea.
La neo società proposta rappresenterebbe un importante consolidamento nel settore spaziale europeo, con l’obiettivo di rafforzare la posizione delle aziende di fronte alla crescente concorrenza globale.
IL PROGETTO BROMO
Nel dicembre 2024 Reuters ha rivelato il “Project Bromo”, dal nome del vulcano indonesiano, destinato a creare un campione europeo nel settore satellitare sul modello di Mbda, il consorzio missilistico europeo con Airbus, Bae Systems e Leonardo.
Le perdite interne e la concorrenza di Starlink di SpaceX hanno spinto Airbus e Thales Alenia Space a valutare la fusione delle loro attività satellitari in un’unica impresa, con l’obiettivo di competere con i giganti americani e cinesi. In questo contesto entra Leonardo, già alleata di Thales nelle joint venture Thales Alenia Space (33%) e Telespazio (67%), pronta a contribuire al progetto.
A marzo, secondo La Tribune, le tre aziende hanno presentato alla Commissione europea un piano preliminare di consolidamento. A settembre, Les Echos riportava che erano vicine alla firma di una lettera d’intenti, che trasformerebbe le analisi preliminari in un progetto vincolante, da completare entro l’inverno e sottoporre alle autorità antitrust nel 2026, per affrontare la concorrenza globale.
IL VALORE DELL’OPERAZIONE
In base a quanto riportato da Reuters citando fonti vicine al dossier, l’esatta quotazione della nuova impresa spaziale è ancora in fase di negoziazione e la proprietà dell’iniziativa potrebbe essere suddivisa approssimativamente in tre parti uguali. Il valore della nuova impresa satellitare, pari a circa 10 miliardi di euro, riflette un fatturato complessivo di 6-6,5 miliardi di euro delle unità e dei concorrenti del settore, che quotano a 1,5-3 volte il fatturato.
L’ASSETTO DELLA NUOVA SOCIETÀ
Lo schema, secondo quanto riportato dal Financial Times, prevederebbe Airbus al 35% e Leonardo e Thales al 32,5% ciascuno. “Resta da chiarire se ci siano dei conguagli in cash da versare e quale sia la strategia per beneficiare di sinergie di costo per risollevare un business con problemi di redditività”, commentano gli esperti di Equita. Intermonte infatti sottolinea che, come parte dell’accordo, Airbus dovrebbe ricevere un pagamento da Thales e Leonardo per compensare la limitazione della sua partecipazione al 35%, nonostante contribuisca a circa la meta’ del fatturato complessivo del nuovo gruppo, riporta ancora Radiocor.
LA SPINTA DEL GOVERNO DI ROMA
L’operazione ha raccolto fin da subito anche il favore dell’esecutivo italiano.
Un’eventuale alleanza di Leonardo con Airbus e Thales “è la strada giusta per realizzare sempre più campioni europei che spesso possono avere anche una leadership italiana, visto che le nostre imprese proprio nei settori dello spazio, della difesa e della cantieristica hanno competenze fondamentali per garantire l’autonomia e la sicurezza dell’Europa”. È quanto ha sostenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine di un evento il 21 ottobre a Roma.
L’ALLARME LANCIATO DAI SINDACATI FRANCESI
Eppure, Oltralpe arriva l’allarme sul “monopolio” legato alla fusione delle attività satellitari di Thales, Airbus e Leonardo.
Il sindacato francese della Confederazione generale del lavoro (Cgt) ha lanciato l’allarme sul “monopolio” che rischia di crearsi con la fusione delle attività satellitari di Thales, Leonardo e Airbus in una nuova entità chiamata Bromo. L’operazione rischierebbe di portare ad un taglio dei posti di lavoro e metterebbe “in pericolo le competenze”, recita in un comunicato diffuso da Cgt Metallurgie.
“Per ammissione del nostro management, Airbus Defence & Space e Thales Alenia Space si stanno aggiudicando quasi tutti i contratti desiderati e hanno un portafoglio ordini record che faticano a soddisfare” si legge nella nota che precisa “Le aziende europee sono già leader nei satelliti geostazionari per telecomunicazioni, nell’osservazione della Terra, nelle costellazioni, nei servizi alle imprese e ai governi, nell’esplorazione spaziale e nella navigazione, grazie a prodotti e servizi all’avanguardia, frutto di decenni di investimenti pubblici passati e grazie alle competenze acquisite dai loro dipendenti”.
Secondo Cgt Metallurgie “La vera ragione del progetto Bromo è quella di creare un monopolio che consenta loro di imporre prezzi e indebolire il potere delle agenzie (CNES, ESA), aumentando i margini e i profitti degli azionisti, a scapito degli interessi dei cittadini, della governance pubblica del settore e dell’occupazione”.
Pertanto, “il sindacato CGT mette in guardia dai continui tagli di posti di lavoro che mettono a repentaglio il mantenimento delle competenze, la nostra capacità di eseguire i numerosi contratti già firmati e la nostra capacità di pianificare il futuro, con un impatto economico e sociale concreto sui territori” ha concluso la nota.