La guerra in Ucraina, segnata dall’uso massiccio dei droni, ha trasformato l’economia del combattimento.
Con un esplosivo attaccato, un drone che costa meno di 1.000 dollari può distruggere un carro armato del valore di milioni, ricorda la Cnn. E l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una raffica di innovazioni nella guerra con i droni. Il conflitto tra Mosca e Kyiv rappresenta infatti una “guerra di iterazione”, in cui entrambe le parti perfezionano i propri droni e intercettori in grado di abbatterli e ciascuna cerca di migliorare le ultime innovazioni dell’altra. Ciò ha dato alle aziende ucraine un vantaggio rispetto ai concorrenti stranieri, che non avevano il contatto diretto con i soldati sul campo.
Se gli Stati Uniti, con uno degli eserciti e dei complessi industriali di difesa più avanzati al mondo, si sono ritrovati improvvisamente indietro, i governi europei, seppur con ritardo, stanno incrementando la spesa militare, mentre Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha annunciato l’intenzione di costruire un “muro di droni” sul fianco orientale del Vecchio continente.
Ma “i sistemi occidentali, inizialmente efficaci, ora hanno un’efficacia molto variabile”, ha dichiarato David Petraeus, ex generale dell’esercito americano, durante una conferenza a Kiev la scorsa settimana, riporta il Financial Times.
La corsa a sistemi più agili ed economici rivoluziona così l’approccio della difesa: i lunghi tempi di sviluppo non sono più sostenibili, perché rischiano di consegnare ai soldati strumenti già superati sul campo di battaglia.
Tutti i dettagli.
DRONI: TUTTI I NUMERI DI KYIV
L’impressionante arsenale ucraino comprende droni d’attacco a lungo raggio, alcuni dei quali sono in grado di colpire obiettivi a oltre 1.600 chilometri di distanza. L’Ucraina ha anche sviluppato una linea di droni navali che hanno combattuto con successo la più grande flotta russa nel Mar Nero, sottolinea la Cnn.
Altrettanto sorprendente, mentre la Cina è stata responsabile dell’80% della produzione mondiale di droni, l’Ucraina sta ora correndo per diventare “China-free”, ha spiegato a Kiev Oleksandr Kamyshin, consigliere politico, riporta ancora Financial Times.
L’anno scorso ha prodotto più di 2 milioni di droni. Le aziende ucraine hanno aumentato la loro capacità produttiva fino a produrre 4 milioni di droni quest’anno, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa di Kyiv a giugno. Potrebbe superare i 10 milioni l’anno prossimo, se avrà i fondi necessari. Ciò significa che oltre la metà dei droni ucraini proviene ora da fonti nazionali, e la Cina non è più l’unico re dei droni a livello mondiale, osserva il Ft.
LA CORSA ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
“Vince chi riesce ad aggiornare la propria tecnologia più velocemente”, ha affermato in un’intervista alla Cnn Mykhailo Fedorov, vice primo ministro ucraino che ha guidato gli sforzi del Paese in tempo di guerra per l’acquisto e la produzione di massa di droni. “Le aziende ucraine erano qui sul campo e ricevevano feedback, quindi sono riuscite a superare altri tipi di droni che non funzionavano bene”.
“In particolare negli ultimi sei mesi, c’è stato un cambiamento radicale nella percezione del funzionamento dei droni e nello sviluppo del settore”, ha spiegato Fedorov.
L’IMPORTANZA DEI DATI SUI DRONI
In particolare, alla Cnn il ministro Fedorov ha affermato di aver notato un picco nella domanda di dati sui droni ucraini: decine di migliaia di video registrati da telecamere di droni che mostrano attacchi riusciti contro attrezzature, personale ed edifici, che Paesi e aziende di difesa potrebbero utilizzare per addestrare sistemi di intelligenza artificiale.
Il ministro ha aggiunto che Kiev potrebbe potenzialmente sfruttare la sua innovazione nel campo dei droni in cambio di maggiore supporto finanziario o materiale in futuro.
“Questa è una carta geopolitica che il nostro presidente valuterà come usare”, ha sottolineato Fedorov. “Sarebbe di grande aiuto per i nostri alleati, e questo è esattamente il rapporto giusto da avere con loro. Forniamo droni di alta qualità, dati di alta qualità e la nostra competenza, e poi riceviamo in cambio maggiore assistenza per la sicurezza.”
L’ESIGENZA DELLA NATO
A luglio, in un centro congressi a Wiesbaden, in Germania, i vertici militari ucraini hanno presentato una valutazione schietta della necessità della Nato di investire nei droni alla platea di funzionari militari Nato e addetti ai lavori dell’industria della difesa, riporta ancora la Cnn.
Robert Brovdi, comandante delle Forze di Sistemi a Pilotaggio Remoto dell’Ucraina, ha scommesso che non esiste “un singolo carro armato” che possa sopravvivere ai droni con visuale in prima persona, noti come droni FPV. Volodymyr Horbatiuk, vice capo di Stato Maggiore dell’Ucraina, ha evidenziato che, sebbene l’artiglieria e i missili anticarro siano vitali, circa l’80% del successo di Kiev nel colpire obiettivi deriva dai droni. “Non è il futuro, è la realtà quotidiana di come conduciamo la nostra guerra”, ha aggiunto Horbatiuk.
In risposta, i funzionari della Nato ora vogliono collaborare con l’Ucraina attraverso partnership, licenze e investimenti di capitali privati, segnala il Ft. Sono particolarmente interessati ad accedere al tesoro di dati raccolti dai suoi droni per addestrare futuri modelli di intelligenza artificiale. “I loro equipaggiamenti sono già stati testati in battaglia”, osserva Radek Sikorski, vice primo ministro polacco.
COME SI MUOVERÀ L’OCCIDENTE
Dunque non è più solo l’Ucraina a dipendere dall’Occidente. Ora anche Europa e Stati Uniti hanno interesse a ciò che Kiev può offrire, modificando gli equilibri diplomatici.
Se l’incursione dei droni in Polonia riuscisse a scuotere finalmente i leader europei, sarebbe comunque un passo avanti. Nel bene e nel male, – conclude il Ft – Ucraina e Occidente oggi hanno bisogno l’uno dell’altro, non solo per fronteggiare Mosca, ma anche per prepararsi alla sfida futura rappresentata dalla Cina.