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Lavoratori cercasi, le aziende della difesa dell’Ue a caccia di talenti

Dalla ceca Pbs alla tedesca Rheinmetall, dalla franco-tedesca Knds all'italiana Leonardo: il boom dei big della difesa in Europa, sulle attese per un aumento della spesa, spinge le aziende del comparto alla ricerca di manodopera qualificata.

Campagna di assunzioni per le aziende della difesa europea, spinte dalla crescita innescata dai piani di riarmo.

Le aziende europee della difesa, come PBS Group in Repubblica Ceca, Knds in Francia, Rheinmetall in Germania e Leonardo in Italia, stanno affrontando una carenza di personale qualificato mentre la domanda di armamenti cresce, sostenuta dai piani di riarmo Ue.

Le crescenti tensioni geopolitiche – compresi gli avvertimenti di Donald Trump sull’eccessiva dipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti e le minacce circa un probabile disimpegno di Washington – hanno spinto i governi del Vecchio Continente a potenziare gli investimenti in armamenti, carri armati e droni.

Sebbene si preveda che la spesa per la difesa dell’Unione Europea – stimata in 800 miliardi di euro – genererà centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio, mancano figure chiave come ingegneri specializzati in intelligenza artificiale, data scientist, saldatori e meccanici con formazione specifica.

Reuters ha parlato con più di una dozzina di aziende, reclutatori e lavoratori, i quali hanno affermato che, oltre ad aumentare stipendi e benefit, i produttori di armi stanno sottraendo personale da altri settori e cercando potenziali reclute tra studenti e studenti locali.

Tutti i dettagli.

AUMENTO DELLA FORZA LAVORO ANCHE PER RHEINMETALL

Massiccia campagna di assunzioni anche per Rheinmetall, il colosso della difesa tedesco che pianifica di assumere 9.000 lavoratori entro il 2028.

Il più grande produttore europeo di munizioni prevede infatti di aumentare la propria forza lavoro di circa il 29%, ovvero fino a 9.000 unità, entro il 2028, principalmente con sviluppatori di prodotto, ingegneri, saldatori e tecnici elettronici, ha dichiarato a Reuters.

LE DIFFICOLTÀ RISCONTRATE DALLA CECA PBS

Nel suo approfondimento Reuters parte dall’azienda ceca Pbs Group che potrebbe raddoppiare la forza lavoro, ma fatica a trovare ingegneri, saldatori e tecnici.  Come racconta l’agenzia stampa internazionale, Pbs Group è andata oltre la collaborazione con scuole e università. Milan Macholan, amministratore delegato dello stabilimento produttivo di Velka Bites di Pbs Group, ha dichiarato: “Abbiamo anche avviato una nostra scuola di formazione dove creiamo i nostri dipendenti”.

COSÌ COME DA TKMS E LEONARDO ALLA RICERCA DI TALENTI

Anche Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms), controllata del colosso tedesco Thyssenkrupp specializzata in sottomarini e fregate, è alla ricerca di 1.500 operai per il suo cantiere navale di Wismar, nella Germania settentrionale

Sta setacciando le fiere di settore, ma afferma che la carenza di esperti Stem con formazione in matematica, informatica o scienze rappresenta una sfida, rileva Reuters. Opinione condivisa anche da Leonardo, il colosso della difesa e aerospazio italiano. “In passato, il fatto che offrissimo contratti sicuri e di qualità era sufficiente a garantire la nostra leadership, ma oggi i giovani preferiscono altri settori all’industria”, ha affermato l’azienda ex Finmeccanica.

IL RECLUTAMENTO SECONDO KNDS

Anche Knds, gruppo nato dell’aggregazione di Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con sede in Germania e Francia, ha aumentato i turni presso il sito produttivo principale dell’azienda a Bourges, nella Francia centrale, e sta aumentando le assunzioni del 50% all’anno.
Il reclutamento rimane una questione chiave, secondo Nicolas Chamussy, ceo di Knds Francia, aggiungendo che esiste un limite all’aumento massimo degli stipendi. “Non dimentichiamo che siamo in un’economia di guerra, ma siamo anche in una guerra economica. Se i nostri salari aumentano in modo incontrollato, saremo meno competitivi”, ha affermato. “Non produrremo un Caesar come una Peugeot 308. Dobbiamo padroneggiare un know-how molto, molto specifico che richiede competenze molto particolari. E queste sono rare sul mercato del lavoro”, ha dichiarato il portavoce del Knds, Gabriel Massoni.

LE ASSUNZIONI PIANIFICATE DA MBDA

Ma se le difficoltà sono simili tra le industrie del comparto dei vari paesi europei, ci sono poi differenze.

A questo proposito, di recente il presidente di Aiad – l’associazione confindustriale che rappresenta le imprese italiane della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza – e direttore Relazioni Istituzionali di Mbda Italia Giuseppe Cossiga ha citato proprio l’esempio di Parigi: “In Francia la politica dice chiaramente che siamo entrati in un’economia di guerra, qua non si dice ne si può dire ma siamo sullo stesso piano, dobbiamo far conto con questa realtà”. In Italia come industria della difesa “siamo ai primi posti per export militare, ma abbiamo difficoltà a entrare nelle università eppure ci servono ingegneri (Mbda ne assumerà 400 il prossimo anno)” ha ricordato Cossiga.

L’industria della difesa italiana “sta ripartendo” ma i tempi sono lunghi, ha affermato a inizio settimana il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a “Quarta Repubblica”. Parlando dell’azienda Mbda, il ministro ha osservato come la produzione di missili “aumenterà del 40%” nel 2025 e del 100% il prossimo anno”.

Occorre quindi manodopera per rispondere alla sfida produttiva, ma ne serve qualificata.

DALL’INDUSTRIA AUTOMOTIVE A QUELLA BELLICA

Infine, secondo Reuters, l’industria del comparto della difesa può attingere a quella automotive per rafforzare la forza lavoro.

Le difficoltà dell’industria automobilistica hanno aiutato il produttore ceco di munizioni e proiettili STV Group a reclutare alcune delle oltre 200 persone che intende inserire nel suo stabilimento di Vysoke Myto, a 155 km da Praga, entro la metà del prossimo anno, ha dichiarato il suo presidente, David Hac.

“Con il peggioramento della situazione nell’industria automobilistica, ora, per la prima volta da molto tempo, ci troviamo in una situazione in cui possiamo scegliere tra le persone” ha osservato sempre a Reuters Oliver Doerre, ceo del produttore tedesco di sensori e radar Hensoldt. Quest’ultima ha accolto ex operai dell’industria automobilistica proprio perché sono abituati alla produzione just-in-time.

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