Negli ultimi 30 anni, mentre Milano inaugurava la linea Gialla che taglia da Nord a Sud il capoluogo lombardo, la Lilla che porta a San Siro e portava avanti, tra mille ritardi, il progetto della M4 (avrebbe dovuto fornire un collegamento tra Linate e l’Expo…), Roma ha provato a dotarsi della Metro C. Con scarsissimi risultati.
Tutte le strade portano a Roma, ma non le metro: succede così che la città eterna sia attraversata da appena 59,4 chilometri di metropolitana, contro i 96,8 di quella che viene definita sempre più spesso “capitale morale” del Paese, ovvero Milano (che è 7 volte più piccola). Se poi guardiamo all’estero, si impallidisce: Madrid ha circa 300km di linee, 294 per la precisione, pur essendo più contenuta di Roma, Parigi sfiora i 230 e Londra ne ha oltre 400 chilometri.
LA METRO C SI FERMA ANCORA?
I primi stanziamenti per la linea C della metro di Roma, destinata a tagliare la città da nord-ovest, nel quartiere Della Vittoria, alla periferia est estendendosi oltre il Grande Raccordo Anulare per una lunghezza totale di circa 25,6 km e 30 stazioni passando per il centro storico della Capitale, vennero fatti nei primi Anni ‘9o: è in costruzione dal 2007 e non ancora interamente completata.
L’ultimo inciampo che potrebbe bloccare nuovamente tutto riguarda i crediti per circa 50 milioni di euro vantati dai costruttori nei confronti della municipalizzata in liquidazione Roma Metropolitane che non è nelle condizioni di saldare per assenza di cassa e linee di credito.
LA LETTERA DEL CONSORZIO AL SINDACO: FINITI I SOLDI
Scalpita la Metro C S.C.p.A, consorzio di progetto costituita da 5 soci – Partecipazioni Italia S.p.A. (società del gruppo WeBuild), Vianini Lavori S.p.A., Hitachi Rail STS S.p.A., Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, Consorzio Cooperative Costruzioni per la realizzazione della Linea C della Metropolitana di Roma – subentrata all’Associazione Temporanea d’Imprese con Mandataria Astaldi (confluita interamente nella società di nuova costituzione denominata Partecipazioni Italia S.p.A. che vede come socio unico il Gruppo WeBuild) che si è aggiudicata la gara d’appalto indetta da Roma Metropolitane per conto del Comune di Roma per la realizzazione della terza linea della metropolitana della Capitale.
Il Consorzio che dovrebbe andare avanti coi lavori della Metro C parla di situazione divenuta ormai “insostenibile” nella lettera inviata, tra gli altri, al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e al capo di gabinetto del Mit. I soldi insomma, sarebbero finiti e tra pochi giorni senza nuova liquidità si interromperà tutto, come riportato nella missiva pubblicata dal Messaggero (testata edita dal gruppo Caltagirone cui fa capo la società Vianini): “L’indebita protrazione è tale da determinare di qui a breve la completa paralisi delle attività in corso di esecuzione” e di “precludere il regolare avvio anche di quelle” future, proprio ora che era stato compiuto qualche passo avanti per la tratta dalla stazione Colosseo a piazza Venezia, snodo fondamentale del progetto.
Qualche mese fa la commissaria straordinaria del Governo, Maria Lucia Conti, aveva firmato un’ordinanza che approva il progetto definitivo e il quadro economico della tratta. A dicembre il Campidoglio aveva ricevuto l’ok per il progetto definitivo della variante della stazione Fori Imperiali della linea la cui realizzazione è prevista per l’inizio del Giubileo del 2025. Con gli ultimi fondi stanziati dal governo, era stata poi avviata la progettazione delle altre due tratte, la T2 che arriva fino a Clodio e Farnesina, con i relativi scavi ispettivi e la T3 che in futuro raggiungerà la periferia nord della città, fino a Grottarossa.
La situazione pareva essersi sbloccata a seguito del varo dell’ultima Legge di Bilancio. Sulla carta si prevede lo stanziamento di altri 2,2 miliardi di euro spalmati in dieci anni per per permettere a Metro C di completare il suo percorso. I fondi serviranno nella fase iniziale per far fronte ai maggiori costi della tratta T3, quella centrale e la cui stazione di Porta Metronia (ex Amba Aradam) aprirà entro il Giubileo del 2025.