Nuovi progetti, ma anche nuove grane. Nuove ripartenze e discorsi sempre vecchi che tornano a galla e fanno male (se non ai conti, all’immagine e alla reputazione). Parliamo di Volkswagen che mentre promette di puntare all’elettrico per dimenticare lo scandalo dieselgate, dall’America arriva l’accusa verso Martin Winterkorn, di cospirazione e frode telematica in relazione agli sforzi della società automobilistica di imbrogliare i test sulle emissioni diesel negli Stati Uniti.
LE ACCUSE A STELLE E STRISCE
Le autorità statunitensi, come si legge sul Guardian, hanno accusato l’ex direttore generale di Volkswagen, Martin Winterkorn, di cospirazione e frode telematica in relazione agli sforzi della società automobilistica di imbrogliare i test sulle emissioni diesel negli Stati Uniti.
Martin Winterkorn si è dimesso dal suo ruolo nel 2015, anno in cui è stato rivelato lo scandalo, ma non può farlo dalle sue colpe: secondo un documento depositato presso una corte federale del Michigan, infatti, il manager ha cospirato per frodare gli Stati Uniti e violare il Clean Air Act, le leggi federali volte a controllare l’inquinamento atmosferico. E così Winterkorn è il dirigente di più alto rango a cui addebitare le colpe di Volkswagen ed anche la prova che tutti sapevano quello che stava accadendo.
“L’incriminazione oggi denunciata afferma che il piano di Volkswagen pera conosciuto anche dai top manager della società”, ha detto il procuratore generale degli Stati Uniti, Jeff Sessions. “Queste sono accuse serie e perseguiremo questo caso fino alla piena estensione della legge”.
All’epoca della scoperta, Winterkorn si era dichiarato estraneo ai fatti, ma la società si è dichiarata colpevole, accettando di pagare 4,3 miliardi di dollari i multe. Lo scorso dicembre, Oliver Schmidt , un dirigente senior della Volkswagen, è stato condannato a sette anni di carcere e ad una multa di 400mila dollari.
LA VIA DI ESPIAZIONE
Per espiare le sue colpe, il gruppo Volkswagen ha comunque già un piano: puntare sulle batterie e mandare in pensione (o quasi) il diesel. La società, entro il 2020, promette che ben 16 stabilimenti nel mondo saranno adatti a produrre modelli elettrici, con l’obiettivo di lanciare entro il 2030 almeno una versione EV per i 300 gruppi di modelli dei diversi marchi.
L’intenzione della casa tedesca è quella “di voler offrire la più ampia gamma di modelli elettrici al mondo”. E sempre con questo obiettivo, Volkswagen starebbe anche lavorando per stringere accordi sulla produzione delle batterie.
VICINA LA VENDITA DI DUCATI?
Non solo auto elettriche e non solo auto. In casa Volkswagen si sta anche studiando un piano per mettere sul mercato Ducati: secondo quanto affermato dal nuovo amministratore delegato, Herbert Diess, infatti, Ducati, Renk e Man potranno essere protagoniste di uno spin-off dal gruppo.
La mossa ha come obiettivo quello di alleggerire i conti della casa automobilistica tedesca per aumentarne il valore di mercato. L’idea di Diess, comunque, si scontrerà inevitabilmente con quella di Rupert Stadler, ceo di Audi, che più volte ha ribadito la non volontà di mettere in vendita Ducati e aveva anche promesso l’arrivo di una due ruote elettrica.