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Manifatturiero

Audi e Volkswagen, come la Germania ha chiuso gli occhi sul dieselgate

L'articolo di Giusy Caretto

80.000. E’ questo il numero di documenti che incastrerebbe Audi nello scandalo dieselgate. Con la complicità dell’ex ministro federale dei Trasporti Alexander Dobrindt e l’Autorità per i Trasporti, la KBA (Kraftfahrt-Bundesamt), l’ente che rilascia le omologazioni in Germania. Le accuse arrivano congiuntamente da Handelsblatt e il Bayrischer Rundfunk, il canale pubblico della Baviera. Andiamo per gradi.

AUDI: VEICOLI MANOMESSI COMMERCIALIZZATI ANCHE NEL 2018

Secondo quanto scrive il quotidiano tedesco, nonostante lo scandalo dieselgate fosse oramai uscito fuori e Volkswagen fosse stata dichiarata colpevole, Audi ha commercializzato vetture Euro 6 con almeno uno dei quattro dispositivi per l’abbattimento dei gas di scarico giudicati illegali anche ad inizio 2018.

COMPLICITA’ DELLA KBA?

Già dodici anni prima dello scoppio dello scandalo diesel negli Stati Uniti, il produttore premium del Gruppo Volkswagen aveva informazioni utili che provavano la manomissione dei dispositivi software per le emissioni. Quello che però lascia sorpresi, però, è che complici di tutto questo sarebbero anche le autorità tedesche.

Se l’agenzia ambientale statunitense è stata certamente ingannata, la KBA sembrerebbe essere a conoscenza di tutto quello che è accaduto. Meglio ne sarebbe complice.

KBA: AGENZIA DI PASSAGGIO

Secondo quanto scrive Handelsblatt, la “ricerca mostra che il Kraftfahrt-Bundesamt era un semplice punto di transito per gli operatori Volkswagen quando si trattava di portare veicoli manipolati sul mercato”.

I dipendenti della KBA in seguito agli interrogatori sullo scandalo dieselgate, tenutisi presso l’ufficio del pubblico ministero di Monaco II, hanno sottolineato che i veicoli non sono mai stati testati come “dispositivi di disfunzione”. L’agenzia non era in grado di farlo. Un testimone ha affermato che non ci sono mai state misurazioni del KBA relative a possibili dispositivi di disfunzionamento durante la procedura di approvazione.

MINISTRO COMPLICE?

Alcuni documenti, poi, dimostrano che l’allora ministro federale dei trasporti, Alexander Dobrindt (CSU), avrebbe affiancato i produttori auto in questa truffa.

Come scrive il quotidiano tedesco, in occasione dello scoppio dello scandalo dieselgate, il ministro si è limitato al richiamo volontario dei veicoli coinvolti.

LE PROVE

Handelsblatt e il Bayrischer Rundfunk hanno basato la propria indagine su documenti e virgolettati attribuiti a diverse persone coinvolte. Si legge di “gabbie termiche” e di rassicurazioni, come “stai calmo, stai calmo(…)  il Carb non se ne accorge”.

KBA MAI FATTO “PAURA” AD AUDI

Secondo i documenti i controllori della KBA erano degli “sceriffi provinciali”: l’agenzia non ha mai fatto paura alla casa dei Quattro anelli, che da sempre si preoccupava molto più delle omologazioni dei tecnici del Tüv, che si occupa delle revisioni.

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