Skip to content

corvette marina israeliana

Tutto sulle future corvette della classe Reshaf per la Marina israeliana

Con le corvette della classe Reshef, la Marina Israeliana compirà un altro balzo in avanti in termini di capacità operative.

Volendo fare un’analisi storica delle varie Forze Armate che compongono lo strumento militare di Israele, un dato emerge con chiarezza: rispetto all’Esercito e alla Aeronautica, la Marina dello stato Ebraico è da sempre una sorta di “Cenerentola”. Le prime 2 Forze Armate infatti, per la natura stessa delle molteplici minacce portate a Gerusalemme, sono quelle che fin dalla loro nascita sono diventate oggetto delle maggiori attenzioni; relegando come detto, l’ambito navale in una posizione di ridotto interesse.

Negli ultimi anni però le cose sono cambiate. Da una parte il quadro delle minacce si è modificato, costringendo Israele stesso a prestare maggiore attenzione a quanto succede nei 2 bacini d’acqua sui quali si affaccia (Mar Mediteranno e Mar Rosso). Dall’altra, elemento in realtà ancora più importante, la scoperta di importanti giacimenti di gas al largo delle coste del Mediterraneo; una scoperta che ha comportato un aggiornamento dei compiti per la Marina Israeliana, che ha visto aggiungersi cioè anche quelli legati alla protezione delle infrastrutture di tali giacimenti.

Nel decennio scorso ha così inizio un processo di rinnovamento e potenziamento della Forza Armata, che riguarda ancora oggi sia la flotta di superficie sia quella subacquea. Per quanto concerne la seconda, si segnala la realizzazione di 3 nuovi sottomarini della classe Dolphin-II che sono andati ad affiancare gli altrettanti Dolphin-I realizzati anni prima; è però già partita la costruzione del primo battello di un nuova classe di sottomarini ancora più evoluti (la Dakar, sempre su 3 sottomarini) che in futuro andranno a sostituire i Dolphin-I.

Per ciò che riguarda invece la componente di superficie, spicca la recente introduzione in servizio di 4 corvette missilistiche della classe Sa’ar 6. Anch’esse realizzate in Germania, come tutti i sottomarini, queste unità sono dotate di un sistema di combattimento davvero “robusto”; ricevendo inoltre il battesimo del fuoco nel corso delle varie operazioni militari Israeliane del dopo 7 ottobre.

PERCHÉ UNA NUOVA CLASSE DI CORVETTE PER LA MARINA ISRAELIANA?

Se i 2 programmi-simbolo appena menzionati rappresentano, di fatto e in larga parte, un vero e proprio potenziamento della Marina Israeliana perché hanno aggiunto nuove piattaforme che prima non c’erano, diverso è il discorso delle future corvette della classe Reshef.

Queste ultime andranno infatti a sostituire le 8 unità della clase Sa’ar 4.5, entrate in servizio nell’arco di un decennio circa, a cavallo tra gli anni ‘90 e i primi anni 2000. Da allora, queste potenti motomissilistiche rappresentano in qualche modo la spina dorsale della Marina Israeliana. Ora però, vuoi per l’età e vuoi per l’usura, si rende necessario pensare a una loro sostituzione.

Tale processo ha così inizio nel 2019, con l’assegnazione di un contratto per la loro progettazione a Israeli Shipyards e culmina, dopo l’approvazione definitiva da parte del Governo poche settimane prima, con la firma il 12 dicembre scorso del contratto sempre con Israeli Shipyards. Il Ministero della Difesa Israeliano si impegna quindi a comprare 5 corvette, più un’opzione per altre unità ancora; probabilmente 3, per sostituire così in un rapporto 1:1 le attuali 8 Sa’ar 4.5.

Elemento degno di nota, il valore del contratto di “appena” 780 milioni di dollari; una cifra che non deve però trarre in inganno. Secondo infatti diverse fonti, queste corvette dovrebbero essere pre-allestite in un cantiere Americano e i blocchi così ottenuti trasferiti poi in Israele per l’assemblaggio finale nonché l’integrazione dei sistemi locali (a loro volta esclusi dal contratto stesso). Una mossa dettata dalla volontà di attingere dagli aiuti militari Americani a Gerusalemme (il cui utilizzo quindi non comporterebbe alcun costo per Israele), garantendo comunque alle aziende locali lo svolgimento di importanti fasi lavorative; sia dal punto di vista della costruzione, sia da quello della integrazione dei sistemi.

LE CARATTERISTICHE DELLE RESHEF

Prima di affrontare questo tema, una premessa; a oggi non esistono informazioni ufficiali sulle precise caratteristiche di queste future corvette (leggere). Tuttavia, incrociando una serie di elementi comunque noti con ipotesi pur sempre credibili, il quadro che emerge può essere considerato affidabile ai fini di un’analisi sufficientemente dettagliata.

Per quanto riguarda le dimensioni, le prime indicazioni riferivano di una lunghezza pari a 76/77 metri e una larghezza di poco meno di 11 metri; non è tuttavia da escludere che il progetto sia ulteriormente evoluto fino a raggiungere, rispettivamente, gli 80 e gli 11 metri precisi. Ciò che invece appare assodato è un dislocamento di 1.000 tonnellate circa; dunque, una netta crescita dimensionale rispetto alle Sa’ar 4.5 oggi in servizio ma, al tempo stesso, piattaforme comunque più “descritte” per effetto di un attento studio delle forme per diminuirne la segnatura radar (e non solo)

Qualche dubbio anche sull’impianto propulsivo, anche se tutto lascia ormai pensare che la configurazione finale scelta sarà CODAD (Combined Diesel And Diesel) su 4 motori MTU16V4000 con una potenza di oltre 4.000 cavalli ciascuno, capaci di imprimere una velocità massima (ben) superiore a 28 nodi. Alla velocità poi di crociera di 12/14 nodi, l’autonomia supera le 3.000 miglia; quella operativa viene invece stimata in 22 giorni per i poco più di 50 uomini di equipaggio (ai quali se ne possono aggiungere un’altra ventina a bordo; per esempio operatori delle Forze Speciali per missioni particolari)

IL SISTEMA DI COMBATTIMENTO

Come da tradizione della Marina Israeliana, anche le Reshef saranno caratterizzate da una configurazione piuttosto “cattiva”. Intanto, il sensore principale sarà il radar ALPHA (Advanced Lightweight Phased Array) ELM-2258 della Israeliana IAI; a questo si aggiungeranno 2 sensori eletto-ottici e una suite completa di sistemi per la guerra elettronica, sempre forniti da aziende locali. Degna di nota anche la presenza di 2 lanciatori Deasever per inganni/esche destinate al contrasto dei missili antinave.

La parte più prettamente “combat” si presenta ancora più variegata. Per quanto riguarda i pezzi di artiglieria saranno presenti un 76/62 mm SuperRapido (di Leonardo) e 2 stazioni a controllo remoto con pezzi da 30 mm, destinati alla difesa a corto/cortissimo raggio; con il pezzo da 76 mm che può anche essere impiegato in chiave offensiva.

La parte missilistica invece sarà costituita da 40 celle di lancio verticali per altrettanti missili C-Dome; destinati a garantire la difesa aerea/missilistica e da 8 contenitori-lanciatori per altrettanti  missili antinave/“land strike” Gabriel V; di nuovo, tutti prodotti dalle (sempre all’avanguardia) industrie Israeliane. La dotazione di armamenti delle Reshef sarà infine completata dalla presenza di 2 “scatoloni” piuttosto particolari (peraltro già visti su alcune Sa’ar 4.5) e contenenti le avanzate “loitering munition” Green Dragon.

Un ultimo aspetto tecnico-operativo interessante è rappresentato dalla zona di poppa; un’area definita “multi-purpose” perché può essere impiegata per le operazioni con velivoli (elicotteri e/o droni) oppure per ospitare degli appositi container, a loro volta configurati per alloggiare sensori particolari per l’espletamento di specifiche missioni e/o ulteriori sistemi d’arma.

Come si è visto dunque, nel tracciare l’identikit di queste future unità mancano alcuni elementi di dettaglio; ciò nonostante, il quadro risulta comunque chiaro. Con le corvette della classe Reshef, la Marina Israeliana compirà un altro balzo in avanti in termini di capacità operative, confermando la sua crescita costante degli ultimi anni, fino ad affermarsi come una forza armata più centrale nelle politiche di sicurezza e difesa dello stato Ebraico.

 

 

 

Torna su