Skip to content

alcolock

Tutto sull’alcolock, il nuovo dispositivo previsto dal Codice della Strada

Semaforo verde, tra polemiche sui costi e dubbi sulla compatibilità con un parco macchine tra i più vetusti d'Europa, per l'alcolock, il sistema che impedirà ai bevitori recidivi di mettersi alla guida con tassi alcolemici non a norma. Ecco come funziona e quanto costa

Firmato il decreto che definisce le caratteristiche e le modalità di installazione del dispositivo alcolock, una delle novità più significative introdotte dal nuovo Codice della Strada, in vigore dal 14 dicembre scorso.

CHE COS’E’ L’ALCOLOCK

L’alcolock è un sistema che impedisce l’avvio del veicolo se il guidatore non supera un test dell’alito, esattamente come avviene con l’etilometro in dotazione alle forze dell’ordine durante i controlli serali. Il motore si accenderà solo se il livello di alcol risulterà pari a zero. L’obiettivo principale della nuova misura è scoraggiare la guida in stato di ebbrezza e aumentare la sicurezza stradale.

CHI DOVRA’ INSTALLARLO

L’installazione dell’alcolock è prevista per i conducenti già sanzionati per aver guidato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. Si tratta dunque di una misura esclusiva per i recidivi che potranno circolare solo su veicoli sui quali è stato correttamente installato tale dispositivo.

CHI LO INSTALLERA’?

Naturalmente, perché tale misura non presti il fianco a possibili manomissioni occorrerà che i modelli funzionino secondo quanto stabilito per legge e siano installati correttamente. Solo talune officine perciò potranno eseguire l’installazione. Il tecnico nelle vesti di pubblico ufficiale dovrà applicare un sigillo che ne impedisca l’alterazione o la manomissione.

NUOVI DOCUMENTI DA ESIBIRE IN CASO DI CONTROLLI

L’installatore dovrà consegnare al proprietario dell’auto, oltre alle istruzioni per l’uso e la manutenzione, la dichiarazione di avvenuta e corretta installazione e, soprattutto il certificato di taratura con la data oltre la quale lo strumento dovrà nuovamente essere tarato da un laboratorio accreditato. Questi due documenti dovranno essere tenuti a bordo dell’auto in originale e mostrati in caso di controllo da parte delle forze di Polizia.

QUALI MODELLI SONO A NORMA?

Parimenti, ci si attende che i modelli di alcolock ritenuti attendibili siano contenuti in una lista ministeriale. Ogni alcolock dovrà rispondere alla norma europea EN 50436 sugli etilometri, dovrà essere omologato ai sensi del regolamento UNECE n. 10 e dovrà riportare marchio del fabbricante, tipo, numero di serie, versione del software, validità della taratura, marcatura dell’omologazione e marchio CE.

ESISTONO ELENCHI DI MODELLI A NORMA? E DI OFFICINE AUTORIZZATE?

Non al momento. Tutto è demandato al materiale che verrà pubblicherà sul sito www.ilportaledellautomobilista.it Sono previsti obblighi specifici per i produttori che dovranno fornire istruzioni dettagliate per installazione, uso e manutenzione.

L’ALCOLOCK SI PUO’ INSTALLARE SU TUTTE LE AUTO?

No, solo sulle più recenti. L’obbligo di compatibilità con simili strumenti lato costruttori è obbligatorio solo per le auto di nuova omologazione successive al luglio 2022.

SU QUALI TIPI DI VETTURE PUO’ ESSERE MONTATO A BORDO?

Il decreto stabilisce che l’alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli adibiti al trasporto sia di persone sia di merci e dovrà rispettare gli standard della normativa europea.

QUANTO COSTERA’ INSTALLARLO?

Non poco. Secondo proiezioni di Rai News, il costo stimato dell’installazione è di circa 2.000 euro, a cui vanno aggiunti i costi dei boccagli monouso, della manutenzione e dei controlli periodici.

LE POLEMICHE

Numerosi i dubbi già espressi al varo del nuovo Codice, per esempio dall’Aiped, l’Associazione italiana periti estimatori danni, secondo cui il decreto del ministero dei Trasporti sull’alcolock “contiene alcune criticità in grado di dare vita a contenziosi legali e ricorsi da parte degli automobilisti”. Per esempio “l’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile”.

Critica anche Federcarrozzieri: “il parco auto italiano, infatti, è come noto molto anziano, con quasi il 22% delle auto circolanti che ha un’età superiore ai 19 anni. C’è quindi il rischio concreto che su molte autovetture particolarmente anziane sia tecnicamente impossibile installare l’alcolock”. C’è poi chi rileva che anche i guidatori italiani sono molto anziani e il funzionamento del dispositivo, specie per ciò che concerne il download dello storico con tutti i dati rilevati e memorizzati, rischi di complicare troppo la vita a coloro che, per raggiunti limiti anagrafici non sono a proprio agio con gli strumenti più innovativi.

Torna su