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Tutti i contraccolpi dei dazi di Trump per Toyota, Ford e non solo

Ecco gli effetti dei dazi di Trump sui gruppi automobilistici. Numeri, approfondimenti e scenari

Fin dall’inizio della crociata di Donald Trump sui dazi, si è capito che uno dei settori più a rischio sarebbe stato quello automobilistico. L’industria automotive, infatti, è nel mirino della Casa Bianca, che vorrebbe maggiori investimenti all’interno del mercato statunitense, quindi minori importazioni e maggiori esportazioni. In particolare, nei confronti di mercati specifici, come il Giappone. E i dazi del 25% sulle importazioni di auto e componenti varie, in vigore da aprile, stanno già avendo forti conseguenze. Le stime del Center for Automotive Research, risalenti ad aprile, parlavano di un aumento dei costi totali fino a 108 miliardi di dollari per le case statunitensi. I dati di questi ultimi mesi cominciano a confermarlo.

I DANNI PER L’INDUSTRIA DELLE AUTO

A riportarli è il Wall Street Journal, che parla di perdite per le case automobilistiche globali – a causa delle tariffe di Trump – per un totale di circa 12 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2025. E “la triste realtà”, secondo il quotidiano finanziario, è che “potrebbe essere solo l’inizio”, se si considera che al costo dei dazi per l’industria auto si devono aggiungere anche quello di anni di riorganizzazione e modifiche alla catena di approvvigionamento.

IL COLPO ALLE CASE AUTOMOBILISTICHE GIAPPONESI

Chi sta subendo maggiormente gli impatti dei dazi sono le aziende automobilistiche giapponesi, come Toyota, Honda e Nissan, nonostante l’accordo stretto tra Washington e Tokyo per ridurre le percentuali dei dazi. “Toyota ha abbassato le sue previsioni di utile operativo per l’anno di 4,1 miliardi di dollari, portandole a 21,7 miliardi di dollari, citando un impatto di 9,5 miliardi di dollari dovuto ai dazi”, spiega il New York Times. Che continua: “Honda ha dichiarato che i dazi sulle auto spedite negli Stati Uniti da Giappone, Canada e Messico, nonché su ricambi e materie prime, le costeranno circa 3 miliardi di dollari di utile operativo quest’anno”. Mentre la stima di Nissan dell’impatto sui profitti a causa dei dazi di quest’anno è di circa 2 miliardi di dollari.

IL CASO TOYOTA

Il caso di Toyota è emblematico. Ieri, giovedì 7 agosto, ha fornito alcuni dati del primo trimestre dell’anno fiscale, quindi aprile-giugno 2025: l’utile netto è in calo del 36,9% a 841 miliardi di yen, circa 4,88 miliardi di euro. Tagliando le stime sull’intero esercizio, su cui si attende 2.660 miliardi di yen, quindi circa 15,5 miliardi di euro, in calo del 44% rispetto all’anno precedente, sottolinea il Sole 24 Ore. Su tutto l’anno, i dazi peseranno più di 8 miliardi di euro, comportando così una riduzione della marginalità dell’azienda.

LE ALTRE CASE AUTOMOBILISTICHE USA E UE

Non sono solo i manager giapponesi a essere preoccupati. I dazi stanno impattando anche sulle case europee e su quelle statunitensi. È sempre il Sole a mettere in fila alcuni dati: “Ford ha già registrato circa 1 miliardo di costi nel secondo trimestre e stima un impatto annuo vicino ai 3 miliardi”. Poi “anche Stellantis, attiva tra Usa, Messico e Canada, ha iniziato a scontare le nuove barriere: nel secondo trimestre ha segnalato un effetto dazi da circa 330 milioni di euro, che ha contribuito a una perdita semestrale da 2,3 miliardi. Le stime parlano di un impatto dazi pari a 1,5 miliardi entro l’anno”. Invece, “in Europa, Volkswagen ha comunicato un calo dell’utile operativo del 29% nel Q2, legato in parte ai costi tariffari: circa 1,3 miliardi di euro”, con “alcuni marchi come Volvo” che “hanno sospeso la vendita di modelli destinati al mercato americano, penalizzati da catene del valore troppo esposte”.

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