Ryanair isola le isole italiane. Non si è fatta attendere la risposta della compagnia low cost al decreto prezzi che l’amministratore delegato del gruppo, Michael O’ Leary, ha rubricato come scritto su “dati spazzatura”, lasciando intendere che ha il medesimo valore. Una risposta, quella del gruppo, che pare più una rappresaglia.
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Solo pochi giorni dopo avere colpito dieci rotte della programmazione invernale per la Sardegna, il vettore ha ritoccato quelle che collegano la Sicilia. La linea del Ceo è chiara: spingere l’esecutivo a “ritirare l’atto”, definito “idiota”, come pure “un atto stupido e illegale” in quanto basato “su pareri falsi e imprecisi dell’Enac”, ovvero l’autorità del governo italiano a presidio della sicurezza dei voli.
L’istrionico O’ Leary, non nuovo a sparate a zero e siparietti (solo qualche giorno fa era sotto la Commissione Ue in compagnia di una sagoma di cartone della presidente Ursula von der Leyen), è torrenziale: “Mentre stiamo incrementando le rotte internazionali da e per Milano quest’inverno, la crescita nazionale italiana è messa a rischio dall’illegittimo decreto del governo italiano che limita la libertà delle compagnie aeree di fissare tariffe aeree basse”.
Del resto, uno come O’ Leary riesce simultaneamente protestare contro l’esecutivo comunitario e appellarsi ai principi liberali che animano l’Unione europea: “Il diritto dell’Ue garantisce alle compagnie la libertà di stabilire prezzi bassi o alti quanto desiderano e nessun decreto italiano può limitare questa legge europea”.
Il numero 1 di Ryanair è convinto che “questo decreto illegittimo danneggerà il traffico nazionale italiano perché incoraggerà le compagnie aeree come Ryanair a ridurre i voli e la capacità sulle rotte nazionali e a spostarsi su rotte più internazionali da e per Milano o Roma, dove vige ancora la libertà di prezzo”.
IL DECRETO PREZZI NON VIOLA L’ANTITRUST
Ma intanto c’è il via libera dell’Antitrust. “Contrariamente alle preoccupazioni espresse dai vettori, la norma non limita la facoltà di determinare in modo indipendente le proprie politiche di prezzo, né fissando prezzi massimi, ne’ imponendo una flessione dei prezzi medi né alterando le dinamiche concorrenziali sui mercati interessati”, ha detto il presidente dell’Autorità per Concorrenza, Roberto Rustichelli.
“L’intervento legislativo – ha spiegato il presidente dell’Antitrust – persegue un obiettivo di natura perequativa che impedisce lo sfruttamento abusivo del potere di mercato in pregiudizio di consumatori particolarmente vulnerabili”.
L’unica osservazione critica di Rustichelli è cancellare dal Dl in discussione il comma 5 dell’articolo 1 che riguarda gli obblighi di informazione dell’utenza nei casi di profilazione della clientela ai fini della determinazione del prezzo di acquisto del biglietto in quanto l’individuazione dei settori cui applicare questa norma spetta al legislatore comunitario e non a quello nazionale.
LA REPLICA DI URSO A RYANAIR
Incassato l’assist dell’Antitrust, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha replicato duramente alla presa di posizione del vettore low cost: “L’Italia è un Paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno”.
Quindi ha aggiunto: “È difficile parlare e argomentare se uno non ha conoscenze giuridiche e legali: siamo disponibili ad assisterlo su questo. Una compagnia che è stata sanzionata 11 volte dall’autorità che regola la concorrenza e il mercato per aver violato in questo Paese per 11 volte le regole del mercato e calpestati i diritti dei consumatori, vada in tribunale: è stata già condannata più volte”.
L’ANNUNCIO DI ITA
“Noi crediamo che il decreto nel merito sulle tariffe abbia una certa razionalità che è assolutamente condivisibile, quello che vorremmo discutere è sul metodo di applicazione del decreto”, ha detto infine il direttore generale di Ita Airways, Andrea Benassi in un’audizione al Senato.
“Crediamo che esistano forme differenti per tutelare i consumatori e i passeggeri che sono già oggi presenti nella disciplina del trasporto aereo”, ha aggiunto il dg dell’ex compagnia di bandiera, che ha parlato della possibilità di estendere le norme sulla continuità territoriale anche ai territori più in difficoltà, come Crotone o Ancona, e di prevedere “aiuti sociali” per categorie di passeggeri.