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Trump tampona ancora Tesla di Elon Musk (e tutte le auto elettriche)

Donald Trump assesta un nuovo colpo al mercato delle auto elettriche: componenti e ricambi essenziali per i veicoli alla spina finiscono tra i prodotti con dazi al 50 per cento. Anche il patron di Tesla (che ha la propria gigafactory di punta in Cina) si era mosso a più riprese contro le politiche protezionistiche della Casa Bianca

Le Case automobilistiche avevano provato in tutti i modi a opporsi alla decisione di Donald Trump di allargare l’ambito di azione dei dazi. Persino Elon Musk si è speso in prima persona criticando a più riprese le strategie economiche della Casa Bianca, ma col passare delle ore è apparso sempre più evidente che il vero scopo del presidente degli Usa fosse colpire proprio la produzione delle auto elettriche, da sempre nel mirino del tycoon.

CON MUSK FUORI DALLA CASA BIANCA, IMPOSSIBILE CONVINCERE IL PRESIDENTE

La rottura politica tra Musk, patron di Tesla e The Donald, col primo che ha sbattuto rumorosamente dietro di sé la porta dello Studio ovale lasciando il proprio ruolo al Doge e minacciando persino di costituire un partito che pescasse proprio dal bacino elettorale repubblicano, ha fatto il resto, rendendo il tycoon insensibile a qualsiasi appello.

I DAZI CHE RISCHIANO DI SCARICARE LE AUTO ELETTRICHE

Nelle ultime ore l’amministrazione Trump è tornata così a ritoccare norme e tabelle sui cosiddetti “beni di valore” estendendo il novero delle merci che dovranno sottostare al balzello monstre del 50% precedentemente applicato su acciaio e alluminio. Un ritocco che ha aggiunto alla lista ufficiale oltre 400 categorie di prodotti.

“L’azione amplia la portata dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio e blocca le vie di elusione, sostenendo la continua rivitalizzazione delle industrie americane dell’acciaio e dell’alluminio”, afferma in una nota Jeffrey Kessler, sottosegretario per l’industria e la sicurezza del Dipartimento del Commercio, difendendo la misura.

I PRODOTTI COLPITI

“Ricambi per auto, prodotti chimici, materie plastiche, componenti per mobili: in pratica, se sono lucidi, metallici o anche solo lontanamente simili all’acciaio o all’alluminio, probabilmente sono sulla lista”, ha sintetizzato efficacemente su LinkedIn Brian Baldwin, vicepresidente doganale di Kuehne + Nagel International AG, in riferimento all’elenco ampliato.

TRUMP TAGLIA LE GOMME ALLE AUTO ELETTRICHE

Non si tratta del primo intervento di Donald Trump volto a danneggiare il mercato delle auto elettriche. Lo scorso 3 luglio 2025 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge di bilancio che, a partire dal 30 settembre, prevede la fine anticipata dei crediti d’imposta (fino a 7.500 dollari per i veicoli nuovi e 4.000 per quelli usati) finalizzati a incentivare i veicoli elettrici. Erano stati voluti da Joe Biden e infilati a forza tra le pieghe dell’Inflation Reduction Act.

STELLANTIS FRENA SULLE AUTO ELETTRICHE

Secondo il Detroit News in tutta risposta Stellantis, temendo l’aumento delle scorte nei propri magazzini, starebbe tirando il freno a mano sulla produzione e la distribuzione delle proprie auto elettriche nei 50 Stati, attendendosi una ulteriore diminuzione della domanda nel prossimo periodo.

Sul quotidiano locale che, per ovvi motivi, segue da vicino le vicende industriali automobilistiche si legge: “I rivenditori Stellantis hanno affermato che la casa automobilistica ha completamente interrotto o limitato gli ordini per le sue offerte di veicoli elettrici e ibridi plug-in, tra cui la Jeep Wagoneer S completamente elettrica e la Dodge Charger Daytona, nonché i modelli ibridi Jeep Wrangler, Grand Cherokee e Chrysler Pacifica”.

IL BATTAGE PUBBLICITARIO PER IL BONUS AGLI SGOCCIOLI

E, ancora: “I concessionari che vendono tutti i tipi di veicoli elettrici e ibridi plug-in stanno cercando di vendere il più possibile le loro scorte esistenti prima che scada il credito d’imposta, la domanda dei clienti diminuisca e si ritrovino improvvisamente con modelli molto più costosi nei loro piazzali”.

Stellantis – prosegue il Detroit News – sta ricordando ai clienti la fine del credito d’imposta sui siti web dei suoi marchi. “Approfitta del tuo incentivo per i veicoli elettrici finché puoi!” recita il sito della Jeep Wagoneer S, mentre la pagina della Jeep Wrangler 4xe avverte: “Il tuo incentivo da 7.500 dollari per i veicoli elettrici sta per esaurirsi“.

VIETATO VIETARE I MOTORI A SCOPPIO

Parallelamente, dalla Casa Bianca è stata prevista una deduzione fino a 10.000 dollari di interessi sui prestiti auto quando si acquistano veicoli a combustione. Inoltre, sempre per volontà di Trump sono state eliminate le multe per il mancato rispetto degli standard di consumo di carburante.

Benché la Casa Bianca possa dare esclusivamente direttive a livello federale, nei mesi scorsi Trump aveva fatto pressioni affinché i repubblicani della California assestassero un nuovo duro colpo al governatore, il dem Gavin Newsom con cui ha ingaggiato da tempo una querelle che ha raggiunto l’apice con le minacce di tagli di aiuti federali al Golden State e soprattutto con l’invio dell’esercito a Los Angeles per sedare le proteste contro le nuove politiche immigratorie.

La California infatti stava tentando di promulgare una legge per vietare la vendita di auto a benzina in tutto il territorio dello Stato dopo il 2035, un provvedimento per molti versi simile a quello perseguito dalla Ue.

A seguito dell’intervento di Trump, la norma nazionale per bandire i motori a scoppio è finita fuori strada (Newsom promette una nuova battaglia di carte bollate, appellandosi a tutte le sedi) e adesso rischia di essere seguita a ruota anche dall’intero mercato americano delle auto elettriche, con buona pace di chi, spinto dalle precedenti politiche della Casa Bianca di segno opposto, nel comparto aveva investito miliardi di dollari.

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