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Bignami

Trasporti, perché il governo Meloni strapazza l’Ue

Le reti, fisiche e digitali, come volano per lo sviluppo del nostro paese. I temi sviluppati nel corso del convegno "Mobilità e reti, nell'ambito del Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini con Alfredo Maria Becchetti, presidente Infratel, Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, e Pierluigi Di Palma, presidente Enac

La transizione ambientale e quella digitale hanno numerosi punti di contatto. Uno di questi è lo sviluppo delle reti, materiali e immateriali, a cui è dedicata una fetta cospicua dei fondi del Pnrr. Il nostro paese, come ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Galeazzo Bignami, tra i relatori del convegno “Mobilità e reti”, nell’ambito del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini, sconta ancora disomogeneità importanti tra i territori, nelle reti deputate al trasporto di merci e persone e nelle reti digitali, attraverso viaggiano i dati che permettono le connessioni. “L’infrastruttura materiale e immateriale viaggiano allo stesso passo – ha detto il viceministro Bignami -. Oggi ancora esiste il digital divided in tante aree del paese. Questo, insieme a difficoltà infrastrutturali materiali, rappresenta un gravame sullo sviluppo economico di queste aree”.

PNRR HA INVESTITO ZERO IN TRASPORTO SU GOMMA E TRASPORTO AEREO

Non tutti i territori, nel nostro paese, godono della stessa capacità infrastrutturale. “L’orografia della nostra nazione è particolarissima – ha detto il viceministro Bignami – l’Italia ha più gallerie di tutta l’Unione europea: 1.600 gallerie ferroviarie, un dato che spesso l’Ue non coglie. Oggi abbiamo un fabbisogno di 30-35 miliardi di adeguamento solo sulla rete ASPI. Ogni giorno 96 milioni e mezzo di italiani si spostano, ogni passeggero fa più di tre spostamenti al giorno. Il trasporto aereo conta 200 milioni di passeggeri all’anno e solo nel nodo autostradale bolognese si registrano 300mila veicoli al giorno, l’alta velocità conta 160 mila passeggeri al giorno. Oggi ancora il trasporto gomma è centrale. Dobbiamo fare una riflessione: sul trasporto aereo e gomma il PNRR ha investito zero”.

TRASPORTO AEREO: NEL 2024 ALMENO 200 MILIONI DI VIAGGIATORI

Dopo il periodo di stop imposto dalla pandemia da Covid 19 i numeri del trasporto aereo hanno spiccato il volo.  “Anche senza compagnia di bandiera il traffico è cresciuto. Nel 2024 arriveremo a 200 milioni di passeggeri, nessuno ci credeva, noi sì. Cresciamo di oltre il 10% nel primo semestre del 2024 – ha detto Pierluigi Di Palma, Presidente Enac –. I piani nazionali della mobilità devono partire dal trasporto aereo perché il trasporto aereo permette lo sviluppo dei territori circostanti”. Anche il trasporto aereo, però, è chiamato a fare la sua parte in termini di riduzione delle emissioni.

“Per raggiungere gli obiettivi di Net zero 2050 il propellente del futuro è il biofuel, non l’idrogeno e nemmeno l’elettrico ma il biofuel perché i motori non cambiano, saranno gli stessi di oggi, aumenteranno la compatibilità ambientale – ha aggiunto Di Palma –. L’Italia ha posto una soluzione diversa all’Ue, abbiamo trattato e la risoluzione finale dell’Icao riconosce che al 2050 il goal della decarbonizzazione si farà con il biofuel e non certo con idrogeno ed elettrico. L’Europa è una condizione necessaria. Però per pregiudizio ideologico il trasporto aereo è stato messo fuori da Pnrr”.

LA SICUREZZA DEI DATI DIVENTA SICUREZZA NAZIONALE

Il tema delle reti sulle quali viaggiano i dati è legato a doppio filo a quello della sicurezza. Che, se si tratta di dati di istituzioni pubbliche, diventa sicurezza nazionale. “Quasi 7 miliardi di euro del Pnrr per permettere che il collegamento infrastrutturale sia omogeneo su tutto il paese – ha detto Alfredo Maria Becchetti, presidente Infratel –. Infratel ha istituito SINFI, il catasto delle infrastrutture tecnologiche che monitora le reti delle istituzioni che vi collaborano. Questo ha rilevanza internazionale perché permette al paese di non rimanere indietro rispetto a quello che succede all’estero. Tutte le società che svolgono un controllo infrastrutturale, Terna, Anas, Ferrovie dello Stato, svolgono un controllo infrastrutturale e hanno strutturato internamente dei controlli che permettono di certificare la sicurezza della rete rispetto a intrusioni esterne. Attraverso SINFI abbiamo il controllo di tutte le reti. SINFI, in questo modo, diventa uno strumento della sicurezza nazionale all’interno dell’Europa che ci chiede di avere dei sistemi di sicurezza che possiamo avere solo monitorando l’infrastruttura tecnologica. Il fatto che i dati che viaggiano su queste reti siano monitorarti permette un risparmio non indifferente. Infratel ha ottenuto importanti finanziamenti dal PNRR, fare infrastrutture tecnologiche, farle bene e sicure permetterà a quest’ultime di ripagarsi”.

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