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Taxi

Taxi, ecco come e perché il Garante tampona i sindaci di Roma, Milano e Napoli

Tutti i rilievi dell’Antitrust presieduta da Rustichelli sui taxi rivolti ai sindaci Gualtieri (Roma), Sala (Milano) e Manfredi (Napoli)

Incremento del numero delle licenze oltre il tetto del 20% stabilito dal governo, più flessibilità sui turni e un monitoraggio più stabile sull’adeguatezza del servizio. Sono le principali raccomandazioni in materia di taxi fatte dall’Antitrust ai Comuni di Roma, Milano e Napoli e contenute in una segnalazione inviata ai sindaci Roberto Gualtieri, Giuseppe Sala e Gaetano Manfredi.

Tra luglio e agosto scorsi l’Autorithy guidata da Roberto Rustichelli aveva spedito una richiesta di informazioni ai tre Comuni, alle principali società di radiotaxi e piattaforme di intermediazione delle corse taxi (Mytaxi e Uber) attive proprio nelle tre città. L’attività di verifica, come informava una nota di Piazza Verdi, intendeva far luce sui “pesanti disservizi per l’utenza: si pensi, ad esempio, ai tempi di attesa, all’uso del tassametro, all’accettazione dei pagamenti elettronici e alla corretta funzionalità dei Pos”. Inoltre, si puntava a chiarire il sistema delle licenze “a numero chiuso£ che, in questo settore, “ostacola il corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali e il prodursi dei conseguenti benefici in termini di soddisfazione della domanda e di qualità del servizio”.

LE NOVITÀ CONTENUTE NEL DL ASSET

Va ricordato che di recente il cosiddetto decreto Asset (convertito in legge 9 ottobre 2023 n. 136) all’articolo 3 prevede la possibilità per i Comuni capoluogo di regione, sede di Città metropolitana o di aeroporto, la possibilità di aumentare le licenze, fino al 20% di quelle già rilasciate, attraverso un concorso straordinario e procedure molto più snelle. Inoltre, i Comuni possono rilasciare licenze aggiuntive a chi è già titolare di licenza taxi o noleggio con conducente in casi di aumento straordinario della richiesta in occasione di grandi eventi o di flussi turistici superiori alla media stagionale.

LE RISULTANZE DEL LAVORO SVOLTO DALL’ANTITRUST SUL DOSSIER TAXI

Dalle risposte fornite all’Autorità, si legge nella segnalazione, emergono “importanti criticità” nel settore. Basti pensare che a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, cui corrispondono 2,8 licenze ogni 1.000 residenti; a Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni 1.000 residenti; a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni 1.000 abitanti. Peraltro va evidenziato che l’anno di rilascio delle ultime licenze è il 2005 per Roma, il 2003 per Milano e addirittura il 1998 per Napoli.

Sul fronte delle richieste del servizio, l’Autorità nota che crescono “in modo più che proporzionale” rispetto a quanto possano fare cooperative e app per soddisfare la clientela: ad esempio, a Roma, tra gennaio e luglio 2023, le richieste complessive sono aumentate da circa 985 mila a circa 3 milioni e quelle inevase sono passate da circa 155 mila a circa 1,3 milioni. Dunque, la percentuale di richieste inevase, che tra gennaio e febbraio era intorno al 14-15%, a giugno e luglio è salita a circa il 45%. A Milano tale percentuale è stabile nell’ultimo anno intorno al 20% mentre a Napoli tra marzo e luglio è salita dal 22% al 49%. (cfr. figura 1-2-3 p. 7-8).

Ma non finisce qui. L’Antitrust, infatti, rileva che sul fronte dei turni permane “una rigidità più o meno marcata, suscettibile di incidere sulla qualità del servizio” e che manca “un sistema di monitoraggio volto a garantire un’efficiente erogazione del servizio”.

I “CONSIGLI” DELL’ANTITRUST SUI TAXI

Insomma, il quadro del servizio offerto dalle tre maggiori città italiane non è per nulla rassicurante ed è anzi destinato a peggiorare considerando gli eventi futuri in programma, per esempio il Giubileo a Roma a partire da dicembre 2024.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sollecita perciò i Comuni di Roma, Milano e Napoli ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda “di cui una significativa parte rimane, ad oggi, costantemente insoddisfatta”, superando anche il tetto del 20% contenuto nel dl Asset “che, in base ai dati acquisiti, non appare sufficiente a superare le criticità evidenziate”.

Piazza Verdi segnala poi che i bandi con cui sono state rilasciate le ultime licenze sono “estremamente risalenti” e che i tre Comuni “non sembrano aver adottato iniziative concrete per fronteggiare il pressante problema dell’inadeguatezza delle licenze” mentre l’aumento del numero delle stesse “andrebbe effettuato con la massima tempestività e urgenza”.

E ancora: sarebbe “auspicabile l’adozione di misure complementari aggiuntive rispetto all’incremento del numero delle licenze attive, come ad esempio la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide (attualmente presente a Roma e Milano ma non a Napoli), l’implementazione del taxi sharing, l’efficientamento dei turni per renderli più flessibili, nonché l’esercizio di un monitoraggio attivo ed efficace da parte degli organi stabiliti dalle amministrazioni comunali sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sull’effettiva prestazione del servizio stesso adottando adeguati meccanismi di controllo”.

Altra raccomandazione: i Comuni dovrebbero, almeno una volta l’anno, richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio rispetto alla domanda effettiva così “da attivare tempestivamente la procedura per il rilascio di nuove licenze, tramite l’adozione di un bando di pubblico concorso”.

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