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Tav? Si farà, ecco perché. Parola di Garavaglia (Lega)

La Tav si farà, con buona pace dei 5stelle. Parola di di Massimo Garavaglia, viceministro all'Economia

La Tav si farà, con buona pace dei 5stelle. Matteo Salvini lancia il suo centravanti di sfondamento, Massimo Garavaglia, ex sindaco di Marcallo, 6 mila abitanti nella città metropolitana di Milano, e attuale viceministro all’Economia del governo Conte, nonché braccio destro di Giancarlo Giorgetti, l’uomo più potente della Lega (dopo Salvini).

Non è casuale che in questo momento, dopo la manifestazione dei 40 mila di Torino, proprio lui venga mandato all’arrembaggio: «Alta velocità? Il contratto di governo prevede l’analisi costi-benefici, ma secondo me l’analisi è facilissima da fare. L’asse Torino–Milano–Trieste fa il 70 % del pil. Quindi le merci devono circolare alla velocità giusta e nel modo migliore possibile».

TAV SUL TAVOLO

E ha addirittura rincarato la dose quando i 5stelle lo hanno messo nel mirino e il ministro Danilo Toninelli s’è infuriato: è andato nella tana del lupo, ad Arona, in provincia di Novara, e pungolato da un web giornale locale, Lo Spiffero, ha annunciato: «Se l’analisi costi-benefici verrà fatta seriamente non potrà che dire che la Tav va fatta, come diciamo noi da sempre. Ricordo come anche nel mio comune, di cui sono stato sindaco, Marcallo, e in tutta la zona, la realizzazione dell’Alta Velocità ha inciso nelle dinamiche economiche, nella programmazione e nello sviluppo. Ma qui è ancora più importante perché si ragiona sullo sviluppo di un intero Paese. Se si arriva a un cancello e quel cancello è chiuso o aperto in maniera insufficiente, va aperto altrimenti le merci dove passano? Il messaggio che hanno lanciato i 40 mila di Torino noi lo conoscevamo già. Abbiamo le antenne dritte. E quei mondi dell’impresa e del lavoro, della gente che guarda al futuro e vuole lo sviluppo sono il nostro mondo, in gran parte il nostro elettorato».

CHI E’ GARAVAGLIA

Garavaglia ha 50 anni, lauree in Economia alla Bocconi e in Scienze Politiche alla Statale. Nel 1999 è stato eletto sindaco di Marcallo e ha governato con un monocolore Lega, nel 2006 il salto alla Camera, due anni dopo il trasferimento al Senato. Nel 2013 si è dimesso per diventare assessore all’Economia nella giunta guidata da Roberto Maroni alla Regione Lombardia. Lo scorso marzo è tornato in parlamento ed è entrato nella squadra di governo. Vuole che le grandi opere vengano realizzate, e in fretta.

IL DOSSIER TAP

Sulla decisione del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, di dare via libera al gasdotto Tap (sollevando l’ira dei 5stelle del Salento) il suo pressing ha avuto un ruolo importante. Si racconta di un suo sfogo (non smentito) nel Transatlantico di fronte alle ultime resistenze dei grillini: «Tolto il reddito di cittadinanza non si riesce a capire i grillini cosa vogliano. C’è il caos. Come si fa a non capire che gli americani vogliono assolutamente il Tap, per cui se vuoi il loro appoggio in questa difficile situazione economica, devi assolutamente darglielo? Non ci sono alternative. Non vogliono capire che la politica è complessa perché è semplice… In ogni caso il Tap è ormai finalmente un capitolo chiuso, un capitolo importante perché avremo costi energetici più bassi per il sistema industriale. Più c’è la possibilità di differenziare le fonti energetiche meglio è».

FRA M5S E PD

Sulla Tav, Garavaglia va a braccetto con gli imprenditori piemontesi, ciò che turba la sindaca Chiara Appendino, già provata dalla manifestazione dei 30 mila e che, anche per questo, ha rifiutato di mandare la bandiera del Comune al raduno dei NoTav. Il presidente degli industriali di Torino, Dario Gallina, dice: «Un Paese che vuole crescere apre nuovi cantieri, non chiude quelli già aperti». Concorda il presidente pd della Regione, Sergio Chiamparino: «In caso di No da parte del governo la Regione è pronta a intervenire con il supporto degli altri territori coinvolti. Ovviamente ridiscutendo a quel punto i circa 10 miliardi di trasferimenti allo Stato».

I RAPPORTI CON I PENTASTELLATI

Il rischio di aggiungere sale sulle ferite che quotidianamente il governo deve affrontare è notevole: «È vero che ci sono delle tensioni nel M5s», dice il viceministro, «ma questo succede perché è un movimento composito. Non vedo problemi per il governo però: i numeri mi sembrano sufficienti per farci stare sereni. Ora bisogna guardare oltre il breve periodo e quindi è fondamentale il tema investimenti, tutto ciò che riguarda la crescita del pil va aiutato e in primo luogo occorre puntare sugli investimenti che non significa necessariamente trovare nuove risorse bensì spendere quelle che ci sono e che magari arrivano dall’Europa».

LE TENSIONI LEGA-M5S

I 5stelle sono avvisati. La Francia ha avvertito che non vuole perdere i finanziamenti europei e che è pronta a chiedere una montagna di risarcimenti. Nell’incontro di Parigi, tra il ministro francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, e quello italiano, Danilo Toninelli, lei non è indietreggiata di un centimetro, arrivando perfino a smentire la valutazione di «incontro costruttivo» da parte di Toninelli.

I RAPPORTI CON LA FRANCIA

Non c’è nessuna disponibilità della Francia a congelare le gare per la realizzazione del maxi-tunnel, che tra l’altro compare nei trattati internazionali ed è stato votato dai parlamenti italiano e francese. Se entro la fine dell’anno prossimo non verranno realizzati lavori per 2 miliardi, Bruxelles taglierà 813 milioni di finanziamenti. Ovvio che la Francia consideri «marziano» un governo che rinuncia a tutto questo oltre che allo sviluppo di una parte importante del proprio territorio.

 

Estratto di un articolo pubblicato su ItaliaOggi

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