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Stellantis investe ancora in Brasile. Mentre ad Atessa si riparte con 400 dipendenti in meno

Mentre la produzione italiana di Stellantis è al lumicino e perfino ad Atessa, l'hub più grande a livello europeo per i veicoli commerciali leggeri, si riparte con 400 addetti in meno, il Gruppo annuncia investimenti miliardari e nuovi posti di lavoro in Brasile

Stellantis torna a puntare sul Brasile, forte del fatto che il mercato sudamericano sia ancora tra i pochi ad averle dato sparute soddisfazioni nel corso di rendiconti trimestrali dell’ultimo periodo ormai simili a bollettini bellici. Il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra l’italoamericana Fca e la francese Psa parallelamente continua a tirare il freno a mano in Italia (con previsioni pessimistiche da parte dei sindacati), e notizie tutt’altro che positive arrivano dall’impianto di Atessa, in provincia di Chieti, appena ripartito dopo la pausa estiva.

CHE SUCCEDE (ANCORA) AD ATESSA

L’impianto inaugurato nel 1981, definito nei materiali stampa del Gruppo “il più grande e flessibile” a livello “europeo di veicoli commerciali leggeri”, le cui linee di produzione sono state recentemente ammodernate per ospitare la nuova generazione di furgoni Fiat Professional Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Opel/Vauxhall Movano, risulta in cassa integrazione da oltre 14 mesi.

PRODUZIONE CROLLATA DI OLTRE 16 PUNTI PERCENTUALI

I risultati dell’inchiodata sono sotto gli occhi di tutti e ben documentati dal report semestrale di Fim-Cisl: tra gennaio e giugno 2025 la produzione di veicoli commerciali ad Atessa si è attestata a 97.980 unità, con una flessione del -16,3% rispetto al 2024. “Dalla seconda metà dello scorso anno – sottolineano i sindacati -, la situazione è progressivamente peggiorata: dalle iniziali previsioni su 15 turni si è passati al ricorso stabile alla cassa integrazione che ha coinvolto tra i 700 e i 1.000 lavoratori”. La causa principale è la contrazione degli ordini, prima sui cabinati e poi anche sui Van. Nel primo semestre 2025 la media giornaliera dei lavoratori in CIG è stata di circa 700 unità.

RIPARTENZA IN SORDINA DOPO LA PAUSA ESTIVA

Visto l’alto numero di turni cancellati, difficile richiamarla ripartenza post ferie. Anche perché rispetto a prima dell’estate gli addetti sono 400 in meno. Vietato chiamarli ‘licenziamenti’: il dimagrimento dell’organico è dovuto alla cosiddetta fuoriuscita incentivata che sta permettendo all’hub nel Chietino, pensato per sfornare qualcosa come 970 veicoli al giorno, di procedere col freno a mano tirato con 650 veicoli al giorno.

STELLANTIS BALLA LA SAMBA IN BRASILE

Tutt’altra musica arriva invece dal Brasile: là Stellantis ha appena partecipato alla manifestazione agostana Rio Innovation Week 2025 presentando l’ultima evoluzione della tecnologia per powertrain “Bio-Hybrid” sviluppata dal polo tecnologico di Betim, in Brasile. Sul palco della kermesse di Rio una Fiat Pulse Hybrid alimentata a benzina o etanolo, ma il Gruppo assicura che tale soluzione nei prossimi mesi verrà montata su diversi marchi nel portafogli del costruttore italo-francese.

ALMENO TRECENTO NUOVI POSTI DI LAVORO A RIO

Nonostante gli acciacchi dell’ultimo periodo, Stellantis ha confermato gli investimenti da tre miliardi in cinque anni nello stabilimento di Porto Real, sempre a Rio, che produce i modelli della Citroën destinati al mercato locale con l’obiettivo di ampliare la produzione e rafforzare la catena dei fornitori impegnati nella regione. L’operazione dovrebbe comportare 300 nuovi posti di lavoro a cui se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi.

UN NUOVO HUB PER LA CIRCULAR ECONOMY A SAN PAOLO

E non è finita, perché negli stessi giorni Stellantis ha inaugurato oggi il suo primo Centro di Smontaggio Veicoli a Osasco, a San Paolo, sempre in Brasile. L’obiettivo dell’iniziativa, si legge sui materiali a disposizione della stampa, è di prolungare la vita utile dei componenti dei veicoli, ridurre l’impatto ambientale e promuovere un modello di consumo sostenibile.

Il centro potrà smontare fino a 8.000 veicoli l’anno. L’investimento complessivo ammonta a 13 milioni di reais e si prevede la creazione di 150 posti di lavoro. Si tratta di annunci dai toni entusiastici che stonano rispetto alle proteste sindacali italiane, esattamente come accaduto qualche settimana fa in occasione delle indiscrezioni di nuovi investimenti del Gruppo italofrancese in Marocco.

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