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Stellantis in Serbia impiegherà operai del Nepal e del Marocco? Tutti i dettagli

Diverse testate locali hanno ripreso gli allarmati lanci di un'agenzia serba secondo cui Stellantis starebbe per importare in Serbia manodopera a basso costo dal Nepal e dal Marocco. Nova Ekonomija però offre una ricostruzione almeno in parte differente. Cosa sappiamo

Sotto Marchionne gli impianti Fiat nell’Europa dell’Est avevano creato non poche tensioni sindacali qui in Italia dato che delocalizzare in quei Paesi significava semplicemente aumentare la produzione dove i costi della manodopera erano inferiori. Nemmeno due decadi dopo, per la regola ormai ineluttabile che ci sarà sempre un operaio più a Oriente disposto a lavorare per cifre inferiori, a montare sulle barricate sono i rappresentanti dei lavoratori di Kragujevac, nella Serbia centrale, dove ha sede uno stabilimento che attualmente lavora alla Fiat Grande Panda e alla Citroen C3. Secondo alcuni dei media locali, infatti, Stellantis starebbe facendo incetta di lavoratori extracomunitari, per lo più nepalesi, che accettano compensi minimi rifiutati dalle maestranze locali.

LO STABILIMENTO STELLANTIS DI KAGUJEVAC

Questo nonostante Stellantis avesse annunciato in più occasioni l’intenzione di puntare molto sullo stabilimento di Kragujevac, che sorge su 1.400.000 m², a pieno regime impiega oltre 2400 persone e può sfornare fino a 200mila auto l’anno.

Si tratta di un impianto che il Gruppo italofrancese porta avanti assieme al governo serbo, modernizzato tra il 2022 e il 2024 con un investimento congiunto di 190 milioni di euro per ospitare la nuova piattaforma Smart Car e la produzione di modelli elettrici in seguito a un accordo tra i vertici di Stellantis e il Ministero dell’Economia locale.

“Il sito – si legge ancora sui materiali per la stampa del Gruppo – vanta un elevato livello di qualità e produttività, potendo contare su linee di produzione moderne, automatizzate e robotizzate, che consentono all’azienda di offrire un modello compatto, versatile e accessibile, prodotto in Europa”.

LA RICHIESTA DI STELLANTIS DI TRASFERIRSI IN SERBIA CHE HA FATTO INFURIARE I SINDACATI

Nel nostro Paese si è parlato recentemente dell’hub produttivo che Stellantis ha in Serbia quando il Gruppo ha proposto ai propri dipendenti di Modena – fermi da mesi per via della situazione in cui versa Maserati – di andare a lavorare per un semestre su base volontaria a Kragujevac alla linea della Fiat Grande Panda: paga (si apprende di straforo) di 135-140 euro giornalieri e la possibilità di tornare a Modena ogni 45 giorni con un volo pagato dall’azienda.

Una proposta che aveva gettato nello sconforto i lavoratori italiani dato che lasciava intendere che nel breve periodo non ci sarebbero stati piani per rilanciare il Tridente (e così infatti è stato, visto che la situazione continua a essere assai grave) come pure il governo, che da tempo insiste sul fatto che Stellantis deve garantire occupazione ai dipendenti italiani in Italia, non trasferendoli in Serbia.

CHE SUCCEDE ALLO STABILIMENTO STELLANTIS IN SERBIA

Una proposta che non è piaciuta nemmeno a Kragujevac, dato che agli operai che Stellantis ha in Serbia verrebbero elargite paghe assai inferiori. Divari ‘incomparabili’ come raccontato dai media locali da Jugoslav Ristic, leader sindacalista di lunga data. Per i giornali serbi del luogo gli stipendi a Kragujevac sono così bassi che ora il Gruppo starebbe facendo scouting in altre nazioni assai più povere.

“È chiaro che i lavoratori arriveranno dall’estero – ha dichiarato Ristic – perché è ovvio che la gente di Kragujevac non è interessata a quegli stipendi, che sono leggermente superiori ai 70.000 dinari: non possono sopravvivere con quelli”. Settantamila dinari al cambio corrente non sono nemmeno 600 euro.

“Ecco perché – ha aggiunto il sindacalista – stanno cercando di ottenere l’arrivo di lavoratori dal Nepal e dal Marocco, Paesi dove la gente è molto povera”, ha spiegato con riferimento alla notizia della necessità di nuova manodopera pari a 800 tute blu indispensabile per coprire un terzo turno giornaliero nell’impianto serbo.

GUERRE SALARIALI TRA OPERAI DI NAZIONALITA’ DIFFERENTI

“Secondo Ristić – riportano i media locali -, lo stipendio medio in Serbia ammonta a circa 108.000 dinari (ben al di sotto cioè dei 1000 euro, ovvero 920 euro), mentre a Kragujevac è inferiore di diverse migliaia di dinari. Nello stabilimento Fiat di Kragujevac, un operaio può guadagnare circa 90.000 dinari (768 euro) se lavora tutti i sabati, ma ciò significa che lavora più di 40 ore a settimana”. Se quanto dichiarato dovesse corrispondere al vero, la decisione di Stellantis di importare prima operai dall’Italia e cercare poi nuova manodopera da altri Paesi a basso reddito potrebbe creare non poche tensioni sociali a Kragujevac che non ha nemmeno 180mila abitanti ma ha oltre 9mila disoccupati.

Che la città debba ancora digerire l’arrivo dei nostri connazionali, del resto, lo dimostra la testata Autoklub sulla quale viene sottolineato come i lavoratori che Stellantis ha trasferito dall’Italia in Serbia vengano pagati “incomparabilmente di più rispetto ai lavoratori serbi”. Il presidente del consiglio regionale dei metalmeccanici della Serbia centrale del Sindacato indipendente, Goran Milić, ha dichiarato all’agenzia di stampa Beta che i lavoratori impiegati alla Fiat restano per qualche giorno e poi “scappano” a causa del basso stipendio.

IL GOVERNO CENTRALE IN BALIA DELLE MULTINAZIONALI?

Tutto questo avverrebbe col benestare del governo centrale. “Se la Fiat qui pagasse un lavoratore 1.000 euro al mese, troverebbe sicuramente lavoratori e lo Stato che possiede un terzo delle azioni dell’azienda potrebbe regolamentare la situazione. Il messaggio è che la Serbia deve rimanere una zona di manodopera a basso costo. Questa è la politica delle multinazionali sostenuta dal nostro governo”, l’accusa indirizzata all’esecutivo nazionale di Ristić.

LA SMENTITA SU NOVA EKONOMIJA

Sebbene la notizia sia rimbalzata anche in Italia, ripresa da testate torinesi che, per ovvi motivi, seguono da vicino la questione Stellantis, la testata di Belgrado Nova Ekonomija ha però smentito i media connazionali e quanto riportato dal rappresentante sindacale, soprattutto con riferimento ai 100 operai che sarebbero dovuti arrivare dal Marocco. Non sembrano invece altrettanto nette e definite le smentite sui 700 lavoratori del Nepal.

Secondo infatti la nuova ricostruzione, dato che anche in Marocco è previsto l’avvio della produzione del modello Grande Panda, un gruppo di lavoratori provenienti da quel Paese si recherà a Kragujevac per ricevere formazione e assistenza  per circa un anno ma non verrà utilizzato in modo stabile per coprire il terzo turno. Non sarebbe insomma vero che i lavoratori marocchini avrebbero accettato condizioni salariali inferiori rispetto agli standard serbi. Il solo aspetto su cui tutte le fonti giornalistiche del Paese balcanico paiono concordare, comunque, è che al momento gli italiani sono i soli dipendenti stranieri giunti nell’hub che Stellantis ha in Serbia. La confusione insomma è parecchia, perciò si attendono da Stellantis conferme o smentite.

L’INTERESSE DELLA SERBIA PER LA SITUAZIONE DI STELLANTIS

Quel che è certo è che da tempo in Serbia si interrogano se la crisi in cui versa Stellantis possa ripercuotersi anche nello stabilimento locale: qualche settimana fa il quotidiano di Belgrado Danas ha interpellato in merito un professore della Facoltà di Economia di Belgrado, Dušan Marković per provare a comprendere come sia la situazione a livello macro e quali scelte potrebbero essere poste in essere dal Gruppo: “In Italia  – ha fatto notare il docente – stanno già riducendo il personale, poiché gli impianti produttivi sono poco utilizzati. La Serbia è una sede più economica e hanno già investito molto nella fabbrica di Kragujevac, il che attualmente rappresenta un vantaggio e probabilmente la tiene lontana dall’essere tra le prime sedi colpite da eventuali riduzioni produttive. Tuttavia, se la tendenza negativa dovesse continuare, neanche Kragujevac sarà immune”, ha detto Marković.

 

 

 

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