La Spagna ha deciso di remare contro l’Ue e i suoi nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi, su cui il premier iberico Sanchez ha appena invitato l’Unione a “riconsiderare” la sua posizione. Dichiarazioni che hanno suscitato perplessità a Bruxelles ma incontrato anche il gradimento della cancelleria a Berlino.
Le dichiarazioni
Sanchez è stato in visita in Cina, e a più di qualcuno non è sfuggito che è la seconda in un anno e mezzo. Facendo tappa nei pressi di Shanghai, il premier ha parlato coi giornalisti e affermato che secondo lui ci vuole un “compromesso” con Pechino.
“Mi tocca essere rude e franco – ha dichiarato con parole riportate dal Financial Times – e penso che dobbiamo riconsiderare, tutti noi, non solo gli Stati membri, ma anche la Commissione, la nostra posizione”.
“Non abbiamo bisogno di un’altra guerra, in questo caso una guerra commerciale”, ha sottolineato Sanchez segnando così, come rileva il Ft, non solo un intervento a gamba tesa in una disputa molto delicata ma anche e soprattutto un mutamento di posizione.
“Penso che abbiamo bisogno di costruire ponti tra l’Unione Europea e la Cina”, ha rimarcato ancora Sanchez per la delizia di Xi Jinping che il giorno prima l’aveva invitato a svolgere “un ruolo costruttivo” nella tessitura dei rapporti bilaterali.
Il timore
La ragione della giravolta dell’esponente socialista è presto detta, ed è sempre il Ft a sottolinearla: Sanchez è tornato in Cina con l’intenzione di rafforzare l’export del suo Paese verso il Dragone, ma lui e il suo governo temono ora che Pechino possa colpire proprio la più grande voce dell’export spagnolo, la carne suina, come ritorsione per i dazi approvati dalla Commissione.
I commenti di Sanchez sono arrivati in risposta ad una domanda sul voto che la Spagna intende esprimere proprio in merito al varo definitivo dei dazi europei previsto il mese prossimi. Un voto che potrebbe essere neutralizzato se quindici Stati membri – di cui la Spagna a questo punto si candida a fare da avanguardia – in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione europea bocciassero il provvedimento.
C’è di più
Ma oltre al fattore export, in gioco per la Spagna ci sono altri elementi molto concreti come la possibilità di intercettare gli investimenti dei produttori cinesi di auto interessati a mettere piede in Europa.
Lo ha ammesso lo stesso Sanchez dichiarando ai giornalisti, con un chiaro riferimento alle EV, che “uno dei miei obiettivi in questa visita era di attrarre investimenti in Spagna … per costruire catene produttive nel nostro Paese”.
La Germania si accoda contro i dazi
Se in Europa le parole di Sanchez hanno suscitato perplessità, a Berlino ci si è affrettati ad appoggiare la sua apertura.
Come riporta Bloomberg, il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit ha accolto positivamente le dichiarazioni cinesi del capo dell’esecutivo spagnolo affermando che “la direzione di viaggio è una che condividiamo”.
È risaputa d’altra parte la contrarietà ai dazi del cancelliere Scholz, messa nero su bianco già l’anno scorso in un’intervista a Bloomberg in cui disse che “noi vogliamo vendere le nostre macchine in Europa, nel Nordamerica, in Giappone, in Cina, in Africa, in Sudamerica, dappertutto. Ma questo significa che siamo anche aperti a ricevere le auto da altri Paesi”.