In attesa del bilancio europeo per il prossimo settennio, che prevede 100 milioni all’anno per permettere ai diciottenni europei di ottenere un InterRail per scoprire l’Europa, la Commissione europea inizia ad assegnare, già quest’anno, i primi Pass ad almeno 15.000 giovani.
Nel mese di giugno si terrà una selezione online, che durerà due settimane e che comprenderà domande sulla cultura e la storia dell’Unione europea, sul Portale europeo per i giovani. Saranno ammessi solo i cittadini europei che hanno compiuto 18 anni e non hanno festeggiato il compleanno successivo al momento della domanda.
Dopo una prima esperienza pilota nel 2017, l’impegno finanziario per il 2018 è fissato a 12 milioni di euro, e a questo importo sono dovute le limitazioni nel numero di beneficiari e per l’utilizzo: un massimo di quattro Paesi (su un totale di 30) e un mese durata. Si potranno in alcuni casi impiegare altri mezzi di trasporto, bus e se necessario anche l’aereo o la nave: per esempio, per i cittadini diciottenni delle Azzorre ma anche per i Paesi che non fanno parte della rete InterRail, cioè Malta, Cipro, Estonia, Lettonia e Lituania. Nell’attribuzione dei Pass, la Commissione terrà conto della popolazione di ogni Paese membro.
Il grande animatore dell’iniziativa, Manfred Weber – capogruppo PPE al Parlamento europeo che da tempo ha avviato un sito web – auspica un numero più elevato di giovani, oltre i 15.000 previsti e l’assenza di limitazioni. Dal canto suo la Commissaria ai trasporti Violeta Bulc si era mostrata preoccupata per i costi, che potevano salire fino a 200 milioni all’anno, poi ricondotti a 100 milioni nella proposta di bilancio per il settennio che inizia nel 2021. Per avere un ordine di grandezza, il bonus cultura da 500 euro per i diciottenni dell’allora governo Renzi aveva un costo previsto di 290 milioni di euro per la classe 1998, e se ne erano poi prenotati 176 milioni, il 61%.
Sul quotidiano tedesco Die Zeit – a conferma dello spirito pro-europeo che in Germania anima l’iniziativa – il 16 aprile scorso era apparsa una lettera aperta alla Commissione europea, sottoscritta da un centinaio di personalità, che invitava ad avviare l’esperienza di InterRail per i dicottenni come fattore di costruzione dell’identità europea, di scambio culturale e di educazione informale, contro populismi e stereotipi. Il risultato già raggiunto con Erasmus e con il Servizio volontario europeo andava dunque esteso a un più grande numero di giovani europei.
Al Parlamento europeo i gruppi politici si sono espressi a favore dell’iniziativa il 4 maggio scorso, con poche voci contrarie o perplesse, limitate ai brexiteers, che sono comunque in uscita dall’Unione e alla portavoce del M5S, Daniela Aiuto, che ha avanzato qualche preoccupazione sulle risorse disponibili e sulle modalità di attuazione.