Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presentato in consiglio dei ministri lo scorso 12 gennaio, prevede che “il potenziamento della rete ferroviaria esistente e la realizzazione di nuove linee Alta Velocità e Alta Velocità/Alta Capacità lungo le principali direttici del meridione costituiscono un obiettivo primario per l’Italia, sia per rilanciare gli investimenti e la spesa pubblica nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, sia in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi europei di riconversione ecologica e decarbonizzazione”.
In sostanza si tratta della replica del Piano «#italiaveloce» in cui “viene giudicato prioritario l’intervento di velocizzazione della relazione Roma-Napoli-Salerno-Reggio Calabria con progressivo upgrading delle linee di connessione con la Basilicata (Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto) e la Calabria”.
Si potrebbe pensare che finalmente il Governo si sia reso conto della necessità di offrire ai cittadini meridionali la possibilità di avere a disposizione un veloce collegamento con il centro – nord Italia. Invece no. E vi spieghiamo il perché.
La cosiddetta Avac (Alta Velocità/Alta Capacità) è quell’infrastruttura ferroviaria, oggi percorribile ad una velocità elevata (intorno ai 300 km/h), presente tra Milano e Salerno. Molto differente risulta l’Alta Velocità di Rete (AVR), ovvero quella infrastruttura che, attraverso interventi di velocizzazione, potrà raggiungere una velocità massima di 200 km/h, una rete in cui in sostanza possono viaggiare anche i servizi tradizionali.
Scoperto l’inganno: nell’allegato al DEF 2020 «#italiaveloce» gli interventi previsti sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria sono caratterizzati dall’Alta Velocità di Rete (AVR) e non dall’Alta Velocità/Alta Capacità, cosi come previsto dai finanziamenti resi disponibili per la progettazione con il Decreto Rilancio per 40 milioni di euro. Per cui da Salerno a Reggio si potrà assistere, se tutto va bene, alla velocizzazione della linea che, ricordo, sarà promiscua con i servizi ferroviari tradizionali.
Non solo la Calabria ma tutto il meridione ancora una volta sarà tagliato fuori da quell’antico progetto disegnato dalla Commissione Europea che intendeva collegare i Paesi dell’Unione con la rete Ten-T.