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Ecco i piani del governo sugli incentivi anche per le auto usate

Gli incentivi per le auto più ecologiche non hanno funzionato e gli italiani continuano a preferire quelle usate. Ecco allora che il governo sta per cambiare strategia

Quando si parla di incentivi per l’acquisto di auto è difficile mantenere la bussola: ogni governo dice la sua, cambiando radicalmente la disciplina e il caos che caratterizza il mercato automotive (scarsa disponibilità di mezzi nuovi e lunghe liste d’attesa per le consegne) fa il resto.

Proprio i ritardi di cui sopra, uniti alle rimanenze di un tesoretto inutilizzato relativo ai nuovi veicoli indicativo del fatto che tutti coloro che fossero interessati a cambiare la propria vettura abbiano già approfittato delle misure e la platea difficilmente si allargherà ancora stanno spingendo l’esecutivo a guida Meloni a ipotizzare un ritorno agli incentivi per le auto usate.

LE AUTO USATE PIACCIONO AGLI ITALIANI (CON O SENZA INCENTIVI)

Secondo gli ultimi dati Unrae – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, a marzo ci sono stati 472.528 trasferimenti di proprietà rispetto ai 440.214 dello stesso periodo del 2022, con un incremento del 7,3%. Nel primo trimestre il mercato dell’usato è in attivo del 5,7% con 1.258.683 passaggi, contro 1.191.092 di gennaio-marzo 2022. Più che i listini del nuovo (come detto, i prezzi dell’usato sono elevati) sono i ritardi nelle consegne e la scarsa disponibilità di molti modelli a determinare la scelta di un usato. La tendenza, vaticinano gli analisti, dovrebbe restare tale per tutto il 2023.

Si contrae la quota dei trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità, al 49,3% in marzo (50,7% nel trimestre). Sale al 15,3% la quota delle auto da 6 a 10 anni (in linea con il cumulato), cresce anche quella delle vetture da 4 a 6 anni (12,5% nel mese e 12,2% nei 3 mesi). In contrazione la quota delle auto da 2 a 4 anni (al 12,0% nel mese e nel trimestre), mentre cresce quella delle auto da 1 a 2 anni (4,4%) e rimane stabile quella delle auto più fresche da 0 a 1 anno (al 6,5%).

FINE DIESEL MAI

Fra le motorizzazioni preferite nel mercato delle auto usate, il diesel a marzo conferma la leadership, con il 47,8% delle preferenze (1 punto in meno del 2022), in linea con la quota del 1° trimestre, seguito dal benzina al 39,1% (-0,6 p.p., al 39,9% nei 3 mesi). Le ibride si posizionano al terzo posto con il 5,2% nel mese e il 4,7% nel cumulato, superando il Gpl (al 4,4% del totale nel mese e nel trimestre). Il metano sale al 2,4%, mentre i trasferimenti netti di auto elettriche pure (BEV) e plug-in si posizionano rispettivamente allo 0,5% e allo 0,6%.

IL TESORETTO DA SPENDERE

Tutto ciò si combina con i soldi finalizzati all’acquisto di vetture nuove ed ecologiche rimasti inutilizzati. Secondo i dati più recenti forniti dal ministero il fondo conta ancora di 130 milioni. Che, guardando alle misure in chiusura a dicembre, diventano 150 milioni per le vetture EV e a 210,9 milioni per la fascia 21-60 in cui rientrano le ibride “plug-in”.

LE REGOLE PER GLI INCENTIVI ALLE AUTO USATE

I soli a essere finiti piuttosto celermente sono i fondi per la categoria 21-135 in cui rientrano l’ibrido “semplice” e alcuni modelli con motore endotermico. Per questo Massimo Bitonci, sottosegretario leghista del ministero delle Imprese e del made in Italy, annuncia la sterzata «Nel nuovo Dpcm vorremmo consentire a chi ha un Euro 0, 1, 2 o 3, magari con un décalage, di rottamare il veicolo con un incentivo anche a fronte dell’acquisto di un auto usata che sia di categoria almeno quattro volte inferiore in termini di impatto ambientale, quindi Euro 5 o Euro 6».

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