La sicurezza stradale mostra interessanti indici di miglioramento. Occorre mettere il cuore oltre agli ostacoli e puntare sulla mobilità collettiva
L’ultimo elaborato dell’ISTAT sugli incidenti per il 2023 evidenzia una diminuzione del numero delle vittime, a fronte di una ripresa stabile della mobilità, ed un aumento in misura contenuta degli incidenti e del numero di feriti.
456 incidenti al giorno sono distribuiti per tre quarti in strade urbane ed il resto in strade extraurbane (20%) ed autostrada (5%).
Una incidentalità che ha causato, nel 2023, 3.039 vittime ed un tasso di mortalità di 51,5, in media 8 morti al giorno. Un dato ancora grave, significativo, sul quale si deve necessariamente riflettere perché il 43,8% delle vittime è avvenuto con l’automobile, il 24,2% in motociclo ed il 26% con la cosiddetta mobilità dolce (pedoni, biciclette, ciclomotori, monopattini) ed il resto sono utenti di altri tipi di veicolo.
I costi esterni (sociali), calcolati con riferimento ai soli incidenti stradali con lesioni a persone, morti e feriti comunicati dalle Forze dell’Ordine all’Istat, ammontano a 18 miliardi di euro pari all’1% del PIL. Un valore immenso che può e deve essere ridotto per diversi ed ovvi motivi.
I dati monitorati nel 2023 rispetto al 2022 evidenziano un aumento degli incidenti dello 0,4% e dei feriti dello 0,5%, mentre le vittime fortunatamente sono diminuite del 3,8%. Se si considera l’anno tipico (pre Covid) del 2019 gli incidenti sono diminuiti del 3,3%, i feriti del 6,9% e le vittime del 4,2%.
Un discorso a parte è necessario farlo sui monopattini elettrici, il cui andamento mostra un aumento del 15% degli incidenti ed un aumento di un terzo delle vittime, ma la cui governance è in fase di riorganizzazione con il nuovo Codice della strada. Nel 2023 sono stati coinvolti in 3.365 incidenti 3.195 feriti e 21 vittime. Nel 2022 gli incidenti sono stati 2.929 con 2.787 feriti e 16 vittime.
In città quindi occorre elevare ancora di più l’attenzione sulla mobilità (75% degli incidenti) proponendo forme alternative per gli spostamenti. La mobilità dolce in forma promiscua non risponde alle esigenze dei cittadini e soprattutto non garantisce una forma di sicurezza stradale autorevole.
Il TPL, specialmente in ambito urbano dove risulta più efficiente e diffuso, è la soluzione di mobilità del “futuro”. Dopo anni (decenni) di abbandono del settore il trasporto collettivo oggi registra un profondo e sostanziale cambiamento grazie anche alla completa sostituzione del parco rotabile con mezzi efficienti, ecologici e soprattutto a misura del cittadino e quindi più sicuri.
Città a 15’, aree ZTL, città con Zona 30: muoversi con il trasporto pubblico paradossalmente può rivelarsi quindi la scelta vincente. Per questo motivo, a mio avviso, bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo in termini di abitudini, comfort ed accessibilità alla città, se rapportato all’utilizzo del mezzo privato.
L’orientamento deve essere sempre lo stesso in quanto il benessere (economico e sociale) di un’area urbana dipende proprio dalla efficienza, funzionalità, fluidità e capillarità del Trasporto Pubblico. La centralità del Tpl nelle nostre città deve necessariamente interessare anche la sicurezza stradale e l’incidentalità.