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Autostrade

Perché governo e Cdp sono imbufaliti con Atlantia su Aspi

Tutti i motivi dei dissidi del governo con Atlantia su Autostrade per l'Italia

Atlantia cambia impostazione e termini dell’accordo iniziale con il g0verno sul dossier Aspi. E l’esecutivo si imbestialisce.

La prima lettera (del 14 luglio) di Atlantia ed Aspi, inviata a Palazzo Chigi, Mit e Mef, registrava la disponibilità a sottoscrivere un accordo che preveda “un aumento di capitale di Aspi riservato a favore di un soggetto a partecipazione statale (Cassa Depositi e Prestiti) nel rispetto dei diritti dei soci di minoranza al fine di consentire di acquisire una quota complessiva post aumento di capitale pari al 33% (auspicabilmente entro il 30 settembre)”.

L’aumento, veniva indicato con chiarezza, “è funzionale ad assicurare l’apporto di nuove risorse necessarie per finanziare il piano di investimenti sulla rete autostradale”. Il secondo passaggio è la cessione di azioni Aspi a investitori istituzionali, di gradimento di Cdp, per una quota del 22%. Anche in questo caso “funzionale ad assicurare l’ingresso di nuove risorse finanziare da destinare a investimenti e alla riduzione del debito”. Quindi il terzo passaggio, con la creazione di un veicolo societario e infine la quotazione.

Nella lettera di ieri, inviata da Atlantia a Palazzo Chigi, Mit, Mef e per conoscenza a Cdp, vengono indicate le proposte contenute anche nel comunicato stampa diffuso dalla società. Due le ipotesi che sono fatte “con spirito di buona fede” proponendo “soluzioni alternative idonee a giungere comunque ad una separazione tra la società ed Aspi che diano certezza al mercato sia in termini di tempi che di trasparenza”. Due le ipotesi: la prima una “vendita tramite un processo competitivo internazionale gestito da advisor indipendenti dell’intera quota dell’88% detenuta in Aspi, al quale potrà partecipare Cdp congiuntamente ad altri investitori istituzionali”. La seconda proposta consiste invece in un altro meccanismo di cessione con la “scissione parziale o proporzionale di una quota fino all’88” di Aspi mediante creazione di un veicolo beneficiario da quotare in borsa creando quindi una public company contendibile”.

Le decisioni assunte ieri dal cda di Atlantia e comunicate in una lettera inviata a Palazzo Chigi, al ministero dell’Economia e al ministero delle Infrastrutture e Trasporti e per conoscenza Cdp, segnano dunque un’inversione di marcia rispetto agli impegni assunti dal gruppo a metà luglio.

In quella inviata il 14 luglio scorso Atlantia concordava sullo schema dell’operazione che prevedeva, tra l’altro, di deliberare un aumento di capitale riservato a un soggetto a partecipazione statale, CDP, al fine di consentire di acquisire una quota complessiva post aumento di capitale pari al 33%, auspicabilmente entro il 30 settembre 2020.

Uno schema che nella missiva di ieri viene cancellato dalle deliberazioni assunte dal cda e comunicate all’esecutivo. Sul tavolo ora c’è la possibilità di procedere alla vendita tramite un processo competitivo internazionale – gestito da advisor indipendenti – dell’intera quota dell’88% detenuta in Autostrade per l’Italia, al quale “potrà partecipare CDP congiuntamente ad altri Investitori Istituzionali di suo gradimento”; alla scissione parziale e proporzionale di una quota fino all’88% di Autostrade per l’Italia mediante creazione di un veicolo beneficiario da quotare in borsa, creando quindi una public company contendibile.

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