Dagli Stati Uniti soffiano venti di burrasca in direzione Giappone, o almeno ne è convinto il costruttore nipponico Honda, secondo cui l’esercizio che si concluderà il 31 marzo 2026 è destinato a portare una contrazione del 6,4 per cento del fatturato a 20.300 miliardi di yen, ma soprattutto uno smottamento dell’utile operativo a 500 miliardi, ovvero -58,8% e, a ruota, una inchiodata dell’utile d’esercizio attribuibile ai soci della capogruppo a 250 miliardi che in termini percentuali significherebbe fare il 70,1% in meno rispetto all’anno appena archiviato.
HONDA TEME I DAZI DI TRUMP
Se le previsioni dovessero rivelarsi esatte, il sovvertimento finanziario appena fotografato sarebbe causato soprattutto dai dazi di Trump in grado di danneggiare pesantemente i bilanci di Honda. Attualmente il marchio giapponese produce la maggior parte delle automobili destinate al mercato a stelle e strisce negli Stati Uniti, come pure in Canada e in Messico e dato che le sue esportazioni dal Giappone rappresentano meno dell’1% dei veicoli venduti nella più grande economia mondiale, è chiaro come a preoccupare Honda siano soprattutto i balzelli che gli americani imporranno ai propri confini meridionali e settentrionali.
Lo scorso mese Honda aveva annunciato l’intenzione di spostare la produzione del modello Civic con motore ibrido dal Giappone, nell’impianto di Saitama a nord di Tokyo, al suo stabilimento in Indiana negli Stati Uniti, proprio nel tentativo di mitigare l’impatto delle politiche tariffarie del presidente Donald Trump. L’azienda ha dichiarato che continuerà a spedire dal Giappone l’auto sportiva Civic Type R, che sarà l’unico modello per il mercato statunitense costruito in patria. Allo stesso modo un’altra conterranea, Nissan (possibile consorte per Honda nella fusione che poi è saltata) secondo quanto comunicato dalla prefettura di Fukuoka, starebbe valutando la possibilità di spostare negli Stati Uniti una parte della produzione nazionale del modello Suv Rogue.
IL 2024 DI HONDA IN NUMERI
Quel che è certo, è che già prima dello scoppio della guerra commerciale voluta dalla Casa Bianca i bilanci del marchio giapponese sono apparsi in sofferenza, ma del resto il 2024 è stato a detta dei principali osservatori l’annus horribilis del comparto auto. Il fatturato consolidato di Honda per l’esercizio chiuso al 31 marzo 2025 è aumentato del 6,2%, attestandosi a 21.688,7 miliardi di yen rispetto all’esercizio chiuso al 31 marzo 2024, anzitutto grazie all’aumento del fatturato nel settore motociclistico e agli effetti positivi della conversione valutaria.
L’utile operativo della casa automobilistica giapponese è invece diminuito del 12,2%, attestandosi a 1.213,4 miliardi. La Casa nipponica attribuisce la causa all’impatto delle vendite, all’aumento delle spese di ricerca e sviluppo e alla modifica del modello di stima delle garanzie sui prodotti automobilistici. L’utile ante imposte è sceso sui 1.317,6 miliardi di yen per una contrazione di tutto rispetto del 19,8% rispetto all’esercizio precedente. L’utile d’esercizio attribuibile ai soci della capogruppo fermandosi a quota 835,8 miliardi è crollato di circa un quarto (per la precisione del 24,5%) sull’anno prima.