Skip to content

Bayesian Assicurazioni

Naufragio del Bayesian: errori, omissioni o sabotaggio?

Che cosa è successo allo yacht di lusso Bayesian. L’analisi di Francesco D’Arrigo, direttore dell’Istituto italiano di studi strategici Niccolò Machiavelli

L’inabissamento dello yacht di lusso Bayesian, di proprietà del miliardario britannico della tecnologia Mike Lynch, affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo) lo scorso 19 agosto 2024 causando la morte di sette persone, tra cui lo stesso Lynch, non è un mistero.

Le ipotesi sulle cause dell’affondamento del veliero Bayesian, avanzate in questi giorni da vari “esperti” sui media sono le più disparate – dalla tempesta di inaspettate intensità e forza distruttiva, alla dubbia integrità e tenuta strutturale del super tecnologico yacht oceanico, con particolare riferimento alle caratteristiche del suo albero maestro – dalle vulnerabilità tecnologiche all’attacco cibernetico mediante impulsi elettromagnetici, fino all’errore umano dello “skipper” (che tutti definiscono “Capitano”) – infine, considerato il background dei proprietari dello yacht e di alcuni loro ospiti, coinvolti in scandali finanziari, processi giudiziari e molteplici attività con i Servizi segreti di diversi Stati, un’altra ipotesi molto gettonata è quella di un sabotaggio per eliminarli.

Una cosa è certa: un veliero oceanico super tecnologico come il Bayesian, costruito nei cantieri navali italiani, i migliori al mondo, non può affondare soltanto per delle momentanee avverse condizioni meteo mentre è alla fonda sotto costa nel Mediterraneo. Queste sono imbarcazioni progettate e collaudate per resistere ad uragani di categoria 5, altro che alle trombe d’aria mediterranee.

Il Bayesian si è inabissato mentre stazionava alla fonda perché colpito da una tromba d’aria marina, una tipologia di tornado caratterizzato dalla limitata estensione e breve durata, che sempre più spesso si formano nel Mediterraneo?

Oppure perché vittima di un downburst (raffica discendente), un fenomeno meteorologico consistente in forti raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dal fronte avanzante di cumulonembi (nuvole temporalesche), le cui folate possono raggiungere velocità elevate, prossime o superiori ai 100 km/h?

Sia la tromba d’aria marina che il downburst sono fenomeni atmosferici violenti ed imprevedibili, che per formarsi richiedono il verificarsi contemporaneo di particolari condizioni: una forte instabilità atmosferica, un’elevata umidità, e la presenza di “wind shear”, ovvero improvvise variazioni nella velocità e direzione del vento. Il wind shear è di per sé un fenomeno presente nell’atmosfera, difficilmente identificabile, molto pericoloso e spesso causa di incidenti in campo aeronautico. Le trombe d’aria si manifestano come vortici d’aria rotanti ad altissima velocità, che si estendono da una nube temporalesca fino al suolo con il caratteristico imbuto rotante, molto spettacolare quando visibile a distanza, la cui forma può variare in larghezza, passando da pochi metri fino a oltre un chilometro. Una volta formatasi, la tromba d’aria si sviluppa rapidamente, con una colonna d’aria che inizia a ruotare attorno al proprio asse a velocità elevatissime. Nei casi più estremi, ma non alle nostre latitudini, i venti possono raggiungere velocità di oltre i 300 km/h, causando danni devastanti lungo il loro percorso.

Tuttavia, l’estensione e la violenza dell’evento meteorologico che ha interessato il Bayesan la notte del 19 agosto non sembrano aver raggiunto dimensioni e venti così devastanti, visto che altre imbarcazioni presenti nella zona non hanno riportato gravi danni.

IL “CAPITANO” ED IL SUO EQUIPAGGIO

Le modalità e la tempistica con cui è stato lanciato l’allarme e le operazioni di evacuazione dell’imbarcazione denotano un comportamento sicuramente “anomalo” dello skypper e del suo equipaggio. Lo definisco “skipper” perché fino a quando le indagini non avranno appurato l’effettiva certificazione ed i requisiti di legge posseduti per esercitare la funzione che svolgeva a bordo James Cutfield, non si può formalmente attribuirgli il ruolo di Capitano. Il Capitano è colui che con quel titolo viene identificato nella documentazione di bordo, colui che con quel titolo è identificato presso le autorità marittime e portuali, che su mandato dell’armatore esercita il comando a bordo, e in quanto tale viene riconosciuto come massima autorità dall’equipaggio e dai passeggeri imbarcati. Il Capitano deve possedere un titolo professionale, una certificazione ufficiale che ne attesti le abilitazioni ad esercitare il comando. Nel nostro Paese tale certificazione viene rilasciata dalla Capitaneria di Porto ed è la “Patente Nautica: Abilitazione al comando di unità da diporto”, che tuttavia non ha nulla a che vedere con le funzioni di Capitano di lungo corso.

Al Comandante di un’imbarcazione dotata di equipaggio e abilitata al trasporto di passeggeri, il nostro Codice della Navigazione e le norme internazionali conferiscono un complesso intreccio di poteri e doveri di ordine privatistico e pubblicistico. Responsabilità che hanno per oggetto prestazioni in ordine a persone o beni che da esse possono ricevere notevolissimo danno. L’importanza della vita umana, il valore spesso ingente di tali beni, fanno sì che questi danni superino le limitate sfere dell’interesse privato, ripercuotendosi più ampiamente e divenendo di interesse internazionale, anche per il generico danno che indirettamente ne risulterebbe per un importante ramo dell’attività marittima di incommensurabile valore commerciale, industriale e politico.

Tutti sanno che quando si presentano situazioni inaspettate e gravi, emergenze frutto di difficoltà di vario genere, spetta al Capitano di farvi fronte con professionalità, indipendenza di iniziative e poteri, iniziative e poteri più grandi di qualsiasi proprietà esercente dell’imbarcazione.

Fattori chiave che troppo spesso i proprietari e le società armatrici non considerano quando affidano a skipper, seppur famosi campioni sportivi, questi moderni super yacht di enormi dimensioni e tonnellaggio, delle vere e proprie navi oceaniche, spesso dotate di piattaforme per le operazioni di volo degli elicotteri, per soddisfare delle specifiche esigenze di navigazione per competizioni, spettacolo, divertimento, diletto e diporto di decine di persone. Skypper che non hanno le competenze per svolgere le funzioni di Capitano.

Il Capitano riveste un ruolo che impersona un imponente complesso di misure di polizia amministrativa, un insieme di doveri tecnici, la cui osservanza, già necessaria per considerazioni di solo interesse privato, è resa obbligatoria per legge nell’interesse delle persone a bordo e nel superiore interesse pubblico. La sicurezza della navigazione ha esigenze e priorità superiori a qualsiasi interesse privato.

Il Capitano è altresì responsabile dell’addestramento e della perfetta conoscenza delle norme e delle procedure di emergenza del suo equipaggio: gli investigatori valuteranno se l’equipaggio è stato adeguatamente formato ed addestrato a gestire le dotazioni di bordo, il funzionamento di tutti i dispositivi di sicurezza e salvataggio del Bayesian e se, prima e durante l’emergenza sono stati adottati tutti i protocolli di sicurezza e le procedure di emergenza. Ciò include la preparazione dell’imbarcazione per rimanere alla fonda in quella zona ed in considerazione del previsto peggioramento delle condizioni metereologiche, la gestione dei passeggeri, e soprattutto, le procedure di evacuazione durante l’emergenza.

LE INDAGINI GIUDIZIARIE E TECNICHE

Dalle prime informazioni ufficiali fornite dal procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, si può dedurre che siamo di fronte ad una situazione caotica, provocata da una lunga serie di “errori” (i complottisti pensano si tratti di una vera e propria azione di sabotaggio) dell’equipaggio, che hanno causato il rapido affondamento dello yacht non appena il vento e le onde lo hanno destabilizzato mentre era all’ancora in prossimità del porto.

Premesso che una volta recuperato il relitto in fondo al mare l’indagine tecnica ne esaminerà l’integrità strutturale, soprattutto per quanto riguarda lo stato di efficienza della nave nel suo complesso, dei compartimenti e delle tenute stagne del Bayesian, in particolare l’integrità dello scafo, che di recente sarebbe stato sottoposto a lavori di manutenzione insieme al famoso albero in alluminio, qualsiasi debolezza strutturale potrebbe aver contribuito al rapido affondamento sotto lo stress di una tempesta.

Nell’attesa di conoscere i risultati di tali analisi tecniche (sperando non vengano secretate per interessi strategici, visto il contesto finanziario e politico internazionale che avvolge il miliardario britannico Mike Lynch e le Agenzie di intelligence coinvolte), possiamo avanzare delle ipotesi sulle cause dell’inabissamento repentino del super yacht famoso per le dimensioni del suo albero maestro.

Molto probabilmente, la causa primaria che ha determinato il rapido affondamento del veliero sono i portelli e gli oblò rimasti aperti. Qualunque siano stati i motivi per i quali uno o più di questi portelli-gavone di servizio siano rimasti aperti durante l’improvvisa burrasca, l’impatto del moto ondoso in forte aumento a causa dei venti avrebbe irrimediabilmente compromesso quella che nell’ingegneria navale rappresenta una delle tre qualità essenziali di una nave: la galleggiabilità, che assieme alla solidità e alla impermeabilità, cioè la proprietà che essa ha di rimanere a galla a pieno carico e in completo assetto di navigazione, anche in condizioni meteorologiche avverse e nel caso che sia lesa, localmente, assicurano l’integrità del suo scafo. L’impatto delle onde con crescente pressione potrebbe aver fatto inclinare, e forse danneggiare, lo scafo dello yacht in modi non visibili dai sommozzatori mentre è adagiato su un fianco a 50 metri di profondità. L’aumento dei movimenti di rollio e beccheggio della nave, causati dal forte vento e dal mare agitato hanno fatto imbarcare in pochi minuti tonnellate d’acqua che hanno probabilmente provocato il cedimento delle paratie o dei compartimenti stagni, permettendo all’acqua di allagare in pochi minuti l’imbarcazione, mettendola fuori assetto di galleggiamento, causandone il rapido affondamento.

IL FATTORE UMANO ED IL PROCESSO DECISIONALE DELL’EQUIPAGGIO

L’indagine tecnica analizzerà tutto il processo decisionale dell’equipaggio, a partire dalle previsioni meteo, dagli avvisi ai naviganti emessi dalle agenzie preposte e da quelle in possesso all’equipaggio: la discrepanza tra le previsioni meteo disponibili e le condizioni effettive sperimentate potrebbe assumere un aspetto importante, ma certamente riveste un ruolo primario la preparazione professionale dello skipper e dell’equipaggio nel comprendere e valutare tutte le informazioni metereologiche e marine, per tramutarle in azioni coerenti di approntamento per affrontarle e di governo della nave nel momento in cui ne viene interessata.

Il Bayesian era dotato di sistemi automatizzati per la navigazione, per la gestione delle enormi vele e di tutti i sistemi di bordo, inclusi quelli necessari ad affrontare avverse condizioni meteo e marittime, sia in navigazione che in sosta. Tuttavia, questi sistemi automatizzati possono provocare “complacency” negli equipaggi, inducendoli in eccessi di sicurezza e sottovalutazione delle procedure di sicurezza e di emergenza. Se i sistemi ed i portelli dello yacht non fossero stati correttamente predisposti per approntarlo in caso di maltempo e mare agitato, visto che si era in rada a poche centinaia di metri dalla costa, tutte queste protezioni tecnologiche non sarebbero potute intervenire in assenza di energia elettrica e senza backup manuale dell’equipaggio.

Le riprese di alcune videocamere hanno catturato il momento in cui le luci dello yacht si sono spente, indicando un’improvvisa perdita delle fonti di energia elettrica di bordo. Questa improvvisa mancanza di energia elettrica potrebbe avere diverse cause ed in un natante così avanzato dal punto di vista tecnologico potrebbe aver disattivato tutti i sistemi critici, tra cui pompe di sentina, motori idraulici per la chiusura automatica dei portelloni, sistemi di manovra e di comunicazione. La perdita di potenza elettrica potrebbe aver contribuito all’incapacità dell’equipaggio di mettere in moto i motori per stabilizzare lo yacht, che è rimasto in balìa degli eventi.

La perdita di energia elettrica sul Bayesian è stato un momento cruciale. È possibile che i sistemi di alimentazione di emergenza dello yacht non siano stati attivati ​​in tempo o non abbiano funzionato correttamente. Ciò potrebbe essere dovuto a malfunzionamenti, a mancata esecuzione delle procedure di predisposizione dei sistemi di emergenza, oppure perché i compartimenti dei generatori elettrici sono stati immediatamente allagati, o per un sabotaggio (affondamento deliberato).

L’oscurità improvvisa e l’inclinazione del veliero hanno sicuramente aumentato il panico tra i passeggeri, e molto probabilmente anche tra i membri dell’equipaggio, complicando le procedure di emergenza e di evacuazione, che a detta dei superstiti non sarebbe stata nemmeno annunciata. Nella scarsa visibilità per la forte pioggia, nel buio totale per l’assenza di luci ed in balia dei marosi, quello che avrebbe dovuto essere uno sbarco ordinato di poche persone, si è trasformato in un caos mortale per quanti erano ancora a bordo mentre lo yacht iniziava ad affondare.

INCIDENTE O SABOTAGGIO?

Una lunga serie di errori, omissioni, dovuti ad incompetenza, negligenza o atti deliberati di sabotaggio, che hanno influito sul processo decisionale e sulle azioni messe in atto dall’equipaggio, sul quale emergono enormi interrogativi sulla preparazione e la risposta all’emergenza. Le indagini dovranno appurare se l’equipaggio abbia preso tutte le precauzioni necessarie, se avesse messo in sicurezza i portelloni della nave, se i passeggeri siano stati avvertiti del pericolo, se hanno effettuato le procedure previste per l’evacuazione, sul perché hanno abbandonato la nave mentre vi erano ancora persone a bordo.

Certamente il processo decisionale di un equipaggio nel gestire un’emergenza notturna e sotto pressione in termini di tempo è un aspetto critico da considerare nello Human factor. Per tutti questi motivi è di fondamentale importanza il ruolo del Capitano in queste situazioni, e le sue decisioni fanno la differenza tra la vita e la morte delle persone a bordo.

Come abbiamo già visto nel naufragio della Costa Concordia – uno dei più gravi incidenti marittimi della storia italiana – la professionalità, l’addestramento e lo stato psicologico dell’equipaggio sono fattori fondamentali da considerare durante un’emergenza in mare. Gli equipaggi delle navi e degli yacht sono di nazionalità e lingue diverse, e l’efficacia delle loro azioni potrebbe essere influenzata da fattori culturali e barriere linguistiche. Se l’equipaggio non è coeso, perfettamente addestrato o se ci sono lacune di riconoscimento nella gerarchia di bordo, un’emergenza gestibile ha molte probabilità di trasformarsi in un disastro.

Condizioni meteorologiche estreme o di pericolo per la propria vita possono causare panico, portando a decisioni errate, alla paralisi o alla fuga. Se l’equipaggio del Bayesian non era tecnicamente preparato, addestrato e psicologicamente in grado di affrontare uno scenario del genere, la sua capacità di gestire la situazione ne è risultata gravemente compromessa. La rapidità richiesta nell’analisi del rischio e nel processo decisionale in queste situazioni, risulta determinante nel salvataggio della vita delle persone. L’incapacità dell’equipaggio di attivare ed eseguire le procedure di emergenza, di comunicare adeguatamente con le persone presenti a bordo e con le agenzie di ricerca e soccorso, suggerisce che la serie di errori umani non si esaurisce con gli eventi verificatisi sul veliero, ma richiedono approfondite indagini per accertare responsabilità, non solo nei confronti dell’equipaggio ma anche dei processi organizzativi della società armatrice dello yacht.

Infine, le indagini dovranno cercare di appurare se la causa del disastro sia una copertura organizzata per far sembrare l’affondamento del Bayesian un incidente causato dal maltempo e da cedimenti strutturali del veliero, che potrebbero essere stati utilizzati per compiere un assassinio mirato. Un metodo che rende difficile l’attribuzione dei mandanti, caratteristico delle operazioni covert dei Servizi segreti.

Torna su