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Vi spiego perché M5S, il Fatto e Travaglio deragliano su Tav

L'intervista di Federico Ferraù del Sussidiario.net a Paolo Foietta, commissario straordinario per la Torino-Lione

A Torino la sindaca Chiara Appendino, dopo avere visto in Piazza Castello la folla che l’ha eletta sventolare i cartelli sì Tav, ora temporeggia e non sa più come uscire dall’angolo. Anche la Lega, che è favorevole all’opera, attende, ma nella speranza che le contraddizioni di M5s facciano il loro corso. Nel frattempo Marco Travaglio organizza il contrattacco, dalle colonne del Fatto spiega che il tunnel di base non c’è e dà la linea al ministro Toninelli, che fa il negazionista («non è stato scavato neppure un centimetro»).

Alla post-verità dei 5 Stelle risponde Paolo Foietta, commissario straordinario per l’asse Torino-Lione. Foietta è ottimista, soprattutto perché – dice – da sabato 10 novembre qualcosa è cambiato.

Domanda. Travaglio dice che non c’è nulla da completare: i cantieri sono soltanto quelli del tunnel esplorativo, il tunnel di base non esiste.

Risposta. Non è così. Sono stati scavati 6 km di tunnel geognostico a Saint Martin la Porte, che costituiranno una parte del tunnel di base (del Moncenisio, ndr), mentre sono stati realizzati 25 km di tunnel di servizio, tra discese, tunnel geognostici e pozzi di ventilazione, tutti necessari alla linea finale.

D. Il Movimento 5 Stelle minimizza anche l’impegno stipulato negli accordi.

R. I lavori preliminari sono definiti in un sistema di accordi internazionali tra di loro collegati: i lavori definitivi si basano su quelli preliminari. Come si può, dopo che l’Italia ha sottoscritto i primi, dire che i costi dei lavori preliminari li paga un soggetto solo, se uno dei due contraenti si tira indietro?

D. Secondo Travaglio questo asse ferroviario non sarà affatto per i passeggeri ma per le merci. «Chi volesse raggiungere ad alta velocità Parigi o Lione da Milano o da Torino, può montare sul Tgv, che dalla notte dei tempi percorre rapidamente quella tratta».

R. Certo: così rapidamente che tra Saint Jean de Maurienne e Bussoleno il Tgv impiega 85 minuti, alla velocità di 62 km all’ora, per fare 88 km. Lo stesso Tgv che tra Lione e Parigi viaggia a 235 km orari. La verità è che la linea è mista, permetterebbe il passaggio di treni passeggeri a una velocità massima di 220 km l’ora e treni merci alla velocità massima di 120 km l’ora.

D. Ma la linea merci c’è già e va benissimo, scrive ancora Travaglio: è quella «Torino-Modane-Chambéry-Culoz, che dal 1871 attraversa il Frejus, ci è appena costata 400 milioni per lavori di ammodernamento ed è inutilizzata all’80-90 per cento».

R. Travaglio lo dica a Fs, che ne hanno ordinato il dimezzamento nella capacità sulla base delle indicazioni che provengono dalle autorità di sicurezza italiana e francese.

D. In concreto cosa significa?

R. Significa che possono passare al massimo 94 treni merci o passeggeri al giorno in entrambe le direzioni. Due treni non possono incrociarsi, si pensa perfino di far entrare in galleria un treno per volta: in tal caso la capacità complessiva scenderebbe a 40 treni. Questa linea ha fatto gloriosamente la sua storia, ma con gli standard di sicurezza attuali non può più funzionare, e le ferrovie fanno l’unica cosa possibile, ridurre il numero dei treni che la percorrono.

D. Lei conosce molto bene la Val di Susa. Il no alla Tav è un problema culturale o politico?

R. Domanda complessa; direi entrambi. Si fa tanto rumore, ma io ritengo che in Valsusa oggi ci sia una solida maggioranza a favore dell’opera.

D. Eppure nell’immaginario comune ci si è fatti l’idea che la valle sia contraria.

R. Invece se si prendono i dati delle ultime elezioni si scopre che i 5 Stelle e la sinistra estrema hanno perso 15 punti percentuali rispetto al 2013. Sono ormai minoranza in tutti i comuni significativi. La loro rappresentatività è solo mediatica, non reale.

D. Ne è sicuro?

R. Posso dirle con sicurezza che su 30 comuni interessati alla linea più di 20 partecipano all’Osservatorio (per l’asse ferroviario Torino-Lione, ndr) e sono favorevoli. Gli irriducibili sono limitati a una decina di comuni.

D. Secondo lei gli eletti di M5s hanno il problema di far ingoiare il boccone amaro al proprio elettorato oppure sono convintamente contro?

R. A mio modo di vedere chi ha un minimo di testa non può avere dubbi sull’opera. Ma la base elettorale dei 5 Stelle è nata con i no a tutto e tra questi un no considerevole era per la Tav.

D. Lei è ottimista?

R. Sempre. E dopo avere visto la piazza di Torino sabato scorso, lo sono ancor di più.

D. Soprattutto la sindaca Appendino, che non è una persona trinariciuta, dopo aver visto piazza Castello è rimasta scottata.

R. La sindaca è più trinariciuta di quello che si pensi. Prima ha sfrattato il commissario di governo (lo stesso Foietta, ndr), poi si è impegnata ad aprire un dialogo, ma non ha mai voluto neanche incontrarmi. «Piemontese falsa e cortese» le si attaglia perfettamente».

D. Però è stata eletta da ceti sociali e produttivi che non coincidono con la base elettorale.

Ma proprio quell’elettorato civico ha ormai rotto con lei. E la sindaca non lo rappresenta più.

Intervista pubblicata su Sussidario.net

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