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Lufthansa sbuffa per Ita Airways?

Che cosa sta succedendo fra Ita Airways e Lufthansa. Fatti, indiscrezioni e approfondimenti

Come procede la trattativa fra Ita Airways e Lufthansa? E’ in vista un colpo di scena?

Questa volta ad essere protagonisti della vicenda non sono i rimedi imposti dalla Ue, quelle cosiddette remedies che sono state imposte dalla Ue per dare il via libera alle nozze tra Ita e Lufthansa, ma altri cavilli legali che potrebbero rimettere in discussione le nozze tra Ita Airways e il colosso tedesco dei cieli Lufthansa.

Già in ben tre occasioni il governo aveva tentato la strada della privatizzazione con Alitalia. Il primo tentativo ci fu nell’era di Domenico Cempella, storico amministratore delegato di Alitalia nel periodo 1996-2001. Cempella all’epoca diede le dimissioni quando ebbe notizia che il governo aveva di fatto chiuso l’accordo con Klm, che poi andò in fumo. La seconda volta fu durante il Governo Prodi nel 2006, con il gruppo Air France-Klm, di fatto unico interlocutore fino a quel momento, quando nel 2008 arrivò Silvio Berlusconi con i capitani coraggiosi e il Piano Fenice, una sorta di good company guidata dall’imprenditore Roberto Colaninno e di cui facevano parte, tra gli altri soci, anche le famiglie Benetton, Riva, Ligresti, Marcegaglia e Caltagirone, mentre la bad company rimase a carico dello Stato. Alitalia CAI durò poco, perché nel 2014 arrivarono gli arabi di Ethiad portati dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Senza contare i vari piani di privatizzazione con Delta Airlines, con il fondo Cerberus e con il Consorzio Certares, tutti andati stranamente in fumo. Il resto è storia dei giorni nostri.

In tutte queste manovre trasversali, la privatizzazione della compagnia di bandiera italiana è sempre stata oggetto di veti e di interessi contrapposti. Da una parte quelli dello Stato che avrebbe voluto cedere la compagnia aerea per una questione legata ai costi, dall’altra, il famoso – o famigerato – deep state che ha sempre cercato di mantenere il controllo della compagnia di bandiera, saldamente, nelle mani dello Stato, e dunque di chi per esso.

Con Ita si rischia di assistere ad un ennesimo tentativo del deep state di mantenere il controllo del vettore di bandiere, mandando in frantumi l’accordo con i tedeschi?

Lunedì 28 ottobre a Fiumicino fonti autorevoli a conoscenza del dossier raccontano che si sia tenuta una riunione al vertice tra Lufthansa e Ita alla presenza di Carsten Spohr (nella foto), ceo di Lufthansa Group, e delle due principali compagnie aeree che sono state coinvolte nei rimedi di lungo raggio, ovvero British Airways e Air France (remedy takers), riunione che si protratta anche mercoledì 30 ottobre. Le due compagnie aeree sono state indicate da Lufthansa per la cessione delle rotte di lungo raggio.

Sia Air France che British Airways non si sono opposte al matrimonio tra Ita e Lufthansa, ma nell’accettare la cessione delle rotte hanno chiesto delle bande orarie aggiuntive su Milano Linate. Più o meno 7 coppie di slot in orari comodi. Lufthansa che ha elaborato la proposta, ha ritenuto che le richieste dei due vettori rivali fossero in linea con il piano industriale e quindi ha accettato di cedere queste bande orarie peraltro potendo contare anche sul pieno appoggio dell’Unione europea che avrebbe garantito una riposta rapida se i rimedi saranno inviati entro la data fissata del prossimo 4 novembre.

Sembra però, che questa riunione non stia andando benissimo e per capire cosa stia succedendo in queste ultime ore. Dai racconti di varie fonti sarebbe emerso che potrebbe esserci uno stallo del dossier dovuto principalmente a due questioni: la prima sarebbe legata alle segnalazioni di Lufthansa in relazione alle variazioni del piano industriale congiunto, e che Ita senza una accordo preventivo con il colosso tedesco avrebbe in qualche modo violato ben tre volte dando origine a una sorta di warning (come si evince anche da un articolo di ieri del Corriere della sera); la seconda riguarderebbe l’estensione della data conclusiva dell’accordo tra Mef e Lufthansa che è in scadenza il 4 novembre 2024, proprio in concomitanza con la data di scadenza dell’invio dei rimedi a Bruxelles.

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