Per uscire il più velocemente possibile dal mercato dell’auto elettrica – che resterà presidiato in modo marginale dall’Ovale Blu – Ford è pronta a mettere sul piatto 19,5 miliardi di dollari: tanto le costerà di extra-oneri infatti nel prossimo biennio la riconversione per ristrutturare la divisione dedicata ai mezzi a batterie e concentrarsi sui modelli a benzina e sui range extender (su cui puntano sempre più Case, da Stellantis a Bmw). Una improvvisa ‘inversione a U’ che risponde non solo alle logiche di mercato ma anche alle richieste del presidente Donald Trump, ostile – è noto – ai mezzi alla spina. Un cambio di scenario che ha portato Ford a stracciare anche alcuni contratti importanti, su tutti una collaborazione multimiliardaria – in dollari – con il produttore di batterie sudcoreano Lg Electronics.
SALTA IL CONTRATTO TRA SAMSUNG E LG
Ed è proprio Lg Electronics ad avere comunicato la rescissione unilaterale da parte di Ford di un contratto di fornitura di batterie per veicoli elettrici del valore di circa 7,2 miliardi di dollari.
Termina così la partnership che le parti avevano siglato solamente nell’ottobre dello scorso anno, anche secondo quanto riportato dalla stampa sudcoreana.
LO SCIOGLIMENTO DELLA JV TRA FORD E SK ON
Esattamente una settimana fa era stato anche annunciato lo scioglimento della joint venture con un’altra importante azienda sudcoreana di batterie: Sk On.
Sk On, in base all’accordo sulla risoluzione della partnership, assumerà il controllo del sito BlueOval SK in Tennessee, mentre Ford gestirà direttamente la fabbrica in Kentucky.
LA REAZIONE DEI MERCATI
Tornando invece alla vicenda più recente che certifica i nuovi piani ben poco elettrici dell’Ovale Blu, inevitabili gli sballottamenti sui mercati dove le azioni di Lg Energy Solution hanno registrato un calo fino al 7,6% nelle contrattazioni mattutine di giovedì dopo che la società ha annunciato che Ford Motor ha annullato l’accordo di fornitura di batterie per veicoli elettrici.
COME MAI L’ACCORDO È SALTATO
Secondo LG Energy Solution, la cancellazione del maxi contratto è dovuta alla controparte statunitense: i recenti cambiamenti politici e le variazioni nelle previsioni della domanda di veicoli elettrici hanno spinto Ford a riconsiderare i suoi piani di produzione di veicoli elettrici.
Un paio di settimane fa, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva annunciato una netta riduzione degli standard sui consumi di carburante che erano stati introdotti durante la precedente amministrazione di Joe Biden per favorire la transizione industriale alla mobilità elettrica.
“La gente vuole le auto a benzina”, disse Trump, accusando l’amministrazione Biden di aver “costretto le case automobilistiche a costruire auto utilizzando tecnologie costose che hanno fatto salire i costi, salire i prezzi e peggiorato notevolmente le auto”.
In quell’occasione, non era certo sfuggito il fatto che l’amministratore delegato di Ford, Jim Farley, abbia parlato di una “vittoria per il buonsenso e l’accessibilità economica”.
L’AUTO ELETTRICA NON HA MAIL ELETTRIZZATO I BILANCI DI FORD
La divisione sui veicoli elettrici ha perso 5,1 miliardi di dollari nel 2024 e le perdite attese per il 2025 sono ancora superiori. La ristrutturazione dell’unità, per quanto costosa, dovrebbe permetterle di registrare profitti entro il 2029. “Non aveva senso continuare a investire miliardi in prodotti che sapevamo non avrebbero generato profitti”, ha dichiarato Farley a Bloomberg.
La società ha alzato le sue previsioni per il 2025 a 7 miliardi di dollari al lordo degli interessi e delle imposte, rispetto alla stima precedente di 6-6,5 miliardi. A detta di Farley, l’aumento è dovuto ai progressi fatti nella riduzione dei costi e nel passaggio a modelli di veicoli “più redditizi”.




